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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
08-11-2009, 11.56.22 | #5 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'identità nel Monismo Anomalo
(per Dubbio)
Per il “monismo anomalo” di Davidson, gli stati mentali anche se generati da stati fisici,sono anomali anche normativamente: non esistono, cioè, leggi che colleghino i due stati, queste leggi che potrebbero collegare i due stati sono dette leggi-ponte Si può essere d'accordo con D.D, se si completa col rapporto causale inverso: anche gli stati mentali generano stati fisici. Il problema cruciale è individuare come le proprietà fisiche determinano quelle mentali e viceversa cioè scoprire quali siano le leggi-ponte. |
08-11-2009, 12.23.51 | #6 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'identità nel Monismo Anomalo
Citazione:
C'è un altro "corollario" problematico: la volontà, gli atti volitivi sono risultanti da un insieme di vettori chimici, biochimici, fisici, ecc. cioè la volontà è determinata? Si capisce che rispondere sì a questa domanda implica enormi conseguenze filosofiche e morali. |
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08-11-2009, 22.49.04 | #7 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'identità nel Monismo Anomalo
Il monismo ( in opposizione al dualismo ) assume come assioma che la realtà sia riconducibile ad un unico principio, sia esso l’essenza con linguaggio metafisico o l’energia con linguaggio fisico.
Il monismo fiscalista, disprezzando gli altri linguaggi privilegia quello fisico e cerca di spiegare ogni cosa con l’interazione delle particelle elementari. Davidson definisce il suo monismo ontologico (ontologico in quanto, secondo lui, tra mentale e fisico non c’è alcuna distinzione ontologica)monismo anomalo in quanto esso si differenzia radicalmente dal monismo nomologico ( che coglie la realtà esclusivamente attraverso le leggi che la governano, dal greco nomos =legge)). |
09-11-2009, 00.04.40 | #8 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'identità nel Monismo Anomalo
Citazione:
Mha...io continuo a non comprendere. Se ipotizzassi che uno stato fisico è uno stato mentale, a che servirebbe cercare una legge ponte? Il problema si risolverebbe sostenendo che non esistono due stati "differenti" ma un unico stato. L'unica variante è che nello stato fisico-mentale non si ha, sempre, una precisa idea del contenuto. Ovvero, il significato, che si nasconde nello stato fisico, rimane pressoché ignoto. Il mentale quindi sarebbe ignoto ma dipendente dallo stato fisico. Chiaramente io non concorderei perché ciò che si presume ignoto, non visibile e quasi mai prevedibile non sembra essere paragonabile ad uno stato fisico. |
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09-11-2009, 14.23.01 | #9 | ||
Ospite abituale
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Citazione:
L'ipotesi che uno stato fisico è identico ad uno stato mentale è solo una professione di monismo ma che prenderebbe consistenza se si potesse "specificare" la catena causale allo stesso modo che si fa per eventi descrivibili col linguaggio fisico cioè con eventi che siano nel solo dominio fisico. Per esempio: quando osserviamo meravigliati una cometa muoversi nel cielo notturno, spieghiamo la percezione con un'interazione causale tra un oggetto suscettibile di essere descritto nel linguaggio della fisica ( la cometa) e un evento descritto nel linguaggio della psicologia ( lo stato di meraviglia accompagnato dalla consapevolezza della percezione ) [ tratto da "Il software dell’universo: saggio sulle leggi della natura". Mauro Dorato ] Ora, se ho capito, siccome per Davidson le relazioni tra mente e corpo non possono presupporre leggi psicofisiche, non è possibile trovare alcuna legge-ponte e la catena causale non può essere percorsa da un dominio all'altro. Citazione:
In effetti Davidson afferma che gli stati mentali generano stati fisici |
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09-11-2009, 16.26.22 | #10 |
Moderatore
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Riferimento: L'identità nel Monismo Anomalo
Prima di tutto una precisazione. Non è che lo stato fisico F generi o causi lo stato mentale M corrispondente. Stiamo parlando di una teoria dell'identità, quindi F è identico a M.
L'intendo di questo topic -- che mi pare di aver espresso bene nel mio primo intervento -- non è quello di spiegare dettagliatamente cosa sia il monismo anomalo, o di dimostrare che è falso, o dimostrare che è vero, o di parlare genericamente del rapporto mente-corpo. L'intento, dicevo, è quello (e solo quello) di cercar di capire se è intelligibile dire "F è identico a M" in assenza di leggi-ponte tra il discorso mentale (folk psychology) e quello fisico. Il problema è quello di spiegare che significato abbia il concetto di identità in una teoria dell'identità di occorrenza. A me pare che senza la possibilità di leggi-ponte, cioè senza una riduzione del discorso mentale a quello fisico, non abbia alcun senso parlare di identità. p.s. Per chi volesse solo sapere cos'è il monismo anomalo, non scriva qui, può consultare invece varie risorse online. E' molto facile trovare in italiano tali risorse. Naturalmente è ancora meglio in inglese: http://www.iep.utm.edu/anom-mon/, http://plato.stanford.edu/entries/anomalous-monism/. |