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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
22-06-2009, 10.03.09 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: La scelta di Caino
Certo una via di mezzo – o meglio un compromesso – si può sempre trovare quando non siamo premuti da una situazione che consente a uno solo di vincere. Pensiamo a quelle desolate lande africane in cui ci si affanna a cogliere qualche goccia d’acqua da bere a un pozzo che forse neppure esiste, e – all’altro estremo – una lotta di popoli per strapparsi il diritto di abitare una terra che si crede ci sia stata concessa da Dio…E che vale appellarsi a un Dio che ha stretto magari un patto con un unico popolo e lascia gli altri al loro destino? Ossia, detto in altri termini, che vale la fede quando sono le stesse religioni che si spartiscono il campo?
Così sembra un invito all’ipocrisia quel primo principio di tutti i decaloghi che ci immaginiamo ordini di non uccidere. Del resto sarebbe proprio quest’ aureola della pietà irradiata dal capo dei santi che rende quella legge mirabilmente vana, in quanto significherebbe precludere qualsiasi decisione di agire, perché ogni decisione significa scelta, e dunque condanna. E d’altra parte non è necessaria, non è d’importanza vitale una scelta – come lo è stato per il povero Amleto? Dunque è veramente con un’ipocrisia o – per essere più benevoli – con un paradosso che nasce la vita civile; infatti che cosa c’è di più irrealistico e contrario alla vita che rispettare totalmente la vita? Come si sarebbero formate le prime comunità primitive, le prime religioni, le prime culture? Ma allora come dovrebbe essere inteso quel principio di tutti i decaloghi? Bisogna lasciarlo nella sua ideale utopia e andare avanti con l’indifferenza per ciò che non ci riguarda? Oppure si deve regolare in qualche modo l’offesa mortale, stabilendo una specie di normativa dell’assassinio? O accontentare il moralista dicendo che le leggi che regolano l’universo sono leggi cattive? (Qualcuno dirà che non è affatto vero che il principio di tutti i decaloghi sia il divieto di uccidere: e infatti certe religioni si affannano a dire che sono nate su un principio diverso. Ma sì, concediamo, almeno per una volta, di assecondare quest’utopia, cioè che le religioni sono sempre religioni d’amore). |
25-06-2009, 10.30.44 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: La scelta di Caino
Citazione:
Si può obiettare che il decalogo i cui elementi normativi essenziali sono presenti in tutte le antiche civiltà, è la formulazione scritta della morale naturale, di quella morale se vogliamo chiamarla così, iscritta nella coscienza dell'essere umano, nel suo dna. Quella per intenderci che avrebbe un essere umano a prescindere dalla cultura. Anche il mitico Caino, qualsiasi Caino, avrebbe avuto dalla propria coscienza " l'avvertimento" che uccidere è male. Il dilemma non era aprirsi alla vita degli altri o badare alla propria ma controllare o farsi guidare dall'ira, , l'ira scaturita dall'invidia e da tutti i sentimenti negativi che accompagnano la cattiva coscienza. Il sacrificio di Caino "non era salito al cielo" ovvero non era stato gradito da Dio perché era un sacrificio solo formale e non il segno di una disposizione al bene. Infatti Caino agiva male, agiva contro la propria coscienza. Questo secondo una interpretazione ovvia del testo, dato che si è tirato in ballo la Scrittura. Ognuno però interpreta a suo modo e proietta sul testo la sua intenzione. Ed è questo che rende il relativismo culturale un atteggiamento opportuno. Non so se sia convincente la tua proiezione, per me non lo è. Non lo era neppure per il Cristo che, secondo Giovanni, afferma, rivolto agli ipocriti del tempo: Egli (Caino) è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna Ciao emmeci. |
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