Citazione:
Originalmente inviato da Angelo Cannata
Potrei essere accusato di complesso d'inferiorità, ma credo che ci sia almeno un po' di verità nel pensare che fare filosofia non da professionisti, quindi non da laureati in materia, da specialisti, comporti degli inevitabili svantaggi; però forse anche dei punti a favore.
Un essenziale svantaggio può essere quello di ritrovarci a girare e rigirare intorno a delle questioni riguardo alle quali un professore di filosofia potrebbe mostrarci che sono problemi ormai più che approfonditi, chiariti, e di cui si sono ormai individuati gli sbocchi ulteriori verso cui conviene proseguire lo studio.
Di converso, fare filosofia senza essere professori può significare però un maggior contatto con i problemi della vita concreta, sociale, politica e di ogni altro genere; una volta un africano mi disse: "Voi europei fate musica africana, studiate la cultura africana; noi SIAMO africani". Per fare un'altra analogia: è vero che il medico può comprendere la malattia molto meglio del malato stesso, perché l'ha studiata, ma rimane pur sempre il fatto che colui che la vive "in diretta", su di sé, colui che è a contatto diretto con gli effetti di quella malattia, rimane pur sempre il malato.
Perciò si potrebbe prendere consapevolezza che il rapporto tra gli specialisti di filosofia, per esempio quelli che la insegnano nelle università e pubblicano libri, e chi come noi invece si abbassa a discuterne in un forum su internet, può essere pensato come un rapporto non unidirezionale (loro, i professori, che hanno solo da insegnare e noi solo da imparare), ma collaborativo. Però, per indurre i grandi nomi della filosofia ad accorgersi di noi è necessario trovare delle cose da condividere, intorno a cui aggregarsi, coagularsi, fare numero e riuscire ad elaborare, produrre attività o materiali di un certo valore, capaci di meritare attenzione. La si potrebbe chiamare "filosofia di base", cioè attività filosofica prodotta dalla base, per offrire ai filosofi degli interlocutori validi, oltre ai filosofi stessi. Altrimenti rischiamo di fare la figura di dilettanti che nel forum si cimentano, con enorme spreco di sforzi, tempo ed energie, in questioni che nelle aule delle facoltà di filosofia sono soltanto esercizietti per casa da dare agli studenti.
Che ne pensate?
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per come la penso io la cosa fondamentale che dovrebbe fare da perno a tutte le discussioni e' la
libertà di pensiero,di chiunque e a qualunque "titolo"…nel senso che ognuno puo e "deve" esprimere il suo
ESSERE,
in assenza di etichette,quali ad esempio titoli di studio,professione e quant'altro…e non dare niente di scontato sin da subito.
io credo che ognuno,indipendentemente da questo possa dare il suo prezioso
(perché unico) contributo.
troppo spesso infatti,prendendo spunto dalla tua analogia del medico e paziente,succede che quest'ultimo dall'alto della sua professione,si dimentica che la malattia che deve curare non riguarda solo la parte evidente e
specifica ma dovrebbe riuscire a vedere anche altri aspetti non meno importanti nel loro insieme,che contribuiscono così a maggiori possibilità di guarigione,aspetti questi che in apparenza non hanno nessun riscontro cosiddetto scientifico,quale per esempio può essere la comunicazione col paziente stesso,il suo vissuto soggettivo,sulle sue emozioni,che si riconnettono poi alla radice della malattia stessa,aiuta a comprenderne le dinamiche
individuali di reazione,con esiti positivi e molto spesso inaspettati.
l'africano poi ci ha ragione da vendere!..si pretende di conoscere qualcosa senza entrarci dentro veramente..anche qui rientra la solita mentalità
separatrice di noi occidentali