…………I miei ricordi erano caldi di profumi e giochi tutti insieme e gioia dello scartare i regali. Ora sanno di fritto e consuetudine.
Come non essere d’accordo con te che il Natale, nello specifico, o le feste in genere, suonino ormai come vuoti simulacri di qualche cosa che fu. Un tempo passato, una specie di età dell’oro in cui tutte le cose sembravano più dense di significato. Anche io ho dei ricordi magnifici dei Natali della mia infanzia. Ricordo quando i miei facevano il presepe e in quegli anfratti di casette di legno, di muschio, di finti ruscelli fatti con la stagnola, sembrava veramente che ci fosse nascosta la vita. Ogni statuina aveva il suo ruolo, dai pastori, al dormiglione, dall’uomo che faceva la polenta a quello che andava alla grotta coi polli in spalla, percorrendo una strada tracciata con la segatura.
Oggi non è più così, il Natale non è più magico, il consumo e la frenesia lo stanno uccidendo ma a me viene una riflessione ulteriore, non è più magico il Natale, o sono i miei occhi che hanno perso la magia?
Io credo che sia la seconda che ho detto.... Il nostro pianto, per fortuna non è pertinente ai bambini, i quali, nei primi anni della loro vita, saranno comunque avvolti dalla meraviglia e dallo stupore. Quel pianto, o rimpianto, è forse più il sintomo della nostra innocenza perduta, del nostro malessere. Quell’odore di fritto e di consuetudine è l’immagine che ci rimanda la nostra memoria di un evento che, se lo vedessimo con gli stessi occhi innocenti dei bambini, sarebbe ancora ricco della stessa vita che aveva allora.
Il prossimo 8 dicembre, mentre prepari con lui l'albero, gli racconti la leggenda di Babbo Natale, prepari il presepe con draghi e grifoni, confezioni i segnaposto, spero che cederai con lui alla sua visione innocente, per riscoprire, assieme a lui, la magia che c'è sempre, anche se apparentemente occultata dagli odori di fritto e di consuetudine.
Buon anno....