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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 04-07-2006, 12.37.16   #1
Monica 3
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Messaggi: 697
Il '68 spiegato a mia figlia

Nei lunghi viaggi in macchina succede che i figli pongano ai genitori domande sulla loro vita. Nel viaggio per andare a trovare i nonni nell'est europeo nostra figlia ci ha chiesto cosa è stato per noi il '68.

E' stato un momento magico della storia in cui da ovest a est, da nord a sud i giovani hanno creduto e quasi toccato con mano che si sarebbe potuto creare un mondo d'amore e senza guerre , basato su rapport autentici e di fiducia. Un mondo senza razze e classi sociali. Bastava uno schiocco di dita e i ragazzi si mobilitavano per salvare l'arte a Firenze dall'alluvione dell'Arno, per diffondere cultura, per produrre la musica che voi ancora ascoltate, per sperimentare nuove forme di convivenza.

Poi qualcuno (chi?) ci ha messo in mano la droga, qualcuno (chi?), è andato a reclutare terroristi nelle facoltà universitarie, qualcuno (chi?) ha ucciso Olaf Palme, Martin Luther King, Aldo Moro (niente altro che un padre che si apriva cautamente alle idee dei figli), John Lennon...

Alcuni di noi hanno fatto qualche passo indietro, corretto qualche errore, ma non hanno mai smesso di crederci ed hanno creato micro-realtà funzionanti.

Questo è quello che credo io.



E voi?
Monica 3 is offline  
Vecchio 04-07-2006, 12.50.02   #2
acquario69
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Data registrazione: 10-04-2006
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interessante il tuo topic..io farei parte della generazione successiva ma ho avuto modo di frequentare persone che l'hanno vissuto quel periodo e devo dire che per mia esperienza personale le ho trovate molto piu interessanti dei miei attuali coetanei,la differenza che mi ha colpito e' che cera uno spirito di aggregazione che non ho mai riscontrato dopo,forse il mondo gia stava cambiando,si andava verso la chiusura e verso l'isolamento,alcune battaglie sociali erano piu sentite e cera piu coinvolgimento,non so sono solo miei impressioni.
pero mi sono sempre chiesto perche un processo di tale portata non abbia avuto gli effetti che forse speravano,allora la risposta che mi sono dato e' che andava a cozzare con l'utopia e qualcuno come dici tu ci avra' pure messo mano
acquario69 is offline  
Vecchio 04-07-2006, 13.01.58   #3
Weyl
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Momento critico

Fu , forse, l'epoca di massimo fermento intellettuale nella storia dell'intero pensiero occidentale.
Superò, per estensione geografica e culturale, intensità di applicazione e disponibilità al ripensamento dei "principii", l'età dei lumi, il primo '600 francese, il Rinascimento e persino l'Atene socratica.
Credo che la mia valutazione sia oggettiva e spassionata.

Il guaio del'68, purtroppo, fu proprio la sua eccessiva pervasività, ossia l'aver contagiato con troppa rapidità ogni ceto sociale, ogni ambiente intellettuale, ogni disciplina tecnica, scientifica ed ogni corrente letteraria, filosofica, critica, musicale ed artistica.
Da questo punto di vista fu come una gigantesca "bolla", che scoppiò per una sorta di inflazione.

Unica, infatti, tra tutte le grandi rivoluzioni culturali dell'umanità, non "implose" in una fase successiva di reazione e restaurazione, ma "esplose" semplicemente, lasciando dietro di sè una "Waste Land" di anodinia, opacità e vuoto.
Il medioevo intellettuale che oggi viviamo, popolato di sparse, benniane, "anime stige" ("sole, sublimi, antiche") del pensiero, ne è la diretta e sventurata conseguenza.
Weyl is offline  
Vecchio 04-07-2006, 14.48.43   #4
Monica 3
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Re: Momento critico

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
Fu , forse, l'epoca di massimo fermento intellettuale nella storia dell'intero pensiero occidentale.
Superò, per estensione geografica e culturale, intensità di applicazione e disponibilità al ripensamento dei "principii", l'età dei lumi, il primo '600 francese, il Rinascimento e persino l'Atene socratica.
Credo che la mia valutazione sia oggettiva e spassionata.

Il guaio del'68, purtroppo, fu proprio la sua eccessiva pervasività, ossia l'aver contagiato con troppa rapidità ogni ceto sociale, ogni ambiente intellettuale, ogni disciplina tecnica, scientifica ed ogni corrente letteraria, filosofica, critica, musicale ed artistica.
Da questo punto di vista fu come una gigantesca "bolla", che scoppiò per una sorta di inflazione.

Unica, infatti, tra tutte le grandi rivoluzioni culturali dell'umanità, non "implose" in una fase successiva di reazione e restaurazione, ma "esplose" semplicemente, lasciando dietro di sè una "Waste Land" di anodinia, opacità e vuoto.


Il medioevo intellettuale che oggi viviamo, popolato di sparse, benniane, "anime stige" ("sole, sublimi, antiche") del pensiero, ne è la diretta e sventurata conseguenza.


E se fosse invece successo che "qualcuno (chi?)" si è impossessato dei media, ha raccontato le cose come voleva, si è insediato nei cervelli dei giovani con messaggi espliciti e subliminali rendendoli dipendenti dal consumo imposto dai grandi feudi del medioevo di cui parli tu, Weyl?
Monica 3 is offline  
Vecchio 05-07-2006, 01.04.40   #5
Weyl
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Re: Re: Momento critico

Citazione:
Messaggio originale inviato da Monica 3
E se fosse invece successo che "qualcuno (chi?)" si è impossessato dei media, ha raccontato le cose come voleva, si è insediato nei cervelli dei giovani con messaggi espliciti e subliminali rendendoli dipendenti dal consumo imposto dai grandi feudi del medioevo di cui parli tu, Weyl?


E se fosse che questa fantasia compone invece un frammento banale del bordo di quella "bolla", uno dei tanti che, fragili nella loro vaga paranoicità, l'hanno reso tanto sottile da consentirne lo "scoppio" ?
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Vecchio 05-07-2006, 02.32.45   #6
Weyl
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Nihilo recipe

Intendi il nulla, cara monica, che dilaga intorno a questo argomento gigantesco.
Sono gli uomini "vuoti", quelli con le teste piene di paglia, coloro che argomentano dell'insulso presente.
Io stesso ne metto, ed è giusto farlo, per opportunità e buon senso.

"Ciascuno diviene, infine, il peggior discepolo di se stesso".
(Borges).
Weyl is offline  
Vecchio 06-07-2006, 09.06.46   #7
Monica 3
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Re: Nihilo recipe

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
Intendi il nulla, cara monica, che dilaga intorno a questo argomento gigantesco.
Sono gli uomini "vuoti", quelli con le teste piene di paglia, coloro che argomentano dell'insulso presente.
Io stesso ne metto, ed è giusto farlo, per opportunità e buon senso.

"Ciascuno diviene, infine, il peggior discepolo di se stesso".
(Borges).


Quanto anni avevi tu nel '68? Cosa facevi tu? Penso che sia importante parlare anche di questo.

Monica 3 is offline  
Vecchio 06-07-2006, 19.45.54   #8
Patri15
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Re: figli dei fiori

Citazione:
Messaggio originale inviato da Monica 3
Quanto anni avevi tu nel '68? Cosa facevi tu? Penso che sia importante parlare anche di questo.

Monica, io c'ero: anagraficamente è uno svantaggio, ma sono tuttora felice di aver vissuto quel periodo.

"Ho comprato la mia prima 'sei corde'
In un negozietto da quattro soldi
La suonavo fino a farmi
sanguinare le dita

Era l'estate del '69

Quando ci ripenso
Mi sembra che quell'estate
non finisse mai
E se ne avessi la possibilità
Vorrei tornare indietro, perchè
Quelli sono stati i più bei giorni
della mia vita."

Bryan Adams (Summer Of '69)
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Vecchio 06-07-2006, 21.57.57   #9
Patri15
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Credo che bisognerebbe riflettere sul fatto che in meno di tre anni (dal '67 al '69) i giovani avevano rafforzato la convinzione di poter modificare i destini del pianeta.

Nonostante tutto quello che accadeva intorno a loro.
Nonostante l'America si fosse imbarcata in una guerra pesantissima di cui nessuno capiva il perchè, e soprattutto senza che nessuno spiegasse loro perchè tanti dovevano partire per il Vietnam sapendo di aver poche speranze di tornare vivi,

nonostante altri motivi come le lotte studentesche, le rivolte razziali, le proteste per la rivendicazione dei diritti civili.

Ma forse è difficile raccontare quegli anni, se non riusciamo a trasmettere le atmosfere di quel periodo.

La musica rappresentava un collante stupendo: durante i concerti si era tutti uniti: uniti dal medesimo look, dalla voglia di dire no alla guerra in Vietnam, dal desiderio del libero amore, e soprattutto dalla convinzione di poter costruire un mondo diverso e migliore di quello che apparteneva ai genitori.

Eppure finì: fu il "sistema" ad avere ancora una volta la meglio, con le sue lunghe dita?
Patri15 is offline  
Vecchio 08-07-2006, 00.01.54   #10
Weyl
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Re: Re: Nihilo recipe

Citazione:
Messaggio originale inviato da Monica 3
Quanto anni avevi tu nel '68? Cosa facevi tu? Penso che sia importante parlare anche di questo.


Ero un bambino, troppo piccolo per poterne vivere anche solo il senso carnascialesco e di "colore".
Ma credo di averne respirato appieno il senso intimo, attraverso l'onda lunga, culturale, che ne fu lo sfondo e l'ispiratrice.
Alludo a Marcuse, Adorno, Sartre, Althusser, alle neo-avanguardie di Sanguineti, Pagliarani, Balestrieri, Eluard, Dylan Thomas, Silvya Plath, alle sperimentazioni di Lichtenstein, Andy Wahrol, fino a Francis Bacon, alle dialettiche intorno alla beat ed alla "beatnik" generation ispirate da Fernanda Pivano e Massimo Raboni... etc. etc.

Per me, quello è il '68: il "colore" brasileiro mi interessa poco.
Weyl is offline  

 



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