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15-01-2003, 19.06.24 | #3 | |||
Ospite
Data registrazione: 07-01-2003
Messaggi: 25
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...io invece non avevo voglia di scriverci su niente dato che il libro IO l'ho letto, e a chi non l'ha fatto non vorrei MINIMAMENTE condizionare il giudizio.
Ma più che altro fammi puntualizzare l'enorme svista (sletta, scapita) del tizio dal quale hai tratto la tua citazione (ma chi è sta capra?!). Citazione:
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Tant'è vero che il professor Antolini, figura alla quale sono consegnate le idee dello stesso Salinger, rassicura Holden del fatto che molti uomini hanno già attraversato questa fase esistenziale (a ennesima dimostrazione che la polemicotta ritrita anticonformista-antisociale non c'entra nulla) e ne hanno lasciato traccia in altri libri. E che Holden si tranquillizza sul finale, avendo intravisto uno spiraglio di possibile futura felicità attraverso il suo rapporto con la sorellina che ancora riesce a farlo sentire emotivamente vivo. Il fatto che negli states questo libro sia diventato il manifesto di una certa fase di ribellione generazionale negli anni 60 (il libro è del 61, non del 51 come dici tu) non significa che non sia stato strumentalizzato forzandone i reali significati. Si tratta quindi di un libro che parla del disagio esistenziale di un adolescente alle prese con le inquietudini della vita, niente di più niente di meno, vissute a tratti in modo patologico, tant'è vero che mi pare che alla fine del libro l'ospedale in cui finisce è un ospedale psichiatrico, ma forse qui sono io a sbagliare, qualcuno parla di ricovero per una semplice polmonite... E' ovvio che questo rispecchi la mentalità "malata" dell'autore, tant'è vero che Salinger, descritto come un ossessivo compulsivo antisociale dalla figlia, dopo aver scritto altri 3 libri (x cui non ci sono "seguiti" da aspettare, i "seguiti" ci sono già) si è rifugiato a vivere da eremita in una foresta degli stati uniti dov'è di rado raggiunto solo dal suo editore. E poi alt sul commento generale: NON HO MAI DETTO CHE NON SIA UN GRANDE LIBRO! E molto ben scritto, a mio parere. Ho solo detto che non lo metto tra i libri che mi hanno cambiato la vita. E il fatto che sia un libro "generazionale" non significa che vada ridimensionato nelle qualità. E' un libro dal quale tutti possono trarre qualche insegnameto. Spetta sempre al lettore essere curioso ed attingere a qualcosa... |
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16-01-2003, 18.31.22 | #5 | ||||||||
Ospite abituale
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Dubito, dunque, che Salinger abbia inteso affidare il proprio pensiero, la propria visione del mondo ad una figura marginale, che, per soprammercato, è anche raffigurata e percepita come fastidiosa. Antolini, a mio modesto parere, rappresenta la maturità, permeato com'è del pensiero borghese tipico di una società che è rifiutata dal protagonista ed è avvertita come soffocante, vuota di significato e ricolma di apparenze. Confesso che la reiterata domanda che Holden poneva a tutti i suoi interlocutori, anche quelli occasionali (non ho contato le volte in cui Holden pose il quesito), mi ha creato non poca confusione nell'interpretazione del romanzo: <dove andranno le anitre quando il laghetto è ghiacciato?>. E' quasi la colonna sonora del romanzo … stupidamente, mi chiedevo: <cosa mai vorrà dirci l'autore con questo quesito reiterato?> … probabilmente nulla d'importante o fondamentale … o forse no … prova a fornirmi una chiave di lettura in proposito. Citazione:
Il rapporto idilliaco, e forse un tantino mitizzato con la sorellina, il personaggio, a parer mio, più bello dell'intero romanzo (non credo sia un caso … qui sta' l'indubbia maestria di Salinger: far emergere un personaggio marginale, la cui candida purezza, connessa all'età, aleggia per tutto il racconto ed è continuamente evocata dal protagonista), potrebbe rappresentare il legame inossidabile che lui mantiene con l'infanzia e la tipica ingenuità di quel periodo della vita. Il finale, piuttosto che rassicurante o tranquillizzante, mi sembra sconsolante. Questa è la mia chiave di lettura: Holden, avvertendo impari la lotta contro la società che lo soffoca, ad un certo punto della sua esistenza, rifiuta lo scontro e, arrendendosi, si conformizza, 'rientra nei ranghi'; tant'è che, proprio nelle ultimissime pagine del racconto, riprende a pensare come sarà il suo rientro a scuola l'anno successivo, e l’ultima frase che Holden lascia in eredità non trasmette forse un profondo e doloroso senso di sconfitta? <…Non raccontate mai a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti.>… non pensi sia abbastanza sconfitto? Che Salinger abbia così voluto decretare la sconfitta degli utopici sogni dell'adolescente? Perché secondo te? Ti consegno la domanda … io, non conoscendo la biografia dell'autore, non sono in condizione di fornire una risposta esauriente, potrei solo immaginarla … ma ho la sensazione che incorrerei nel rischio di prestare il fianco a qualche tua reprimenda che al momento vorrei cercare di evitare (almeno su questo argomento, poi, per il resto, avrai potuto costatare che non mi tiro certo indietro … ben vengano le bastonate … per questa mia ultima affermazione, non pensarmi caustico … mi diverto). Citazione:
Continua |
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16-01-2003, 18.32.53 | #6 |
Ospite abituale
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seconda e ultima parte
Tralascio il resto e piombo a piè pari sull'ultima tua affermazione, ancora una volta urlata: < NON HO MAI DETTO CHE NON SIA UN GRANDE LIBRO>. Azz… qui l'ammonizione me la sono proprio meritata. Ho interpretato il tuo pensiero e interpretandoti ho preso un granchio. Ho, probabilmente, voluto proiettare su di te un'impressione che era solo mia. Leggi la frase in quest'altro modo <a me, quel romanzo, non è piaciuto molto>.
Ciao, con simpatia (sappi che quando lo dico, non lo faccio mai per sfottere) PS: ho letto da qualche parte che anche Guccini avrebbe fatto riferimento, in una sua canzone, a questo romanzo … sapresti dirmi quale? |
16-01-2003, 19.28.23 | #7 |
Ospite
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Non c'è nulla che avvalori maggiormente il mio commento rispetto al tuo se non l'eventuale concordanza con un certo tipo di critica letteraria.
Ecco da dove viene la mia sicurezza, le fonti NON sono tutte uguali...oltre al significato di qualche parola fintamente altisonante è bene avere anche un pronto intelletto a mio parere. P.S. che tu mi veda alla finestra urlante è giusto una tua fantasia. Malata se mi permetti. Senza alcuna simpatia. Almeno io non sono ipocrita. |
16-01-2003, 21.15.36 | #8 | |
Ospite abituale
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Naturalmente scherzavo ... ti chiedo sinceramente scusa, non era mia intenzione offenderti o infastidirti (non sono un ipocrita neanche io). Ciao |
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