ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
|
Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
27-07-2007, 09.47.09 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-05-2007
Messaggi: 268
|
Riferimento: Croce VS Gentile VS Gemelli
Citazione:
Non dimentichiamoci che loro due hanno animato il dibattito filosofico italiano per quasi mezzo secolo, è quindi naturale che riscontriamo delle loro traccie nella filosofia italiana, ad ogni modo questo loro "monopolio" ha però in parte reso sterile il nostro entourage filosofico e il peso di tale perdita lo portiamo ancora adesso, dato che il nostro panorama filosofico ha mostrato uno spettro minore rispetto a quelli di altre nazioni europee (esempio Francia e in particolare Germania). Ultima modifica di trismegistus : 27-07-2007 alle ore 19.04.15. |
|
31-07-2007, 14.57.33 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
|
Riferimento: Croce VS Gentile VS Gemelli
L’arco e la freccia
Se il sapere è conoscenza di verità, possiamo dividere i sapienti in due categorie: quelli per i quali la verità è simile a un cerchio, come sarebbe l’arco al massimo della sua tensione, e quelli per i quali la verità è là dove tende la freccia al termine della sua corsa. Appartengono alla prima categoria quei filosofi, sicuri e orgogliosi del proprio potere, autori di un sistema che può partire da un centro ma che tutto avvolge e rinchiude in un ambito insorpassabile. Gli altri sono coloro che, bramosi anch’essi di essere in possesso della verità, non si accontentano tuttavia di ciò che hanno scoperto ma continuano a ricercarla e per averla sono disposti a percorrere un lungo cammino, anche se questo rende affannoso il respiro e minaccia, a ogni passo, di farli credere dei nevrotici o degli invasati. Perché ho immaginato questo contrasto in questo albero di discussione? Perché mi pare che Benedetto Croce rientri nella prima categoria e Giovanni Gentile nella seconda, spiegando in certo modo come fatale il loro avvicinamento e il loro distacco – fatale, appunto come l’arco che cerca la freccia ma poi l’abbandona una volta lanciata. Croce: la vita dello spirito scomposta nella rosa di quelli che chiama i “distinti”: il bello-brutto dell’arte, il vero-falso del pensiero logico, l’utile-inutile dell’economia, il bene-male dell’agire morale: quattro forme o modi di essere che non si scandiscono in un processo che li ordina e li trapassa, ma si dispongono intorno all’io che li domina e trattiene con la sua magnetica forza avendo la facoltà o l’orgoglio di poter scegliere ora questo ora quello, senza declassare gli altri ma mantenendoli intorno a sé come una riserva di caccia o una corona di gioie con cui di volta in volta abbellirsi. Gentile? Tutto si fonde nello spirito che, immanente a sé stesso, si coglie in ognuno di noi come atto mobile del pensare, un atto superato dal prossimo atto in un costante e onnicomprensivo tentativo di oggettivazione della coscienza che, in uno sforzo ultimo di trascendimento cerca di realizzare lo spirito nella sua pienezza, e deve ricominciare da capo finché sia in grado, nella sua indomabile storia, di riassumere in sé la natura e passare oltre di essa attraverso l’arte, il pensiero, l’economia e la morale, in un procedere che non è una scelta di questa o di quell’altra forma, ma una capacità di crearsi in una vibrante sequenza di atti. (L’arco e la freccia. Tuttavia questo è uno schema e, come tutti gli schemi, sempre criticabile e aleatorio di fronte ad altre filosofie che proprio in quegli anni si diffondevano per l’Europa e che Croce e Gentile sdegnavano di apprezzare: non parlo della psicanalisi, rifiutata come un ibrido osceno, ma delle filosofie storicistiche sbocciate in area tedesca, e delle filosofie vitalistiche che, dopo Dilthey e Simmel, arrivano all’élan vital di Bergson, capace di vivificare ogni forma fino alla religione e alla morale, che da una strutturalità statica e chiusa tendono a farsi corrente dinamica e aperta; finché su un versante che va dalla scienza alla società e alla politica, sembra che la più avanzata cultura europea sia pronta a lottare contro ogni ideologia che non ammetta il suo superamento e quindi ogni pensatore che pretenda di chiudersi nel proprio orizzonte stabilendo – come è stato possibile da Platone ai totalitarismi moderni – che “la storia deve essere questa”. L’ultima metamorfosi di un contrapporsi dell’arco alla freccia (ossia del campo di concentramento alla democrazia liberale)? Ma proprio Gentile finirà col credere nel campo di concentramento, mentre Croce rimarrà fedele all’opposizione, dimostrando in questo modo che tutti gli schemi sono in qualche modo falsi. O che un compromesso è in qualche modo possibile pensando che l’idea del circolo può essere vivificata trasformandolo in ritmo, cioè ipotizzando che lo spirito, la storia o lo slancio vitale possa scandire i suoi cicli rendendoli sempre più ampi e più comprensivi – cioè intendendoli quali forme che essi si creano per oltrepassarle come onde di una corrente che è insieme tragica e rasserenante. Forse era questa l’idea di Giambattista Vico, ed è ancora questa la forma in cui oggi la dialettica può essere intesa: come un’ermeneutica che investe l’intera cultura e che dal circolo che si è trovato di fronte nelle sue prime formulazioni sembra liberarsi in un processo che ha ritmi, non circoli dentro di sé. (Scusa, Trismegistus, ma ho preferito ritoccare il tema, riassumendo in esso, un po’ spavaldamente e a tinte sommarie, qualcosa come una storia della moderna e dell’italica filosofia). |
03-08-2007, 18.21.15 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-05-2007
Messaggi: 268
|
Riferimento: Croce VS Gentile VS Gemelli
Citazione:
Niente affatto scopo della riflessione è anche capire come dalle vicissitudini da me introdotte e dai vari interventi, come il tuo, si riesca a capire come si arrivi all'attuale stato filosofico italiano; tralasciando gli snobismi dei due grandi filosofi e i "pregiudizi filosofici" del neoscolastico Gemelli, non si può negare che l'attuale ruolo dell'Italia filosofica è in parte marginale, Germania, Regno Unito, Francia, USA e Paesi Scandinavi (anche se iù marginalmente) svolgono ruoli primari nella ricerca filosofica, l'Italia sembra in proposito essersi sterilizzata. Che i pregiudizi e gli ostacoli che bloccano la ricerca scientifica ora assalgono anche quella filosofica? |
|
31-08-2007, 09.48.54 | #9 | |
Nuovo iscritto
Data registrazione: 19-08-2007
Messaggi: 148
|
Riferimento: Croce VS Gentile VS Gemelli
Citazione:
Aveva ragione Gemelli perchè il neotomismo e la neopatristica appartengono alla cultura italiana molto più che l'idealismo di Hegel. Lui non disse appartenevano alla tradizione filosofica italiana più che ... ma alla cultura e storia culturale italiana in senso generale. Oggi giorno non so più se è vero dato che come dici Gemelli ha perso, l'idealismo si è impadronito della nostra cultura. Mi chiedo se l'idealismo fa parte della cultura italiana oggi quanto il neotomismo e la patristica, cioè se si siano paregiati i conti. oppure se l'idealismo sarà sempre e comunque un estraneo in casa? |
|
03-09-2007, 11.55.02 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-05-2007
Messaggi: 268
|
Riferimento: Croce VS Gentile VS Gemelli
Citazione:
Guardando le orii, allora il pensiero romano ha la priorità (andando più a fondo quello ellenico), quindi Seneca ci appartiene molto di più del tomismo e della neopatristica. |
|