Cicchitto: a rischio di rottura i nostri rapporti con l’America - di Fabrizio De Feo -




«La politica estera italiana è allo sbando e rischia di entrare in rotta di collisione con Stati Uniti e Nato. Da una parte Prodi vuole ripristinare la subalternità verso la Francia. Dall'altra D'Alema si dimostra totalmente inadeguato a ricoprire un ruolo istituzionale come quello di ministro degli Esteri». Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, osserva stupito la pioggia di dichiarazioni sfornate da ministri dell'Unione. E solleva, apertis verbis, la «questione D'Alema».
Onorevole Cicchitto, il ministro degli Esteri accusa il governo Berlusconi di aver preso impegni segreti contrastanti con l'annuncio di un ritiro dall'Irak. Esisteva davvero questo patto?
«D'Alema si inventa un impegno segreto per far rimanere in Irak mille soldati anche dopo il ritiro. Ma innanzitutto il ritiro ipotizzato da Berlusconi era totalmente diverso da quello messo in atto dall'attuale governo perché non sarebbe stato immediato e unilaterale ma sarebbe stato concordato con gli alleati e sarebbe avvenuto solo quando il governo iracheno avesse ritenuto matura la situazione».
Ma l'impegno segreto c'è stato o no?
«D'Alema dovrebbe chiedere scusa a Berlusconi. Non c'è stato alcun impegno segreto con gli Stati Uniti ma semplicemente un impegno esplicito in Parlamento per dar vita a una missione prevalentemente civile sotto la guida dell'Onu e che, ovviamente, avrebbe richiesto l'impiego dei militari per la sua sicurezza.

D'Alema non dovrebbe parlare come un leader di partito ma in qualità di ministro degli Esteri: la gravità delle sue affermazioni è tale che ci riserviamo iniziative parlamentari all'altezza del danno inferto al nostro Paese».

a rischio di rottura i nostri rapporti con l’America


ben venga,finalmente!!!

E, poi, cosa dirai, quando tu o i tuoi figli dovranno, fatto velocemente fagotto, andarci per non morire di fame?
D'accordo, si può optare anche per Cuba.
Ma non si può vivere mangiando solo ananas e banane.

I nostri politici ci hanno abituati ad ogni sorta di idiozia: dal processo alle intenzioni al gettare fango sull'avversario per farsi vedere più grande ed importante. A me pare che anche Cicchito possa annoverarsi tra i politici di sifatta schiatta.
Ma per chi ci hanno preso? per dei babbei? A me verrebbe voglia di non andare più a votare, quando sento certe sparate. Nessuno che ha pensato ad un'Italia e ad un popolo italiano, non subalterni ad alcuno?

E, poi, cosa dirai, quando tu o i tuoi figli dovranno, fatto velocemente fagotto, andarci per non morire di fame?
D'accordo, si può optare anche per Cuba.
Ma non si può vivere mangiando solo ananas e banane

francamente non e' che abbia capito molto la tua risposta..quello che so' e' che fino ad ora l'italia non e' tanto un partner con l'america quanto invece abbia rapporti di sudditanza,la seconda guerra mondiale e' finita da un pezzo,l'unione sovietica e' implosa e tutti i scenari sono drasticamente cambiati,allora per quale motivo dobbiamo essere i camerieri di bush in questo caso?..e per cosa poi?..difendere i valori della democrazia e liberta nel mondo come dicono gli americani?..ma non sara per difendere gli interessi che ci stanno dietro..a suon di carrarmati??
gia in iraq i soldati italiani e non ci vanno per una missione umanitaria,me ne ero dimenticato...

Per quanto ne so, negli USA c'è molto dissenso verso la politica di Bush. Di conseguenza gli americani non vanno tutti identificati con il loro presidente e relativa amministrazione.
L'idiozia di questa guerra si alimenta con i tentativi di giustificarla.

Forse se gli argentini ascoltavano il tuo consiglio prima di morire di fame avrebbero mangiato almeno ananas e banane.

Che discorsi assurdi...

Molto assurdi, quando la pancia è piena.
Molto meno, quando devi spiegare ai tuoi figli perchè non c'è niente da mangiare.
Il discorso non è poi tanto complicato: dovrebbe essere accessibile a tutti gli amici trinariciuti.
Ma, tradotto in soldoni, significa: smettetela di pisciare nella minestra, perchè tanto, alla fine, ve la mangiate voi.
Dal momento che questo Paese, in autarchica purezza, non sarebbe in grado di superare neppure il prossimo fine settimana, senza trovarsi al buio (al freddo no: siamo a Giugno), senza cibo a sufficienza per tutti, senza telefoni funzionanti, senza benzina e senza speranze...
Etc. etc.
Finitela di sputare sugli Stati Uniti d'America, dopo che da decenni mangiate alla loro mensa.

Quando si è invitati, non si chiede il menu.

Si può chiedere anche il menu e si può declinare l’invito carissimo Weyl ed è bene che i periodi si alternino – un periodo di ananas e banane (per l’eterna giovinezza ) ben venga per arrivare ad una vera saggezza.
Ma se ben ricordo, l’Italia (governo Berlusconi per essere precisi) si era invitata da sola a questo banchetto: tutti di là nel carro dei più “forti” per aumentare le nostre quotazioni in borsa. Dico nostre, senza sentirmi parte. Meglio dire per arricchire ancor di più i pochi
Weyl, i figli non si nutrono solo con le brioche e credo che è arrivata l’ora ad insegnare ai figli a sudarsi il pezzo di pane e non a speculare.

Ma ci si allontana dal tema. Importante in questo momento, è che le nostre truppe ritornino in Italia.

Non si sputa sugli USA, ma si dissente sulla politica di Bush.

Stammi bene

Credo che a dare fastidio all’America non sia tanto il ritiro degli aiuti irrisori che gli forniamo in Iraq, quanto il peso del dissenso, che va a colpire un’immagine di quel paese già fortemente compromessa dagli sbagli reiterati dell’amministrazione super conservatrice di Bush.

Con due guerre aperte, nessuna delle quali risolta, (In Afganistan l’America non controlla neppure tutta Kabul ed in Iraq, il disastro, è sotto gli occhi di tutti), e col debito pubblico in mano alla Cina, l’America rischia di passare da faro del mondo libero, a fanalino di coda del mondo globalizzato, trascinando nella sua caduta tutto l’occidente.
Samuel P. Huntington d’altro canto lo aveva predetto ….. A furia di rompere le scatole a tutti ed ingrassare il nostro orticello, è inevitabile che i nostri vicini prima o poi si alleino per farcela pagare.