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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
25-11-2015, 12.04.37 | #3 |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Avversione per la musica
A volte si creano delle strane coincidenze. Proprio ieri ascoltavo su Youtube una dissertazione di Sini su "cos'è la filosofia" e oggi vedo in evidenza questa osservazione sulla musica.
Per dire cos'è la filosofia Sini si rifà alle sue origini, quando 2500 anni fa, pare nella scuola pitagorica fondata a Crotone, fu coniato per la prima volta il termine con il significato che sappiamo. La scuola era stata fondato da un uomo che veniva dall'Oriente da dove aveva portato la dottrina della metempsicosi, Pitagora appunto e nella scuola si studiava filosofia, matematica e musica, perché tutte e tre queste discipline erano collegate dal medesimo intento: stabilire la regola dell'armonia. Quell'armonia che per l'uomo venuto dall'Oriente doveva essere alla base di ogni comportamento etico, politico e sociale. Certo la musica può essere utilizzata anche per esprimere emozioni non precisamente armoniche, per dare forza ad esse incitando gli animi alla violenza della battaglia, oppure per dare voce alla propria lacerazione, o anche per ammaliare e addormentare. Eppure è singolare e andrebbe considerato che musica e filosofia sono state correlate sotto il segno della ricerca dell'armonia, tanto da far pensare che non si può essere buoni filosofi senza essere buoni musici. Pensa che nell'Apologia di Socrate, Platone scrive che, in carcere in attesa della morte, Socrate sognasse di poter fare musica, di essere un musico. |
25-11-2015, 14.18.29 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Avversione per la musica
@paul11 e maral
Ma la musica è diventata anche una sorta di palliativo ai mali dell'uomo. Prendiamo i famosi anni '60, si pensava di cambiare il mondo con la musica, un mondo che vedeva nel rocchettaro di turno (spesso o forse sempre drogato) il nuovo eroe, colui che indicava ad un mondo assopito e bacchettone le nuove vie da seguire, ma non fu altro che l'evoluzione della cultura dello slogan che dai fascismi e nazismi ai bombardamenti pubblicitari, passando per le massime dei cantanti e i must di tendenza ha finito per pervadere le nostre menti. A che serve leggere i libri quando basta uno slogan a guidarti? È il fenomeno più ampio della cultura pop, di cui la musica rappresenta l'apice, e si manifesta nei centri commerciali, così si compra meglio, su quasi tutti i posti di lavoro, così non si pensa e si lavora meglio, e ovunque serva per quietare gli animi e distogliere dai problemi. È la continua colonna sonora delle nostre esistenze, fatta di suoni sempre più arroganti, sensuali e banali, è lo zuccherino che affievolisce l'esistenza, languida consolazione che illude di lenire le nostre sofferenze. È l'ipnosi collettiva che da all'uomo ciò di cui sente maggiormente bisogno: smettere di pensare. |
25-11-2015, 18.25.50 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Avversione per la musica
Citazione:
D' accordo sul resto, non sulla sedicente "musica" trasmessa nei supermercati, che di solito consiste in lagne insopportabili o in fastidiosi rumori più o meno malamente ritmati: ma dove vanno a trovarle (solitamente nel modo anglofono), quando esistono tante gradevoli canzoni italiane senza pretese di insegnare chissà che (salvo rari casi in cui sono vere e proprie opere d' arte; soprattutto Guccini, per me una spanna sopra tutti gli altri, De Andrè, qualche volta Bertoli, Venditti, De Gregori, il primissimo Vecchioni "pre-ho ho, cavallo ho ho" e porcherie successive, e pochi altri)?. |
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25-11-2015, 23.36.38 | #6 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Avversione per la musica
Citazione:
sono d'accordo con te dell'uso strumentale della musica (del resto mi sembra che oggi non sia manco solo quella,ma riguarda tutto,appunto perché e' l'uomo stesso ad essersi trasformato in strumento) ma a prescindere questo,a parer mio la musica di per se non la si può considerare in maniera negativa,perché la musica se considerata per quello che e',significa ispirazione,dove magari ascoltando un brano proviamo emozioni che nessuna parola puo riuscire a descrivere,oppure ci sembra di entrare in contatto con qualcosa di soprannaturale. la musica e' energia,vibrazione,che richiama una dimensione sottile che appartiene all'universo e che percio e' all'interno del nostro stesso dna… e ci sarebbero da dire tante altre cose ancora... |
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26-11-2015, 12.22.27 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Avversione per la musica
La musica è espressione del sentimento, però bisogna vedere se questo sentimento è sincero oppure no. Ad esempio nella solennità di un inno nazionale ci deve essere la sincerità e l'autenticità di ciò che si intende rappresentare con esso. In questi giorni si sono sentiti stranieri cantare la marsigliese per solidarietà verso la Francia. Per quanto possa essere un bel gesto nelle intenzioni, alla fine risulta ipocrita, perché solo un francese può sentire e capire ciò che il proprio inno rappresenta autenticamente. E così sono anche ipocriti i cantanti che cantano amori inesistenti e improbabili, e altri soliti cliché che tornano sempre buoni tipo 'quant'è bella l'estate' e via dicendo. In questo mondo che pare un jukebox impazzito, magari sbagliando, sento di non sopportare più la musica. Apprezzo invece il silenzio che permette di ascoltare la propria interiorità, oppure il suono avvolgente di una voce che ti racconta una storia. Odio invece tutti questi jingle che cercano di trascinarti l'umore a destra o a sinistra.... ma forse è solo l'inizio di un esaurimento. Speriamo di no.
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29-11-2015, 22.24.55 | #8 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 30-01-2014
Messaggi: 189
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Riferimento: Avversione per la musica
Who'll love the Devil?
Who'll song his song? Who will love the Devil and his song? I'll love the Devil I'll sing his song I will love the Devil and his song Who'll love the Devil? Who'll kiss his tongue? Who will kiss the Devil on his tongue? I'll love the Devil I'll kiss his tongue I will kiss the Devil on his tongue Who'll love the Devil? Who'll sing his song? I will love the Devil and his song Who'll love the Devil? Who'll kiss his tongue? I will kiss the Devil on his tongue Who'll love the Devil? Who'll sing his song? I will live the Devil and sing his song Songwriters HOMME, JOSH/HUGHES, JESSE Eagles Of Death Metal - Kiss The Devil Questo è il testo della canzone che stavano suonando gli Eagles Of Death Metal al Bataclan, Parigi. La musica, come tutte le espressioni artistiche, vive nel suo tempo e lo rispecchia, quando non l’anticipa. Ci piaccia o meno, contenuti quali quello sopra riportato (e ben – o mal - di più) appartengono al periodo storico che stiamo vivendo. Quali che siano le musiche che ci son più congeniali, nel panorama complessivo è interessante seguire l’evoluzione di quelle che erano le nuove tendenze, man mano divenute rifacimenti senza originalità e… c’è dell’altro? La canzone degli Eagles Of Death Metal (un’altra coincidenza significativa, per chi vuol vederla, richiamandomi a Maral) val nulla secondo alcuni parametri… ma val molto se presa quale indicatore del degrado attuale… quasi un’invocazione al Signore delle mosche a manifestarsi… come purtroppo è avvenuto attraverso le spietate gesta dei suoi seguaci. Nella pittura son ammirato del Rinascimento e affascinato dell’impressionismo, ma da Picasso in avanti le mie corde non risuonano, forse son persona d’altri tempi. Tuttavia concordo nel ritenerlo uno dei più grandi e grandi quelli dopo di lui… perché hanno dato voce (pennello…) ai contenuti del loro tempo… ma guardate all’arte odierna, alle “installazioni”, “contaminazioni” e via discorrendo… cosa ci trovate se non un caos che pretende d’esser regola a se stesso? E così nella poesia, in (certa) letteratura e nel teatro… ier l’altro è scomparso Luca De Filippo e per onorare la sua memoria son andato a rivedere Natale in casa Cupiello… che coincidenza anche questa, fra poco è Natale e risuonano di già le musiche che hanno accompagnato la nostra infanzia e che non son cambiate. Quelle musiche, come direbbe l’amico paul11, son diventate parte integrante di una Grande Narrazione e provvedono un senso e una direzione a chi vi si rifà. Ricordo le discussioni tra l’amico Sebastianb e lo stesso paul11 in spiritualità riguardo la figura storica di Gesù… e considero che all’uomo costretto a percorrere la sua difficile via - la pedina destinata ad uscire presto o tardi dall’esistenza - si possono togliere molte cose, ma qualcosa si spera rimanga. Qualcosa che rimandi al ricordo senza pensiero della sorgente, l’attimo prima di affacciarci come persone al mondo. Buon Natale |
30-11-2015, 22.59.49 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
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Riferimento: Avversione per la musica
Citazione:
Sono d'accordo sul ruolo della musica come treno dei ricordi. Qualche tempo fa ho fatto uno strano esperimento, essendo nato nel 1971, ho deciso di trascorrere un periodo ascoltando esclusivamente musica uscita in quell'anno. Questo esperimento voleva essere una sorta di virtuale ritorno in utero, ossia un farmi trascinare dai ricordi e dalle atmosfere dei brani musicali che erano più in voga proprio nei momenti in cui vedevo le mie prime luci. Quasi un tentativo di rinascita virtuale. Poi è successa una cosa strana, mio padre si è ammallato, proprio nel periodo del mio pseudo esperimento, ed è successivamente morto in ospedale nel letto numero 71. 71 come l'anno della mia nascita, obbiettivo del mio esperimento della rinascita virtuale. Sicuramente non vorrà dire niente, semplici coincidenze. Resta però il fatto che fa impressione, come il cantante che al Bataclan parla di lui che canta la canzone del diavolo e bacia la sua lingua, e dopo pochi istante entra realmente il diavolo nel teatro, seppure non nell'abituale divisa rossa con corna, coda e pizzetto, ma nella forma delle non-persone dell'Isis. Però tutte queste sono suggestioni. Allora io mi chiedo se la musica è solo suggestione fine a se stessa o, ancor peggio, se la musica non sia diventata forse una suggestione che ci blandisce e intorpidisce e ci distoglie dai nostri pensieri più profondi, corrompendoci con degli zuccherini, rendendoci più languidi e meno consapevoli. |
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01-12-2015, 00.11.45 | #10 |
Ospite abituale
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Riferimento: Avversione per la musica
Credo esista una certa coerenza tra le onde celebrali e la musica tonale.
Quello che avevano intuito i filosofi greci penso fosse giusto. Nel novecento si è sviluppata invece una certa musica atonale che non aveva appunto alcun nesso con l'ascolto delle armonie fino a quel momento sviluppate. Era una musica diciamo finta. Scritta tenendo presente solo meccanismi preconfezionati. Quindi esiste una musica che tiene presente l'esigenze della mente inferiore (quella che ascolta traendo senza saperlo beneficio, come sostenevano i filosofi antichi) ed una musica (moderna) che tiene presente l'esigenza della mente superiore, che elabora solo i meccanismi logici che la generano. Penso comunque che la cura della mente inferiore attraverso la musica (alle volte chiamata anche musicoterapia) sia una pratica utile se no indispensabile. Mentre per apprezzare (mentalmente) la musica di livello superiore si abbia bisogno di una preparazione superiore. Gli stati emozionali e la musica credo quindi abbiano un filo conduttore che penso sia il rispetto di alcune armoniche naturali che si riverberano nelle nostre onde celebrali. Se le armoniche non sono piu naturali (ad esempio penso ai rumori molesti) possono creare uno squilibrio nella nostra mente (nelle onde celebrali). |