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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
30-08-2014, 22.04.56 | #3 |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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Riferimento: Sogni e realtà.
Il grande bug nel perfetto mondo di matrix è che la realtà, anche se virtuale, rimane pur sempre un effetto reale di dispositivi reali che agiscono nel reale, e, quindi, la realtà virtuale di matrix rimane connessa e modificabile dalle strutture reali che pilotano i cervelli in vasca, ma anche queste strutture reali rimangono logicamente connesse e modificabili a partire dalla stessa realtà virtuale che esse generano. Lo stesso tema ricorre nel soggettivismo tedesco ; io e nonio, fenomeno e noumeno, sogno e realtà , soggetto e oggetto non vengono mai distinti in modo razionalmente spiegabile, la realtà fenomenica rimane misteriosamente ed intimamente legata alla ineffabile , indicibile realtà noumenica, il soggetto continua quasi ad essere determinato oggettivamente e viceversa, insomma, il soggettivismo non riesce a costringere il reale nel soggetto senza ricorrere a quello che soggetto non è. Bisogna attendere l'idealismo hegeliano per cancellare la dicotomia evanescente fra soggetto ed oggetto, fra razionale e reale, la realtà diventa una e una sola, il soggetto verrà a coincidere con l'oggetto, e il reale biunivocamente con il razionale.
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30-08-2014, 23.28.42 | #4 |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Sogni e realtà.
Reale è l'esserci dell'essente per come è, il dasein che implica il suo apparire. Reale è pure il sogno che è un sogno, l'illusione che è un'illusione, senza pretendere di essere altro da ciò che sono.
Il binomio mente cervello è fuorviante quanto quello spirito materia, poiché il cervello è solo un aspetto della mente che a mezzo di esso crea un'immagine cosciente, un'apparizione. E questa apparizione immediata ci sta davanti in una ineluttabilità in cui il soggetto è nascosto e non ha pretese di determinazioni su di essa. Il soggetto nasce dalla disponibilità di questa immagine, disponibilità a farsi vedere, riconoscere, afferrare, trattenere, rappresentare, desiderare e volere perché il soggetto è proprio colui che vede, riconosce, afferra, trattiene, rappresenta, desidera e vuole in prima persona laddove c'è un altro, ma può apparire solo come immagine riflessa di ciò che c'è e si presenta. Reale è un unico mondo che vuole conoscersi apparendo a se stesso e può farlo solo sdoppiandosi in un oggetto e un soggetto di conoscenza e accetta di sopportarne il dolore della lacerazione, non può farne a meno per rappresentarsi per quello che è e godere di quello che è. |
31-08-2014, 06.00.03 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
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Riferimento: Sogni e realtà.
Citazione:
Si chiama "veglia" e può essere misurato dal tracciato EEG fin dal 1937. Il "determinante" concettuale, invece, non ha misure, né strumenti di indagine. Ciò che tu ritieni di aver vissuto e ciò che ritieni aver sognato non possono essere distinti strumentalmente. Io suggerisco il criterio (del tutto non Kantiano) della "coerenza". Nell'attività onirica i contenuti sono legati tra loro da livelli di coerenza eccessivi, mentre la realtà impone aspettative (positive o negative) molto limitate. Se nella vita di ogni giorno io parlo con i miei gatti, per esempio, non mi aspetto che essi rispondano. Dentro un sogno ciò può avvenire. Se sogno l'eruzione di un vulcano, essa avviene in modo coerente con l'idea e l'esperienza che posseggo rispetto all'eruzione di un vulcano. Se vedo una ragazza che mi pare bella, lei non mi respingerà perché non vuole stare con me, ma solo perché il mio amico le piace di più... etc. etc. |
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31-08-2014, 07.57.09 | #6 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 27-08-2014
Messaggi: 162
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Riferimento: Sogni e realtà.
Vi ringrazio tutti per i vostri interessanti interventi, i quali, come è giusto che sia, approcciano la questione da diversi punti di vista.
In fondo, siamo tutti come quei due pellerossa ciechi, trasportati in India, che incontrano un elefante. Tu tocchi la coda, e sostieni che e' una vipera. Io tocco la proboscide, e sostengo che, invece, e' un pitone. La verita' è come quell'elefante: ciascuno di noi l'interpreta a modo suo, a seconda da dove e da come la prende in considerazione. Ma non vuol dire che essa non esiste. Magari, un giorno, i due pellerossa riacquistano la vista e vedono lo stesso elefante. Magari basta "svegliarsi". |
31-08-2014, 17.49.52 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Sogni e realtà.
Citazione:
Affascinante e complesso argomento. E' un problema di linguaggi che a sua volta pone problematiche epistemiche e ontologiche, come mi pare tutti gli interventi a loro modo implicitamente o esplicitamente hanno sottolineato. Quando scientificamente un'onda elettromagnetica viene recepita dai recettori sensoriali e trasmessa con i nervi al cervello a questo punto avviene un interfacciamento di linguaggi, quella dicotomia cervello/mente che ha sottolineato Sgiombo. L'ignoranza (in senso nobile) dell'umanità è proprio nella suddivisone dei linguaggi. La scienza diventa ingenua quando su queste argomentazioni si pone in termini riduzionistici e/o fisicalisti. Beninteso che a mio parere la scienza è la prima disciplina di cui tener conto quando si trattano questi argomenti, diversamente il rischio è parlare del sesso degli angeli. Quindi mi sta bene l'imaging neurocerebrale, ma l'energia elettromagnetica non è l'energia di un simbolo o significato del linguaggio sociale umano o dei sogni. Si possono vedere negli studi anche del sonno le diverse fasi e verificarne gli andamenti delle onde alfa, beta , teta. Ma siamo ancora alla mancanza di una legge ponte che implicherebbe una coerenza trasformativa dall'energia fisica a una energia concettuale, simbolica. La scienza,almeno quella diciamo classica, è comunque legata ad uno spazio tempo, il sogno no. Quindi il reale non può che essere un modello rappresentativo affinabile e perfettibile per le scienze che con le strumentazioni hanno esteso il linguaggio sensitivo ad esempio dagli infrarossi ai raggi gamma:ma siamo ancora all'interno di un linguaggio storicamente dato. Il linguaggio umano dalla semiotica alla logica proposizionale, lavora su type, token, su inferenze, deduzioni, ecc. E' un linguaggio comunque di simboli, segni e significati interpretabili storicamente da una cultura. Laddove la scienza predittiva osserva un fenomeno e alza il livello di probabilità per costruire una legge, il linguaggio umano e socializzato comunica la sua esperienza reiterata nel tempo definendo a sua volta delle leggi legate ad un "sistema esperto". Quindi la prima si dedica ad una osservazione fisica e linguisticamente sceglie la quantificazione, l'altra comunica con un linguaggio più plastico e "deformabile", meno matematico ma più "comprensivo" anche se ambiguo, perchè allarga i domini linguistici. Per essere chiari, lo scienziato non può andare più in là dell'osservazione strumentale, il filosofo anche analitico del linguaggio, o i filosofi "classici" si pongono domande fra rapporto coerenza, correlazione fra mondo fisico, psichico e pur anche spirituale entrando in concetti come coscienza. A mio parere la filosofia della mente è molto intricata poichè è quì che entrano in correlazione scienza e filosofia con i loro limiti costruendo parecchie posizioni. Ma potrebbe essere anche un terreno fertile se la scienza non entra in posizioni riduttiviste e fisicaliste. La realtà non ha possibilità certa di essere "svelata", è comunque interpretazione. Non possiamo dare un valore assoluto ad una realtà (fatto 100) e dire noi conosciamo ad esempio il settanta per cento di questa. Perchè il problema è endemico alla natura umana e al suo linguaggio, cioè noi continuiamo a conoscere quella realtà con un nostro linguaggio che si modifica adattandosi e non importa se la scelta sia fisica o psichica o quant'altro. Non ci rimane allora che chiederci : quella realtà e i concetti ontologici ed epistemici, mi aiutano a comprendere il mondo e vivere meglio? Sono d'accordo che le dicotomie generalmente portano a sofferenza umana, perchè ciò di cui non sappiamo ed è ignoto, crea paure, ansie, incomprensione e quindi le viviamo male, allora forse ci sarebbe da augurare che quanto meno i diversi linguaggi "si parlino" e non si dicotimizzino, a partire dalle discipline linguistiche. Ma sono quasi convinto (mi rimane sempre l’esercizio del dubbio) che esista una coerenza nei vari domini verso una unicità, ancora inesplicabili nel nostro tempo, ma qualcosa si mostra. Ad esempio, nel sogno leghiamo uno stato emotivo ad un evento senza necessariamente uno spazio tempo e lo viviamo seppur nel sogno ma anche con le stesse intensità emotive. Da coscienti la differenza rispetto al sogno è che noi uno stato emotivo legato ad un evento rimane finchè quell’evento scompare e non nella durata del sogno.Quindi è il tempo come fattore che condiziona i due ,diciamo, domini. La vita cosciente spezza momentaneamente quel sogno risvegliandoci ad una realtà più fisica con le sue condizioni Ma che noi viviamo in una matrix, in un cervello in una vasca o in questa realtà sono gli stati emotivi legati agli eventi che ci permettono di discriminare non tanto la realtà quanto il fatto che viviamo,che continuiamo cioè linguisticamente ad interagire con eventi e a parer mio questo è l’importante. Ma sappiamo anche che noi trasliamo il mondo dei simboli e significati concettuali della nostra realtà quotidiana nel mondo psichico dei simbolismi del sogno e il nostro cervello fisicamente reagisce biochimicamente, vuol dire che questi domini “si parlano”,si correlano. |
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02-09-2014, 23.12.17 | #8 |
Moderatore
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Riferimento: Sogni e realtà.
Ritornando all'esempio citato da Matrix, ammettiamo che ci sia un cervello immerso in una vasca a cui vengano forniti degli impulsi elettrici da una macchina ad esso collegata in modo da fargli immaginare un mondo in cui esso si identifica come un essere umano che interagisce. Dunque, in questa riedizione in chiave tecnologica del mito della caverna platonico abbiamo una realtà della macchina e del cervello e l'illusione dell'interazione dell'uomo con il mondo che gli appare. Ma la realtà e l'illusione per chI? Non per il cervello che continuerebbe a pensare di essere realmente un uomo integro in un mondo vero. Per la macchina forse? E se la macchina fosse a sua volta il prodotto immaginativo di un uomo che interagisce con il suo mondo (come in effetti ci appare che sia)? Dovremmo ipotizzare quindi un osservatore esterno che dalla sua posizione privilegiata vede come stanno davvero le cose. Ma chi potrà mai essere questo osservatore esterno? E' qualcuno di reale o qualcuno che è sognato dallo stesso cervello sognante? Dove trova il cervello sognante il suo fondamento? Quel fondamento che lo fa sentire IO?
Non credo che in questo modo ci sia alcuna possibilità per privilegiare una realtà a un'altra o un sogno rispetto a un altro. |
07-09-2014, 08.17.42 | #9 | |
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Riferimento: Sogni e realtà.
Citazione:
Se esista realmente un tracciato EEG, in effetti, io non lo so; ho solo sperimentato immagini mentali di libri e documentari che ne parlavano. Nient'altro. Quanto alla veglia, l'ho sperimentata anche sognando...svegliandomi da un sogno in un altro; e tutto mi sembrava perfettamente coerente. Non dico che sia tutto una illusione; niente affatto. Dico solo che è tutto reale...ma precipuamente mentale. E non dico, ovviamente, della mia mente individuale (sennò sarei da ricoverare), bensì di una Mente che sottende il mio minuscolo io individuato. Anche quello, infatti, è un'immagine mentale. Qua |
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08-09-2014, 09.20.58 | #10 |
Moderatore
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Riferimento: Sogni e realtà.
e se sogno e realtà fossero anch'essi complementari ad un unico fenomeno simultaneo,così come il giorno con la notte,la contrazione con l'espansione,l'interno e l'esterno..la vita con la morte?
se cio che esiste,esiste in virtù del fatto che ve ne sia un altra "opposta"..perche noi dovremmo fare eccezione? significativa la famosa storiella zen in proposito; una volta il grande maestro maoista chuang tzu sogno di essere una farfalla che si librava nell'aria. nel sogno egli non aveva nessuna consapevolezza della propria individualità di essere umano. era solamente una farfalla. improvvisamente si sveglio' ritrovandosi disteso sul suo giaciglio,di nuovo un essere umano. ma allora egli riflette': "ero prima un uomo che sognava di essere una farfalla,o sono adesso una farfalla che sogna di essere un uomo" |