lo Zahir
lo Zahir, P. Coelho, 05
Lo Zahir è la repentina ossessione amorosa da cui viene sorpreso uno scrittore e che getta una nuova luce sul suo usurato rapporto matrimoniale.
Scatenata dall'inspiegabile scomparsa della moglie, corrispondente di guerra, conferma che l'amore si nutre di fughe e di assenze.
Quale ulisside – è Itaca di Kavafis la premessa – intraprende un viaggio mistico alla sua ricerca anche per scoprire l'essenza dell'amore liberato dalle convenzioni e il senso della sua vita.
“Zahir” assume un secondo significato di condizionamento sociale originato dalla prima educazione che impone chiusure, rinunce, repressione dei sentimenti. Ciò determina la propria visione del mondo e impedirà ogni proficuo cambiamento. In questa accezione sono esposte alcune attuali tendenze espresse dallo scrittore - durante la sua evasione tra esoterismi e veggenze – forse vero tema del romanzo – su cui riflettere.
La libertà a cui si aspira è disconfermata dalle regole indotte dai genitori, dal preteso matrimonio per tutta la vita, da rituali, mode e pseudovalori, da progetti incompiuti e amori che non si possono interrompere. Schiavi delle apparenze di una vita priva di autentiche scelte, che si è obbligati a vivere, scorrono i giorni inframezzati da futili distrazioni senza che si abbia il coraggio di mutare qualcosa e infine si muore senza aver vissuto.
Gli uomini tristi sono chiusi in una “Storia personale” adattiva fatta di esperienze altrui che impedisce la possibilità di crescita e svia dai propri sogni. Saprebbero pure riconoscere cosa manca loro ma non osano trasformarsi in chi realmente sono per adeguarsi a ciò che pensano di essere.
Negli ultimi decenni, osserva, nel matrimonio si cerca la realizzazione personale ma prevale l'insoddisfazione mascherata mentre le occasioni si allontanano sempre di più.
Infine si accorge che anche il suo amore per Esther non è stato una libera manifestazione ma uno specchiarsi in un reciproco rimando per un rapporto di dipendenza più che di amorosa purezza.
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