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03-07-2006, 08.32.54 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
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Avanti miei Prodi...
da:
http://www.panorama.it/economia/capi...-A020001036880 Più tasse (quasi) per tutti di Renzo Rosati 28/6/2006 Massimo D'Alema, Giuliano Amato e Tommaso Padoa Schioppa Il premier dice di voler cancellare il secondo modulo della riforma Tremonti che privilegia «i ricchi». In realtà gli sgravi, in vigore da due anni, favoriscono i redditi dichiarati dai 35 mila euro in su, e incidono di più su quelli oltre 100 mila euro. Si può poi dichiarare ricco chi percepisce 100 mila euro, ed è onesto vistro che li dichiara al fisco? Romano Prodi ha iniziato a dire che cosa concretamente intende fare per i conti pubblici. E nel menù, assieme a molti propositi lodevoli, come la guerra all’evasione e all’elusione dell’Iva, figura l’aumento delle imposte dirette. Si tratta in particolare del secondo modulo della riforma Tremonti, che stando al premier privilegia «i ricchi». NON SONO EVASORI In realtà gli sgravi, in vigore da due anni, favoriscono i redditi dichiarati dai 35 mila euro in su, e incidono percentualmente di più su quelli oltre 100 mila euro. Ma si può poi dichiarare ricco un contribuente che dichiara al fisco 100 mila euro d’imponibile? Intanto non si tratta certo di un evasore fiscale: quelli dichiarano pochi spiccioli, oppure nulla. Sicuramente siamo nell’ambito del ceto medio, o medio-alto: funzionari, professionisti, dirigenti, commercianti e piccoli imprenditori onesti. Vanno puniti per questo? È a queste categorie che è giusto inasprire le tasse per, magari, ridurre il cuneo fiscale alle imprese? PARAGONE CON LA GERMANIA Ricordiamo che prima dello sgravio concesso dal centrodestra l’aliquota marginale su tali redditi era del 45%. È stata portata al 43: siamo ancora a livelli di pressione superiori rispetto alla media equivalente europea. Per fare un paragone, in Germania il governo di Angela Merkel ha riportato al 45% l’imposizione sui redditi oltre i 250 mila euro. EVASIONE ED ELUSIONE Il premier invoca criteri di equità. O meglio di redistribuzione: togliere qualcosa a chi ha di più per dare a chi ha di meno. Insieme il premier denuncia, giustamente, l’insostenibilità dell’evasione e dell’elusione delle tasse, dirette e indirette. È evidente che, lette insieme, queste due affermazioni danno un risultato leggermente diverso dal proposito di partenza: togliere a chi denuncia onestamente al fisco tutto il suo reddito per dare, in gran parte, a chi evade. ACCUSA: SINISTRA NEMICA DEL MERITO E DELLA RICCHEZZA Non solo. Da anni la sinistra è stata accusata a torto o ragione di essere nemica del merito e, perché no, anche della ricchezza. Attenzione: non stiamo parlando di ricchezza da latifondo o da rendita cosiddetta parassitaria, ma di introiti da lavoro. Prodi vuol davvero debuttare inasprendo le tasse sul ceto medio? E davvero i benefici andrebbero ai meno abbienti e ai precari? Certo, potrebbe essere una soluzione. Ma a condizione che l’Unione, prima, si impegni seriamente in una guerra agli sprechi nell’amministrazione pubblica, all’evasione sistematica delle tasse, all’elusione dell’Iva e dell’Irpef che il viceministro Vincenzo Visco ha mostrato di conoscere. Altrimenti si finirà con la solita redistribuzione dettata dalle ragioni della politica o dai rapporti di buon vicinato con i sindacati. E nulla sarà stato fatto contro i furbi, il lavoro nero e gli sfruttatori. |
03-07-2006, 23.26.44 | #10 |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
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CAPACITA'
Mi spiace rispondere che né la sinistra, né alcun partito italiano potrà mettere giustizia, perché.........
.....gli Italiani non ne sono capaci. Troppo teorici, troppo approssimativi, troppo intriganti, troppo sfaticati, troppo incoerenti, troppo ipocritI, etc. TROPPO IRREALISTI L' Emigrato IL PROBLEMA E’ SOCIALE ….. (quello politico ne é la conseguenza) Cerco di condensare il problema sociale, come é visto da un emigrato. E mi chiedo: “se ne accorgeranno gli Italiani, che preferiscono concentrarsi sui Guelfi (dstr) e Ghibellini (snst) ?” La scelte della società italiana, degli ultimi 20 anni (le più evidenti). Nel Paese ove la tradizione della flessibilità totale, dell’ adattamento facile, non é equilibrata dal necessario rigore, da chiari interessi nazionali, dal lavoro efficiente; ove non esiste più la riflessione attenta (anche per le troppe emergenze) né l’ onestà nella vita sociale (ci puo’ essere l’ onestà, in un Paese ove la giustizia é vicina al bloccaggio ?), il ruzzolone verso il terzo mondo é scontato. Ma anche rapido, visto che l’ assenza di riflessione non permette di definire le contromisure necessarie ed urgenti, visto che chi ha un ruolo nelle istituzioni ha tutta la latitudine per considerarlo un impegno o ....... uno sport...... In un Paese ove la corruzione viene diffusa nelle istituzioni o nelle imprese come un condimento necessario ad insaporire meccanismi arrugginiti (lo sono per incapacità), le evoluzioni degli ultimi 20 anni sono state rapide e negative. Eccone i contorni: - si nota spesso una diversa mentalità, ma anche una diversa valutazione dei fatti italiani, fra emigrati e residenti. Non é un caso che gli emigrati non hanno granché votato per CdL. Possibili ragioni per cio': a) il fatto che gli emigrati vivono spesso in strutture sociali che funzionano; b) essi sono spesso abituati a vedere, nella società in cui si trovano, i fatti e non le chiacchiere della Commedia dell' Arte Politica Italiana. - la tradizione italiana "adattati a tutto, anche al peggio; non cercare di aggiustare nel sociale quello che non funziona, chissene.." ha fatto si che si siano accumulati nei decenni quintali di problemi; - a causa del punto precedente, ma anche perché gli interessi nazionali non esistono più (degrado aiutando), sostituiti dagli interessi di bottega o di clans, si é persa l' abitudine, da decenni, di riflessioni lucide, obiettive, per cercare le soluzioni a problemi sociali. Si preferiscono piuttosto le lotte tra Guelfi (dstr) e Ghibellini (snst). Più interessanti....... - si vorrebbe che fosse creata occupazione, giusto. Ma quale imprenditore inizierebbe un' attività in una società che non funziona ? nella società dell' incerto e del confuso, ove la verità e la certezza sono state seppellite, dopo l' aggressione subita ? Gli aggressori, mai combattuti, sono tanti, ma i più pericolosi sembrano: a) la cappa di menzogne, false verità, improvvisazioni, irresponsabilità, incapacità, doppio o triplo linguaggio, ipocrisia, nella vita sociale; b) lo sparito interesse per l' impegno ed il lavoro di qualità in tanti contesti che sono stati lottizzati.... c) il seppellimento dei valori di riferimento (in altri Paesi) nella vita sociale, ben rimpiazzati dagli interessi di parte. I quali sono in genere ben conosciuti, salvo che possono cambiare ad ogni giro di vento... - il gran numero di problemi irrisolti, e i tentativi di clans e cordate di risolverli solo con un taglio privato, ma non per tutti, ha portato allo scenario attuale: una ex-società, sostituita da clans e parrocchie, sotto l' imperio dei quattro dittatori; Confusione, Rassegnazione, Irresponsabilità e Allegra Gestione. Cio' che non si dice, sembrerebbe: una società scassata non puo' sostenere un economia vigorosa, ma gli mette il piombo sulle ali... Inoltre : una società lottizzata ammazza l' impegno e il lavoro di qualità... La somma di tanto andare, in Europa, si chiama INEFFICIENZA. In Italia, IL SISTEMA...... Come conclusione, direi, ci sono oggi due sviluppi possibili: - non trattare il gigantesco problema sociale e le sopravvenute incapacità sociali. In tal caso, tempo alcuni anni, faremo parte del club "America Latina"; a causa di tanti GAPs rispetto ai Paesi competitivi e funzionanti; - fare una valutazione seria delle cause sociali, al di fuori del contesto politico e colla testimonianza degli emigrati. Per definire le misure urgenti e iniziare la catarsi e la europeizzazione della società. In cinque anni, se il processo fosse in mano a gente capace (quindi escluso i politici) e determinata, la società inizierebbe a funzionare e l' economia potrebbe ripartire. Come punti di base, mi sembra che non ci sia altro, eccetto un fatto visibile; in una grande città come Roma, vedere tanta gente rassegnata, ignava, fa pensare ad una di queste due cose: a) la gente é cresciuta come un gregge; b) oppure alcune reti TV diffondono onde subliminali, che avrebbero lo scopo di non far pensare la gente, rendendola, appunto, simile ad un gregge. Io per fortuna, non guardo Mediaset, quindi conservo una certa capacità di pensare, almeno per quello che é possibile quando si é superati i ..anta. La mia conclusione, pesante, ma sicura: - gli Italiani non hanno la capacità di uscire dai loro guai; infatti non sanno quali ne sono le cause primarie (la loro mentalità); - le nuove abitudini fan si che gli Italiani abbiano VISIONI DISTORTE SU UNA GRAN PARTE DEI PROBLEMI SOCIALI. NON HANNO la VISIONE LUCIDA....; si limitano alle verità di parte, che sono cangianti a seconda del clan... - tali condizioni sono perfette per un viaggio sicuro e rapido verso il terzo mondo. - una via di uscita esisterebbe: consultare gli emigrati in Paesi avanzati.....Essi conoscono sia le sviluppo economico, che le condizioni necessarie a permetterlo. Antonio Greco angrema@wanadoo.fr (disponibile per una presentazione delle cause del degrado) P.S. Il nuovo governo parla di “colpo di reni”, di rilancio dell’economia. Solite illusioni di un popolo che preferisce fermarsi alle apparenze, rifiutando di approfondire la realtà effettiva... SENZA AFFRONTARE IL PROBLEMA SOCIALE, NESSUNA SPERANZA PER UN PAESE IN VIA DI SOTTOSVILUPPO ... |