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01-12-2003, 22.27.37 | #10 |
Ospite
Data registrazione: 11-11-2003
Messaggi: 12
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Ho letto i commenti e le riflessioni venute prima di me e vorrei aggiungere qualcosa. La prima che mi viene è questa: i kamikaze hanno operato ed hanno raggiunto il loro obiettivo. Le loro è una guerra e come in tutte le guerre non si guarda più chi sopravvive e chi muore. Conta l'obiettivo. Purtroppo ho lavorato in un ambiente militare e... loro ragionano così. Non sono d'accordo, ma è così! La guerra, stravolge gli uomini con le loro coscienze e le loro convinzioni. Si agisce non più secondo una propria logica ma obbedendo a degli ordini. Si può essere più o meno convinti, ma l'alternativa è morire per non aver ucciso... Ora se della gente sacrifica la propria vita pur di combattere e distruggere un nemico ha dei motivi, e forti anche. Siamo tutti sicuri di conoscere quali sono questi motivi o ci fidiamo ciecamente di quello che Tg e rotocalchi ci propinano? Pensate che se avessero ucciso i vostri cari, o i vostri figli non sareste anche voi pronti a trasformarvi in tanti kamikaze per "punire" chi vi ha provocato così grande dolore? Intendiamoci, non sono qui a difendere nessuno perchè non credo in una violenza giusta ed una sbagliata. La violenza è SEMPRE sbagliata e condannabile. Questo per chiarire che non sono un filoirakeno. Però mi metto anche nei panni di tanta povera gente che non accetta di vedere morire i propri cari per un pozzo di petrolio o per una partita di cannoni e lotta, come può. C'è chi ha perso un figlio per una bronchite non curata a causa dell'embargo, chi ha perso i genitori sotto le bombe della prima guerra. Con questi precedenti come si poteva sperare di passare per dei salvatori?
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