FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità
La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.
Capitolo 5 - Febbraio 2015
Realtà e Informazione: Cosa sono per noi?
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5.6 Mondo esterno e interno sono una sola cosa
Ciò che noi chiamiamo esperienze vissute, sono reazioni che si manifestano all’incontro tra energie. Prendiamo per esempio la percezione: la volontà di focalizzare un organo del sensorio incontra l’oscillazione elettromagnetica di una emittente, da cui risulta la percezione.
Vedo per esempio un albero. Cosa avviene? L’energia solare, quale spettro delle oscillazioni di frequenze elettromagnetiche che comunemente chiamiamo luce, colpisce gli elettroni delle foglie, del tronco e dei rami dell’albero. Questi elettroni vengono eccitati dalle irradiazioni e ricascano alla fine nel loro stato primitivo. Nel frattempo emettono verso l’esterno frequenze luminose con le quali erano stati eccitati prima. Alcune di queste frequenze oscillanti vengono imprigionate in strutture molecolari ben precise. Le frequenze che non vengono assorbite, irradiano anche nella nostra direzione ed entrano in risonanza con le strutture di coni e bastoncelli del fondo dell’occhio: la retina, dove l’assorbimento di questa energia provoca una modifica delle strutture molecolari. Attraverso lo scambio ionico e di complesse modifiche della membrana cellulare arrivano poi al cervello segnali che noi interpretiamo come l’immagine dell’albero. Sebbene sia tutto per intero radiazione elettromagnetica, noi selezioniamo l’albero in un posto specifico nello spazio. Questo diventa poi la nostra realtà.
Generalmente detto: per la configurazione della realtà viene condotta energia alla nostra consapevole attenzione, da ciò in seguito generiamo forma/struttura/configurazione con senso e valore quali unità separate e creiamo così spazio e tempo. Il mio “IO” ha creato, plasmato l’albero.
Quando prendiamo un oggetto in considerazione, noi in effetti osserviamo il nostro cervello occupato ad elaborare energia elettromagnetica irradiata dall’oggetto. L’universo non è quindi la diretta riproduzione delle energie che attivano i nostri sensi. Più che altro sono il nostro intelletto e la nostra consapevolezza che creano il mondo dando al totale delle singole energie captate momentaneamente “senso e valore” o senso e significato.
Dal punto di vista della filosofia quantistica gli oggetti dell’universo materiale esistono soltanto in relazione alla nostra consapevolezza. Secondo la tradizione asiatica, le manifestazioni da svegli del mondo cosciente sono Maya, ovvero “illusioni, fantasmi, fantasmagorie”. Tutto quello che viene creato dall’osservazione, ha la facoltà di osservarsi da se stesso e di creare nuove realtà esse stesse osservanti.
Concretamente detto, significa che “ogni invenzione crea nuove invenzioni”. Noi siamo parti di una creazione che si scinde all’infinito in molteplici creazioni e queste possono nuovamente percepirsi a vicenda scambievolmente e per mezzo di ciò stabilizzarsi.
L’IO attinge ad energie del mondo esterno e le conserva nel proprio mondo interno (consapevolezza, intelletto), plasma le immagini interne (trasformazione) e restituisce al mondo esterno queste rappresentazioni sotto forma di creazione. Senza riflesso del mondo interno, il mondo materiale non può esistere. (Laitman 2007)
Ogni Co-Creazione è quindi una proprietà intrinseca.
Tutte le manifestazioni sono collegate ad una consapevolezza. In concreto avviene quanto segue: Un’informazione potenziale esiste universalmente “prima” solo come funzione d’onda e diventa “poi” informazione locale, concreta, quando noi individui che ce la raffiguriamo quale costrutto spazio-temporale, consciamente per generare sapere, o domandiamo, osserviamo, misuriamo ecc. Tramite la consapevolezza dell’individuo vengono connesse con la locale materia informazioni universali, quindi non locali e virtualmente latenti, e con ciò si ottiene la commutazione semantica e reale dell’informazione.
Dalla cognizione che la consapevolezza fa diventare reali le particelle subatomiche dobbiamo fare attenzione a non trarre conclusioni affrettate, poiché: «Noi e anche l’intero universo creiamo sì particelle subatomiche, ma inversamente esse creano anche noi. L’uno crea l’altro nell’ambito della cosmologia autoregolatrice». (Wheeler e altri 1973)
Quello che noi designiamo mondo esterno, si basa in esclusiva sulla nostra percezione intellettuale. Io creo il mondo esterno nella mia consapevolezza. Per mezzo della mia consapevolezza io sono così contenuto nel mondo esterno, ma il mondo esterno è anche in me attraverso la mia stessa consapevolezza. «Quando noi crediamo di avere fatto esperienza di un mondo fuori di noi, in realtà viviamo questo stesso mondo dentro di noi», dice il filosofo e mistico Paul Brunton (1898-1981).
La consapevolezza interpretativa rimane in un continuo gioco alternato con l’ambiente ed è mutevole. Quando il corpo è esausto, la qualità della percezione che segue per mezzo della consapevolezza è diversa da quella di un corpo fresco, rigenerato. Questo è un problema di non poco conto per l’auto-guarigione. Quando ci sentiamo male perché siamo ammalati, anche la nostra percezione non è più in armonia e in grado di guarirci.
Una consapevolezza dislocata (pazza) a causa di droga, ipnosi, innamoramento, trance o sotto simili influssi, modifica la nostra esperienza e ci trasferisce in un mondo completamente diverso. Il morale o l’umore interno genera la realtà individuale. La materia tutta esiste solo sulla base dell’idea che noi ci facciamo di essa. Noi pensiamo in immagini e modelli che corrispondono alle nostre aspettative e che si basano di nuovo sulle nostre esperienze.
La consapevolezza impiega il corpo per osservare e così fare esperienze. La costruzione del corpo serve quale strumento, così come noi usiamo i telescopi per osservare le stelle nel cosmo. In realtà noi siamo puro intelletto in uno strumento di misura che si chiama corpo. Fare esperienze è un gioco di dimensione cosmica. Il mondo materiale è il palcoscenico o il terreno da gioco, le leggi naturali sono le regole del gioco.
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