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22-04-2005, 13.04.58 | #3 |
Ospite
Data registrazione: 18-04-2005
Messaggi: 4
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Ciao Hare_Crusca,
le domande che poni ruotano, in sostanza, attorno a un concetto che è entrato a pieno diritto nella riflessione teologica cattolica, e cioè se tutte le religioni si equivalgono. I cristiani, a differenza di altri credenti credono che Dio si è incarnato nel grembo di una donna per condividere pienamente la nostra condizione umana, cioè Cristo ha patito i dolori del parto, della fame, della sete e vivendo in un periodo dove la legge era amministrata dai più forti avrà patito sicuramente tante umilizioni per la sua appartenenza ad una classe sociale povera e per di più di un paese posto ai confini dell'impero romano. Chi ha conosciuto veramente la fede in Cristo non può - sotto il profilo teologico - abiurarla per convertirsi ad un altro credo, ma è chiaro che chi non avendo avuto il dono di conoscere la fede in Cristo non può certo essere allontanato dallo sguardo misericordioso di Dio, davanti al quale tutti gli uomini sono uguali sia maschi che femmine. A chi si rivela Dio? Io credo che ci sono dei valori universali che ogni singolo uomo porta dentro di sè, e cioè il valore della pace, della fratellanza, del rispetto per il creato, e sono proprio queste persone che hanno più lòa possibilità di "vedere" con gli occhi della fede il Volto di Dio. Su questo punto conto di ritornarci perché non è possibile - durante una pausa pranzo - dire tutto... Per quanto riguarda il rimaneggiamento della Bibbia durante i secoli questo è tutto da dimostrare perché bisogna tener presente gli stili letterari propri di un'epoca. Che io sappia le edizioni attuali si basano facendo delle traduzioni dagli scritti originali che, per quanto riguarda l'Antico Testamento, sono stati validamenti conservati dagli ebrei. Ci sentiamo presto. Con amicizia Lancillotto |
22-04-2005, 13.16.09 | #4 |
Ospite
Data registrazione: 13-04-2005
Messaggi: 4
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le altre religioni e il pensiero di B. Forte
Può interessare ciò che don Bruno Forte dice riguardo alle altre religioni? Ecco lo "spezzone" di un'intervista a Forte:
Oggi, il confronto con persone di altre religioni è un fatto quotidiano. Come affrontare positivamente questo rapporto interreligioso? Con due no e un sì. Il primo no è rivolto ad una sorta di relativismo, di pluralismo indifferenziato, per cui tutte le verità sono buone. In realtà la verità è una e dunque bisogna avere il coraggio e l’umiltà di corrispondere ed ubbidire ad essa. Il secondo no è per quella specie di integralismo per cui ci riteniamo talmente possessori della verità da escludere che la presenza, i segni della verità, si possano realizzare anche fuori dei confini visibili della Chiesa; da escludere che le grandi espressioni religiose dell’umanità possano essere in qualche modo dei luoghi in cui lo Spirito agisce per la salvezza degli uomini. Oltre a questi due no è necessario che si profili un sì. È il sì alla fede cristiana che riconosce nella Trinità il mistero del Dio amore rivelato in Gesù Cristo. Proprio il mistero del Dio amore ci fa pensare che nel disegno del Padre ci sia un posto per la salvezza di ogni creatura umana, che l’azione dello Spirito si estenda anche al di là dei confini visibili della Chiesa e che Cristo sia veramente morto e risorto per tutti. È questa convinzione che deve spingerci a riconoscere i segni, gli strumenti, le vie di salvezza dovunque essi siano presenti. |
22-04-2005, 16.07.16 | #5 |
Ospite
Data registrazione: 20-04-2005
Messaggi: 25
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Però si riconduce sempre tutto ad una questione di fede.
Se uno la ha crede a tutto ciò che gli viene detto o insegnato fin da bambino (non serve a questo il catechismo?). Se uno non la ha, logicamente mette tutto in discussione. |
22-04-2005, 16.28.47 | #6 |
Ospite
Data registrazione: 15-04-2005
Messaggi: 10
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scusate se mi intrometto nella vostra discussione ma... vorrei dire la mia.
Credo che Hare_Crusca ponga la questione su un piano troppo semplicistico perché dire se uno ha fede sin da bambino dopo crede a tutto quello che gli viene detto (mi sembra che sia questo il senso delle tue parole) è troppo semplicistico. Io credo di aver fede da quando era bambina ma mica accetto tutto ciò che mi viene detto. Per quanto riguarda il sacerdozio delle donne, ad esempio, ho la mia opinione, e sul tema del sacerdozio la gerarchia ecclesiastica è fin troppo rigida, ma questa rigidità non mi impedisce né di tenermi la mia opinione, e anche di divulgarla, né di sentirmi con due piedi in una scarpa quando frequento la mia comunità parrocchiale. Per quanto riguarda l'altro aspetto accennato da Hare_Crusca io non credo proprio che da adulti non si possa fare una scelta radicale: se uno non è stata mai credente può comunque, dopo un preciso cammino, diventarlo ed esserne fiero perché ha conosciuto Cristo. Sinceramente, dunque, le obiezioni sollevate da Hare_Crusca non le capisco e se magari vuoi essere un po' più chiara Te ne sarei grata perché mi farebbe piacere approndire questa cosa. Ciao e buona domenica a tutti che tra meno di mezz'ora corro a casa! un grosso saluto a tutti da Valeria |
22-04-2005, 18.17.54 | #7 | |
Ospite
Data registrazione: 20-04-2005
Messaggi: 25
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Citazione:
Ciao Valeria... per prima cosa non è affatto un'intromissione! E' un forum... quindi le discussioni sono per tutti... Passando al resto, non volevo dire che SOLTANTO da bambini si possa crescere con la fede...(anche se -parere personale- il catechismo serve a questo... a cercare d'indottrinare i bambini già da piccoli... io l'ho fatto, e non ne porto un bel ricordo -magari sarò stata sfortunata-). La fede la puoi incontrare in qualunque momento... e perdonami -sempre parere personale che lascia il tempo che trova- ma credo che spesso, dietro alla fede trovata in altre età, si nascondano la paura di morire, la paura di cosa ci sarà dopo la morte, un bisogno di trovare un senso a questa vita (sembro Vasco Rossi). In altre parole, inconsapevolmente o meno, dietro alla fede, dietro all'aver "conosciuto Cristo"... spesso c'è la paura. Su questo puoi non essere d'accordo. Ma la religione cristiana non è una religione che ti tranquillizza, che ti regala serenità in ogni circostanza... non è una religione che ti dice "vai in pace con te stesso e col mondo... di qualunque religione tu sia, se sarai retto e buono troverai il tuo paradiso". Direi proprio di no! Solo se sei cristiano c'è la salvezza... al limite ti fanno una concessione se sei ebreo (magari però arrivi su e non trovi parcheggio ).... Magari l'unico problema fosse il sacerdozio delle donne! L'aborto può essere contestabile... ma addirittura indottrinare le popolazioni africane dove ci sono i missionari cristiani, che l'uso del preservativo è PECCATO...e lasciarli morire come mosche (loro ed i futuri bambini che nasceranno...) di AIDS... bè, se questo ti rende fiera di essere cristiana..... |
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26-04-2005, 10.08.42 | #8 |
Ospite
Data registrazione: 15-04-2005
Messaggi: 10
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Per Hare_Crusca
Ciao Valeria... per prima cosa non è affatto un'intromissione! E' un forum... quindi le discussioni sono per tutti...
Grazie! La fede la puoi incontrare in qualunque momento... e perdonami -sempre parere personale che lascia il tempo che trova- ma credo che spesso, dietro alla fede trovata in altre età, si nascondano la paura di morire, la paura di cosa ci sarà dopo la morte, un bisogno di trovare un senso a questa vita (sembro Vasco Rossi). Scusami ma, in effetti, la Tua è veramente un'opinione molto personale. Non metto in dubbio che in alcune persone la paura della morte e altro possa effettivamente giocare un ruolo importante. Tiene presente che con l'età adulta si ha anche una certa esperienza che noi giovani non abbiamo. Per anni si corre dietro a certi progetti (lavoro, casa, famiglia, ecc.) e poi ci si accorge che non si ha nulla se non un pugnmo di mosche. Nella vita ci sono valori molto più importanti che si comprendono solo con l'età e dopo certe esperienze. Certo la morte e la sofferenza ci fanno pensare a certe cose e alla nostra vita e forse è per questo che prima o poi tutti dobbiamo incontrarle. In altre parole, inconsapevolmente o meno, dietro alla fede, dietro all'aver "conosciuto Cristo"... spesso c'è la paura. Su questo puoi non essere d'accordo. Infatti non lo sono perché in tanti c'è gioia e appagamento ma soprattutto voglia di andare avanti e di affrontare i drammi della propria esistenza. Ma la religione cristiana non è una religione che ti tranquillizza, che ti regala serenità in ogni circostanza... non è una religione che ti dice "vai in pace con te stesso e col mondo... di qualunque religione tu sia, se sarai retto e buono troverai il tuo paradiso". Direi proprio di no! Dipende che hai conosciuto. Purtroppo non tutti i preti e non tutti i credenti hanno il dono di trasmettere i valori veri del cristianesimo. E poi non esiste un paradiso individuale... Solo se sei cristiano c'è la salvezza... al limite ti fanno una concessione se sei ebreo (magari però arrivi su e non trovi parcheggio ).... Su questo non sono per niente d'accordo. La salvezza esiste per ogni uomo. La lezione di Ratzinger riguarda i cristiani che dopo aver conosciuto Cristo lo hanno rinnegato per aderire ad altre religioni. E' lì il punto. Ratzinger non nega affatto che un ebreo o un induista possa entrare nella misericordia di Dio. Magari l'unico problema fosse il sacerdozio delle donne! Certo, ci sono tanti altre questioni da affrontare... L'aborto può essere contestabile... ma addirittura indottrinare le popolazioni africane dove ci sono i missionari cristiani, che l'uso del preservativo è PECCATO...e lasciarli morire come mosche (loro ed i futuri bambini che nasceranno...) di AIDS... bè, se questo ti rende fiera di essere cristiana..... E invece ucciderli nel grembo materno nascosti alla nostra vista può tranquillizzare le nostre coscienze? Con amicizia Valeria |