Ospite abituale
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Il compromesso scientifico giova all'agire dell'uomo?
Quando ho incominciato a scrivere queste righe mi balenava questa idea: la vita è la ricerca della verità o di un buon compromesso?
In questo forum, ma anche al di fuori, il concetto che esce con più vigore (ognuno usando il proprio lessico) è che la verità è irraggiungibile, quindi rimane, come meta della vita umana, il raggiungimento di un buon compromesso.
Il punto è che l'uomo non vive meglio se per raggiungere il suo scopo aggiunge troppi dubbi. Questo lo metto come principio, che forse potrebbe essere dimostrato da mille fatti della vita quotidiana; tuttavia può essere oggetto di discussione.
Siccome la verità non la si possiede (e questo lo sanno i pensatori) il compromesso è ciò che serve per prendere decisioni, per agire, per compiere azioni che altrimenti diventerebbe troppo tentennate e poco incisive.
Alcuni però pensano che le nostre azioni dipendano dal possesso di una verità, o meglio dal convincimento di possedere tale verità. Questo pensiero tende a farci credere che la nostre azioni siano non solo giuste ma anche dettate da una verità e non da un compromesso. L'azione quindi si impregna di convinzioni che aiutano l'uomo a dare il meglio perché il risultato sia il migliore possibile.
In altre parole se io possiedo la verità (e ne sono convinto) il risultato sarà ottimo. La politica dei democratici è in genere l'arte di far credere al popolo che è lui che comanda (frase di non ricordo chi, che fa più o meno così).
Far credere a qualcuno che c'è una verità mentre sa che non c'è, per ottenere il massimo potere sulla verità, è sintomatico di come l'arte di suscitare verità è radicata un po in tutti i settori,ed è segno di potere (la Chiesa ne è un esempio).
Quindi meglio credere di possedere una verità che un buon compromesso per agire al meglio, in quanto il compromesso non essendo la verità sboccia nel dubbio. Il dubbio è essenzialmente tentennamento; un'azione compiuta tra dubbi non produrrà la migliore performance possibile. Insomma la democrazia regge perché pensiamo che siamo noi a comandare. Ne siamo così convinti, e sono bravi quelli che ci hanno convinti, che crediamo fermamente nel sistema che abbiamo creato a prescindere se sia o meno la verità.
Di un buon compromesso ne abbiamo trovato almeno uno, quello scientifico, il miglior compromesso per agire con pochi tentennamenti. Quando il compromesso scientifico si tramuta (con gioco di prestigio), nella mente umana ,come la verità, il dubbio diventa inesistente e il metodo diventa l'unico mezzo, per l'uomo, di pensare alla verità, il miglior modo per agire senza tentennamenti, il miglior metodo per vivere.
Il potere scientifico si tramuta nell'ennesima arte di chi vuol far credere agli uomini di possedere la migliore arma di verità anche se non la possiede. Badate bene che qui il discorso che faccio è molto sottile,riguarda, piu che altro, il potere che secerne l'istituzione scientifica.
Per comprendere meglio la faccenda propongo un esempio paradossale: la scienza non ha mai visto dio e non ha prove della sua esistenza o non esistenza. Il pensatore (il filosofo) tenterà di trovare un ragionamento logico che ne provi l'esistenza o la non esistenza.
Ammettiamo, però, che la scienza un giorno ammetta (con prove inconfutabili) che l'uomo che crede in dio viva molto meglio di chi non crede, ed evolutivamente sia stato, e potrebbe rimanere, il miglior modo possibile per agire e per sopravvivere; la scienza dovrà diventare la nuova teologia? Se la scienza fosse il miglior metodo che ha l'uomo per vivere, come agirà? Senz'altro dicendo oggettivamente ciò che ha trovato, che però non sarà il modo per fare agire l'uomo al meglio (su questo punto il ragionamento spero sia chiaro, la scienza non potrà dire che dio esiste, dovrà soltanto dire che credere in dio è meglio per tutti. Questo non significa invogliare a credere in dio. L'uomo che crede nella scienza per credere in dio non potrà rivolgersi alla scienza ma all'antagonista, cioè la Chiesa. Non so, per voi non è paradossale? )
La scienza e il suo metodo razionale (come ho tentato di specificare all'inizio), è il miglior metodo che esiste perché l'uomo viva meglio (secondo i buoni auspici), ma se si dovesse trovar difronte a suscitare una verità che invece non è oggettiva (come invece è tutta la ricerca scientifica) non dubiterebbe sul da farsi, annuncerebbe una verità come se fosse una non-verità. Così facendo non aiuterà di certo l'uomo a vivere meglio, perché la verità oggettiva è che di dio prove non ce ne sono, e l'idea che esista (che però aiuta a vivere meglio) non è una prova scientifica. Quindi l'uomo sarà destinato a non credere nell'idea, in quanto seguirà la verità scientifica (oggettiva), ma così facendo la scienza non potrà essere più il miglior metodo per il vivere dell'uomo, l'uomo non nutrirà più le idee ma solo i fatti oggettivi. Chiaramente tutto è paradossale e parte dal principio che la scienza sia il miglior compromesso per l'agire dell'uomo, che questo agire dipenda sempre più dalle sue verità, e che se anche non sono verità assolute esse vengano vissute come tali dalla maggioranza degli uomini.
[Piccola parentesi: Se invece la scienza ha avuto il merito di instaurare maggiormente il dubbio, e questo non è il miglior modo per l'agire dell'uomo, allora la scienza non è un modello da seguire indiscutibilmente e in ogni caso.
Qualcuno però potrebbe obiettare che invece il dubbio sia la facoltà migliore dell'uomo e che anzi la scienza è il miglior metodo per creare tale dubbio. Questo è in netto contrasto però con il principio che il miglior agire dell'uomo si verifica quando non dubita (su questo si potrebbe essere disaccordo, ma prima di rispondere tenete in considerazione ogni vostra azione quotidiana: io mi accorgo che se dubito, l'azione non la faccio bene perchè penso ai dubbi sul mio agire e non a svolgere ciò che ho pensato; per esempio se dubito che la mia partner sia infedele non agirò nei suoi confronti in modo naturale e non vivrò bene la situazione amorosa, e questo è solo un esempio).]
Qual è quindi il miglior modo per agire? Dubitando sempre o sostenendo una verità minore come se fosse "La Verità"? In cosa consistere il compromesso scientifico-razionale e a chi gioverà? Come fare per contrastare il nuovo "Potere"? Prima esisteva solo la Chiesa ed il Re (i due pilastri della terra), poi c'è stato l'avvento della politica (e il raggiungimento delle idee alle grandi masse tramite l'informazione mediatica), oggi abbiamo un altro Potere :l'istituzione scientifica.
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