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24-06-2005, 18.59.51 | #14 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
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Il popolo bue.
Oh,Mister Bean,
fu chiesto a Poonja Babaji: "Ma se la Bibbia è un libro di fandonie,qual'è allora,secondo lei,il vero peccato originale?" Rispose poonja: "Puoi verificare tu stesso gli effetti del peccato originale dentro la tua testa? Ammetti di avere dentro la testa un televisore acceso 24 ore su 24 e che tu non sei capace di spegnere? Ammetti che quel pensiero che ti ronza in testa va avanti automaticamente senza che tu possa farci nulla? E immagini e parole e paure e angosce... Perchè il pensiero TV continua ad andar avanti senza che tu possa farci niente? Quale è stato allora il peccato originale? 2000 anni fa chi hai scelto come Maestro,l'idiota o il Saggio? Barabba o Gesù? E oggi chi scegli come maestro,l'idiota o il saggio? Perchè,se scegli come maestro il Saggio,il pensiero TV si ferma all'istante e tu diventi L'Essere Cosmico. E la gente,da 400.000 anni a questa parte, ha scelto sempre l'Idiota come sua guida. Ed è diventata un branco di idioti e come tali,non possono far altro che ammazzarsi a vicenda. Ma....mal comune,mezzo gaudio.Così ragiona il branco umano. Pacebbene Kantai. |
25-06-2005, 11.56.56 | #15 | |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Re: Il popolo bue.
Citazione:
idioti.... armati. E' il pericolo per antonomasia, no? |
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25-06-2005, 14.37.01 | #16 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Presentato il Rapporto alla vigilia della riunione in Gran Bretagna
Le esportazioni di armi dei paesi del G8 alimentano la povertà e gli abusi dei diritti umani Fonte: IANSA - Amnesty International Gli Stati membri del G8 stanno pregiudicando il proprio impegno a ridurre la povertà e a favorire la stabilità e i diritti umani a causa delle loro irresponsabili esportazioni di armi verso i paesi più poveri e maggiormente devastati dai conflitti. Lo denuncia una nuova ricerca della campagna Control Arms (portata avanti da Amnesty International, Oxfam e Iansa), resa pubblica alla vigilia della riunione dei ministri degli Esteri dei paesi dei G8, prevista a Londra il 23 e 24 giugno. Le tre organizzazioni denunciano come Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e Usa stiano trasferendo equipaggiamento militare, armi e munizioni verso paesi - tra cui Sudan, Myanmar, Repubblica del Congo, Colombia e Filippine - in cui queste forniture contribuiscono a gravi violazioni dei diritti umani. "Ogni anno centinaia di migliaia di persone sono uccise, torturate, stuprate, allontanate dalle proprie terre grazie al cattivo uso delle armi. Come è possibile prendere sul serio gli impegni del G8 a eliminare la povertà e l'ingiustizia, se alcuni di quegli stessi governi stanno mettendo a rischio la pace e la stabilità autorizzando consapevolmente trasferimenti di armi verso regimi repressivi, regioni di estremo conflitto e paesi che non possono permettersi di rifiutarle?" - afferma Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. Il rapporto di Amnesty International, Oxfam International e International Action network on Small Arms (Iansa) dimostra quanto sia necessario appoggiare la richiesta del governo del Regno Unito e di altri dieci paesi per un trattato internazionale sul commercio di armi. "Questa ricerca mostra che i paesi del G8, già responsabili di oltre l'80% delle esportazioni mondiali, continuano a vendere armi che opprimono la gente più povera e vulnerabile del pianeta. La riunione dei ministri degli Esteri di questa settimana deve sostenere il trattato internazionale sul commercio di armi e avviare un percorso che porterà alla sua adozione" - ha commentato Barbara Stocking, direttrice di Oxfam. Il rapporto espone una serie di manchevolezze e di debolezze nel controllo delle esportazioni di armi, comuni a molti paesi del G8: - Canada: esportazioni in paesi coinvolti in conflitti armati o in abusi dei diritti umani, tra cui veicoli corazzati leggeri ed elicotteri in Arabia Saudita, nonché motori per aerei e pistole nelle Filippine; - Francia: esportazioni che rientrano nella categoria Onu "bombe, granate, munizioni, mine e altro materiale" verso paesi soggetti a embargo dell'Unione europea come Myanmar e Sudan; - Germania: l'uso di componentistica tedesca nelle forniture militari destinate a paesi coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani, come nel caso dei motori tedeschi incorporati in veicoli militari consegnati a Myanmar; - Italia: la "scappatoia" presente nella legislazione, che consente l'esportazione di grandi quantità di cosiddette "armi a uso civile" verso paesi in cui sono in corso gravi violazioni dei diritti umani come Colombia, Repubblica del Congo e Cina; - Russia: esportazioni di armi pesanti, tra cui aerei da combattimento, verso Stati le cui forze commettono abusi dei diritti umani come Etiopia, Algeria e Uganda; - Usa: un consistente aiuto militare a paesi che si rendono responsabili di persistenti violazioni dei diritti umani tra cui Pakistan, Nepal e Israele; - Giappone: esportazioni di armi leggere e di piccole armi in paesi che fanno registrare una situazione negativa dei diritti umani come le Filippine; - Regno Unito: la mancanza di controllo sui materiali britannici che possono essere usati per compiere maltrattamenti e torture e il crescente uso delle "licenze aperte", che consente alle aziende di fare spedizioni multiple senza un adeguato controllo. Gli esempi compresi nel rapporto mostrano perché è urgentemente necessario un rigido e coercitivo trattato sul commercio delle armi, internazionale, vincolante e basato sul diritto internazionale, soprattutto sul diritto umanitario e sulle norme relative ai diritti umani: questi standard, se fossero rispettati, potrebbero salvare la vita a molte persone, prevenire la sofferenza e proteggere i beni di sostentamento. "Alla luce della massiccia perdita di vite umane e della distruzione di proprietà e beni di sostentamento alimentati da questo irresponsabile trasferimento di armi, il G8 deve passare dalla retorica ai fatti e promuovere un negoziato per l'adozione di un trattato sul commercio delle armi entro il 2006. In caso contrario, ci troveremmo di fronte a un deprecabile tradimento nei confronti di milioni di uomini, donne e bambini esposti ogni giorno a violazioni dei diritti umani e alla violenza delle armi" - ha detto Rebecca Peters, direttrice di Iansa. Ulteriori informazioni La Campagna Control Arms è stata lanciata nell'ottobre 2003 da Amnesty International, Oxfam International e International Action Network on Small Arms. Il suo obiettivo è di ridurre la proliferazione e il cattivo uso delle armi e convincere i governi ai introdurre un trattato vincolante sul commercio di armi. In Italia la Campagna è rilanciata anche da tutte le organizzazioni della Rete Italiana per il Disarmo |
27-06-2005, 16.26.01 | #17 |
eternità incarnata
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Messaggi: 2,566
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Armi: Italia settima in spese militari, nona per export
di Giorgio Beretta Fonte: Unimondo - 9 giugno 2005 Mentre crescono per il sesto anno consecutivo le spese militari nel mondo superando i mille miliardi di dollari - spese che per il 47% sono fatte dagli Stati Uniti (455 miliardi di dollari) - l'Italia, con una spesa 27,8 miliardi di dollari nel 2004 e di 27,6 miliardi di dollari nel 2003, si piazza al settimo posto della graduatoria mondiale per il secondo anno consecutivo, precedendo paesi tradizionalmente con alta spesa militare come la Russia (19,4 miliardi), Arabia Saudita (19,3 miliardi), Corea del Sud (15,5 miliardi) e India (15,1 miliardi). Ma non solo. Con un'esportazione di 261 milioni di dollari (in valori costanti) l'Italia è nel 2004 il nono esportatore mondiale di armi, che sono state vendute anche a nazioni sotto embargo Ue come Cina, in conflitto come India e Pakistan e fortemente indebitati come Sudafrica Brasile e Cile. Lo si evince dai dati del Sipri, l'Istituto internazionale di Stoccolma per la ricerca sulla pace, che ieri ha pubblicato il Rapporto 2005. Scorrendo le dettagliate tabelle del Rapporto 2005 si apprende, infatti, che l'Italia negli ultimi tre anni ricopre stabilmente un posto della tra i primi dieci della graduatoria dei maggiori esportatori mondiali di armi convenzionali: il settimo nel 2002 con un'export pari a 357 milioni di dollari, il nono nel 2003 con un'export di 303 milioni di dollari e sempre il nono nel 2004 con un export, in calo, di 261 milioni di dollari. Un calo dovuto principalmente ai tempi di consegna, mentre le nuove commesse sono in crescita come segnalava recentemente la Relazione ministriale sull'export 2004. Tra i destinatari di armi armi italiane e di licenze di produzione appaiono Paesi sotto embargo Ue come Cina o in conflitto come India e Pakistan: all'India nel periodo 2000-2004 l'Italia ha esportato 15 "Fire control radar" tipo Seaguard TMX da installare su fregate prodotte in India e 72 siluri A244/S ASW, mentre al Pakistan sono stati venduti 135 radar Grifo Combat della Fiar da installare su Mirage-3 e altri caccia, ed altri 57 radar sempre modello Grifo Combat della Fiar per aerei da combattimento F-7MG (F-7PG) di fabbricazione cinese. Nell'elenco delle destinazioni di armi italiane appaiono inoltre Paesi poveri e altamenti indebitati che destinano ingenti risorse alla spesa militare. Tra questi il Sudafrica al quale sono stati venduti 30 elicotteri da combattimento A-109K dell'Agusta per un valore complessivo di 240 milioni di dollari, che fanno parte di un "pacchetto" di ben 977 milioni di dollari che prevede tra l'altro 191 milioni di dollari destinati all'industria armiera locale per la produzione di elicotteri A-109 e A-119 destinati all'esportazione e per elicotteri A-109LUH di cui 25 assemblati in Sudafrica. Sempre della Agusta sono due elicotteri modello AB-139, di cui uno ad uso civile, destinati alla Namibia del valore di 8 milioni di dollari ciascuno mentre 8 elicotteri del modello A-109K e A-109E Power version sono stati venduti alla Nigeria. Tra gli export a nazioni altamente indebitate sono da segnalare i 46 radar Grifo Combat e Grifo-F version venduti al Brasile del valore di 285 milioni di dollari che fanno parte di un programma di modernizzazione dei caccia F-5BR e F-5E la cui consegna è prevista a partire da quest'anno; un contratto per siluri Black Shark AS torpedo col Cile e la modernizzazione di due fregate "Lupo" per il Perù del valore di 30 milioni di dollari. Tra i maggiori acquirenti delle armi "made in Italy" c'è la Malesia che nel 2003 ha firmato un contratto per 11 elicotteri A-109K della Agusta del valore complessivo di 70 milioni di dollari e A-109LUH nella versione da combattimento di cui alcuni assemblati nel paese asiatico; 6 Seaguard TMX Fire control radar; 30 siluri Black Shark AS da instalare su sottomarini Scorpene e 24 Otomat Mk-2 missili per corvette. Da segnalare, inoltre, i 4 radar NA-25XM "Fire control" venduti agli Emirati Arabi Uniti che fanno parte del "progetto Baynunah" del valore complessivo di 500 milioni di dollari che prevede, tra l'altro, la modernizzazione in Italia di 8 elicotteri CH-47C Chinook libici che verranno consegnati agli Emirati il prossimo anno. Sistemi d'arma che, come si vede, vanno d'accordo con tutte le tipologie di armi, dai Chengdu F-7MG cinesi ai caccia F-5BR brasiliani, dalle fregate Shivalik Class prodotte in India ai Mirage-3 francesi agli F-7P dell'aeronautica militare del Pakistan. |