FILOSOFIA QUANTISTICA e Spiritualità
La chiave per accedere ai segreti e all’essenza dell’essere. Di Ulrich Warnke
Traduzione a cura di Corrado S. Magro
In esclusiva assoluta per l'Italia, per gentile concessione dell’autore e dell’editrice Scorpio la traduzione del libro di Ulrich Warnke: Quantenphilosophie und Spiritualität.
Capitolo 5 - Febbraio 2015
Realtà e Informazione: Cosa sono per noi?
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5.3 Un sofisma della logica
Un dogma ritenuto scientifico, e tutt’ora in auge, parte dal punto di vista che il mondo reale di cui facciamo esperienza esista senza consapevolezza alcuna. Anche Einstein fu vittima di questa conclusione constatando: «La natura esiste indipendentemente da una consapevolezza e gli oggetti materiali hanno caratteristiche proprie».
Tale enunciato non è dimostrabile. Perché la constatazione di Einstein, alla luce delle conoscenze attuali, è da considerare errata? La risposta è a portata di mano. Perché la percezione è sempre senz’alcuna eccezione accompagnata con la creazione di un costrutto spirituale che noi definiamo esperienza. Enunciati scientifici poi, sono sempre ed esclusivamente interpretazioni e in alcun caso esiste una scienza naturale indipendentemente da una consapevolezza umana. Giacché nulla in assoluto esiste senza che venga percepito, denominato e interpretato da una consapevolezza dell’individuo e le informazioni su ciò vengono propagate esclusivamente attraverso l’individuo, un’oggettività in senso ristretto, indipendente da una consapevolezza, è illusoria già in anticipo. La percezione, anche della natura, è sempre e senza eccezione creazione di un costrutto spirituale.
Ancora una volta: la “Realtà” può essere riconosciuta solo ed esclusivamente attraverso le lenti del nostro intelletto. Con ciò, ogni esistenza nello spazio e nel tempo è il risultato di una costruzione mentale, un mero sofisma.
Noi possiamo quindi solo immaginare (lo immaginò anche Einstein) che la natura esista anche senza presa di coscienza. Se applichiamo gli effetti quantistici della “commutazione della realtà attraverso l’osservazione”, è senz’altro plausibile che non siamo solo noi gli esseri in grado di commutare la realtà. Le forme della natura potrebbero senz’altro stabilizzarsi attraverso le molteplici risonanze che si manifestano ovunque nella materia. Ma sono ipotesi non dimostrabili, perché per gestirle necessitiamo di una consapevolezza dell’essere.
Una materia indipendente dallo spirito è quindi una chimera. Gli scettici, che fino ad oggi non hanno voluto prendere atto di questo, pensano veramente di avere monopolizzato la verità ritenendosi più accorti dei pensatori che qui di seguito riportiamo e che hanno ormai dimostrato la loro attendibilità?
«La materia assume realtà quando viene percepita da uno spirito qualsiasi.»
Georges Berkeley, vescovo e filosofo (1685-1753)
«L’universo dilatato nello spazio e nel tempo, esiste solo nella nostra immaginazione. Che esso sia qualcosa di diverso, neanche l’esperienza, come già riconobbe Berkeley, ci fornisce alcun punto di riferimento.»
Erwin Schrödinger, Nobel 1933 per la fisica
«Consapevolezza genera realtà.»
Eugene Wigner, Nobel 1963 per la fisica
«La realtà viene creata dall’osservazione.»
Niels Bohr, Nobel 1922 per la fisica
«La fisica quantistica c’insegna che la materia può assumere un’esistenza concreta e ben definita solo in unione con lo spirito.»
Paul Davies, fisico
«La distinzione tra materia e spirito è un’astrazione. La base è sempre una sola.»
David Bohm, fisico quantistico
Il determinismo del mondo di Newton perde la sua pretesa di assoluto e per noi si apre un universo dove la materia è elemento creativo, perché essa, come mette in chiaro Paul Davies, viene pilotata dall’intelletto. Di conseguenza non esiste una fisica obiettiva bensì solo un consenso raggiunto attraverso esperienze.
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