Ospite
Data registrazione: 04-03-2003
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Che bella occasione!
Mi viene in mente il personaggio di Jane Eyre. Da piccola volevo assomigliarle. Mi affascinava il suo carattere forte, umile ma estremamente dignitoso. Una ragazza senza mezzi, senza amicizie, che deve contare solo su se stessa. Ha un concetto tutto inglese e ottocentesco di ciò che si addice ad una giovane donna che può contare solo sulle proprie risorse morali e intellettuali. Affronta con dignità e coraggio tutte le avversità, senza mai venire meno al rispetto di sé.
Sì, è un po' rigida, però forse era proprio questo ad affascinarmi: neppure la passione amorosa può farla deviare dalla coscienza di doversi prendere cura di sè... nulla era per lei più importante. Fa sorridere il suo giudizio sul sistema educativo francese, rispetto al quale ritiene il modo inglese un necessario correttivo...
e poi sa stare da sola.
C'è il personaggio di Gandalf... ne " il signore degli anelli " non lo fa mai, però io sono convinta che sappia volare... e come vorrei fare una cavalcata su Ombromanto...
caspita... è difficile ritrovare nella memoria tra tanti personaggi...
c'è Padre Cristoforo... sì, non arricciate il naso per i brutti ricordi della lettura scolastica de " I promessi sposi "; lo so, i prof spesso li rovinano... ma io ho un così bel ricordo del suo sguardo mobile e vivo... la sua camminata nervosa... la sua sapienza senza retorica...
Jane Sommers
Poi c'è Jane Sommers. È bella, abbastanza giovane; ha un gusto spiccato (e ancora una volta tutto inglese) dell'eleganza nel vestire... ma non è un fatto di frivolezza... non so... sembra più il suo modo di stare bene con sé stessa... di saper scegliere.
E proprio lei, ricca sana giovane elegante, diventa amica di una donna anziana, che è proprio tutto l'opposto. E imparano l'una dall'altra.
Da " il diario di Jane Sommers ", di Doris Lessing
" Di nuovo, automaticamente, quella rabbia, come se avesse
schiacciato un bottone. Sono andata nell' altra stanza, quella dove
lei di solito non vuole che vada.
Il letto con la trapunta buona, l'armadio, il tavolino da toilette
con i ninnoli di porcellana, le librerie buone. Ma dappertutto
mucchi e mucchi di spazzaturà. Non riuscivo a crederci. Giornali
di cinquant'anni prima, ormai friabili: rimasugli di stoffa, orribili,
gialli e macchiati, pezzetti di pizzo, fazzoletti sporchi, nastri
strappati - non avevo mai visto niente del genere in vita mia. Non
buttava via niente da anni, da decenni, credo. Nei cassetti,
disordine, ed erano pieni di - ma ci vorrebbero pagine e pagine,
per descriverne il contenuto. Avrei voluto avere con me un
fotografo - riflesso condizionato! Sottovesti, camicie, mutande,
corsetti, maglie, vecchi vestiti, o pezzi di vecchi vestiti, camicette...
e niente che avesse meno di' vent'anni, c'era anche roba della
prima guerra mondiale. La differenza tra i vestiti di adesso e quelli
di allora: erano tutti di fibre "vere", cotone, seta, lana. Non c'era
niente di artificiale. Ma strappati, o macchiati, o sporchi. Ho tirato
fuori un fagotto di roba, e ho passato in rassegna un capo dopo
l'altro, da principio per curiosità, e poi per vedere se c'era
qualcosa di portabile, o di pulito. Alla fine ho trovato una maglia
di lana, un paio di mutande lunghe pure di lana, una sottoveste di
seta rosa piuttosto bella, un vestito di lana, blu, e un cardigan. Era
tutta roba pulita, o quasi. Ho lavorato di buona lena, là dentro,
tremando di freddo, e intanto pensavo a come avevo amato me
stessa negli ultimi giorni, a come amo me stessa per il controllo
che ho sulle situazioni, per la posizione che detengo, privilegiata: e
ho pensato che se volevo cercare di capire lo stato di impotenza
della povera Maudie dovevo ricordare com'era la mia vita da
piccola, quando speravo sempre di farcela a non bagnare le
mutandine prima di arrivare al gabinetto.
Ho portato i vestiti nell'altra stanza, ormai caldissima, con il
fuoco che divampava. Le ho detto, "Vuoi che ti aiuti a cambiarti?"
Subito quel movimento laterale, irritato, della testa, che significa-
va che mi stavo comportando da stupida, ormai lo sapevo.
Ma non riuscivo a capire perché.
Cosi mi sono seduta di fronte a lei e ho detto, "Finirò di bere il
mio tè prima che diventi freddo." Mi sono resa conto, con
interesse, che lo stavo bevendo senza provar nausea: mi sono
abituata a bere da quelle tazze sudicie. Una volta Maudie doveva
esser stata come me: sempre a lavarsi, a lavar tazze, piatti, a
spolverare, a lavarsi i capelli............
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