Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino
Il tempo capovolto
Luglio 2013
The double sorwe of Troilus to tellen,
That was the king Priamus sone of Troye,
In loving, how his aventures fellen
Fro wo to wele, and after out of joye,
My purpos is, er that I parte fro ye.
Thesiphone, thou help me for t’endite
Thise woful vers, that wepen as I write!
To thee clepe I, thou goddesse of torment,
Thou cruel Furie, sorwing ever in peyne;
Help me, that am the sorwful instrument
That helpeth lovers, as I can, to pleyne!
For wel sit it, the soothe for to seyne,
A woful wight to han a drery feere,
And to a sorwful tale, a sory cheere.
(Geoffrey Chaucer : Troilus and Cryseide)
Nel sedicesimo capitolo del terzo volume della serie Banshei (che già più volte ho avuto occasione di citare, in quanto fornisce un’avvincente panoramica dell’ideologia imperante nell’organizzazione esoterica che domina il mondo) si trovano interessanti considerazioni riguardo alla natura del Tempo, che a uno sguardo superficiale parrebbero nuove e mai espresse prima ; ma si tratta in realtà di un punto di vista già presente nella storia dell’esoterismo, anche se non molto noto.
Si parte dall’osservazione che la scienza – almeno a partire dagli inizi del ventesimo secolo – sta sempre più confermando la visione tradizionale di una realtà oggettiva = velo di Maya.
La sua diffusione sarebbe favorita dall’organizzazione per varie ragioni, tra cui la necessità di stabilire un ponte tra esoterismo e scienza, di propiziare la promozione del concetto di “Assoluto dinamico” (in opposizione a quello di Assoluto statico) e così via ; però la concezione realtà oggettiva = velo di Maya non sarebbe nient’altro che una visione molto semplificata, dietro alla quale si cela una struttura del mondo ben più complessa.
Per ora, tuttavia, il segreto della struttura complessa non fa parte delle nozioni che l’organizzazione ha deciso di svelare all’umanità.
Essa, infatti - come ho già accennato nell’articolo Sul governo occulto del mondo - rimase in sonno dalla preistoria fino al quindicesimo secolo, e quando tornò a intervenire direttamente sull’evoluzione umana, gli uomini avevano già creato le religioni : concezioni spirituali parzialmente sbagliate, fondate però su un’idea molto forte come il concetto di Assoluto statico, e per questo assai difficili da debellare.
L’organizzazione scelse quindi di guidare il passaggio dall’Assoluto statico all’Assoluto dinamico in modo graduale, evitando di propugnare concezioni troppo avanzate prima che l’umanità sia (a suo giudizio) sufficientemente matura per metabolizzarle.
Ai nostri giorni, non sarebbe quindi ancora possibile rintracciare nozioni definitive sulla reale struttura dell’Universo (e nel caso di cui stiamo parlando, della reale funzione del Tempo) in nessuna forma religiosa, filosofica o scientifica oggi imperante ; anzi nessuno saprebbe oggi dell’esistenza della struttura complessa, non fosse che a partire dal 1993 si è creato in seno all’organizzazione un corpo autonomo - denominato Beina Atterash - avente la funzione di proporre al genere umano un modello evolutivo più accelerato e a misura d’uomo.
Il Beina Atterash, di cui l’autore di Banshei farebbe parte, sarebbe autorizzato a rivelare a un numero ristretto di uomini e donne almeno una parte delle verità che l’organizzazione non può portare avanti a livello ufficiale : tra queste sono compresi appunto alcuni cenni alla struttura complessa, e alla reale funzione del Tempo in particolare.
Di cosa si tratta ? Per esempio, stando al terzo volume di Banshei, la reale natura del piano della realtà oggettiva su cui viviamo non può essere compresa bene se non a partire dalla nozione di tellipsot: queste sarebbero correnti energetiche tanto forti da riuscire a percorrere all’indietro il flusso del Tempo.
Se ne parla nel quindicesimo capitolo:
L’influenza energetica prodotta da un avvenimento futuro sul passato si chiama tellipsot (fragore), e si misura su una scala da 1 a 12.
E’ raro che un avvenimento, per quanto importante, abbia un tellipsot superiore a 0.50 : l’abbattimento delle Twin Towers, per esempio, aveva un tellipsot di 0.12, la seconda guerra mondiale di 0.40 circa.
Ora, (lo studio dei tellipsot …) ci sta favorendo nel compito di riscrivere la storia dell’umanità, per così dire, al contrario, cercando nel futuro la fonte degli avvenimenti che accadono nel passato (…).
(Esso) consiste, in breve, nel censire quanti e quali tellipsot stiano agendo nel mondo contemporaneo (…), e basarsi su di essi per individuare i processi consequenziali fondamentali di quel dato momento storico (…).
Uno dei nostri primi successi è stata appunto l’individuazione di un tellipsot molto forte la cui presenza, si può dire, sta facendo la parte del leone nel determinare tutti gli avvenimenti della nostra epoca : più si va indietro nel tempo e meno diventa forte, cionondimeno la sua influenza si spinge incomparabilmente più indietro di quella di tutti gli altri tellipsot da noi ravvisati.
Per dirne solo una, la sua influenza è molto forte nella famosa faccenda del Calendario dei Maya ; e non (…) soltanto nell’immaginazione degli archeologi che l’hanno studiato e hanno propagandato quell’assurda voce, ma fin dalla sua origine - il Calendario dei Maya era davvero stato creato per far supporre agli uomini del futuro che nel 2012 ci sarebbe stata la fine del mondo.
Questo tellipsot così potente si irradia da un evento che accadrà intorno al 2050, e la cui potenza stimiamo intorno a un livello di 3.4.
Per fare un paragone : la nascita di Cristo, col millennio abbondante di profezie che la precedettero, aveva un tellipsot 2.4 (salvo che secondo i Mormoni, la cui fede fu edificata sul dissenso - da parte di John Smith prima, e di Brigham Young poi - sui criteri in uso presso l’organizzazione nel calcolo dei tellipsot : Smith stimava infatti per la nascita di Cristo 1.9, Young addirittura un miserabile 1.4) (nota : in altre parti Banshei accenna a un legame tra la religione mormone e l’organizzazione, della quale i suoi fondatori avrebbero fatto parte).
Non chiedetemi la data esatta quando il tellipsot da 3.4 avverrà, perché ancora non ci siamo messi d’accordo, come neanche sul fatto se sarà legato o meno alla degenerazione ecologica del pianeta ; al momento prevale l’idea che si possa trattare di un evento di natura vulcanica (e a quanti si intendono di queste cose, apparirà ovvio che la nostra attenzione sia puntata su Yellowstone, le Azzorre e le Canarie).
Il nostro è un work in progress, e non è da escludere che entro tempi brevi se ne sappia di più ; se avrò novità in proposito, non mancherò di inserirle nei prossimi volumi…
In altre parole, in seguito all’azione dei tellipsot il futuro agisce sul presente come una costante pressione. Andiamo avanti nel Tempo perché il futuro spinge su di noi : sarebbe stato così fin da subito dopo il big bang, e questa sarebbe la ragione per cui il presunto velo di Maya non sta mai fermo, e lo vediamo cangiare costantemente sotto i nostri occhi.
Dopo un’allusione alla presenza di punti di vista analoghi ne Il simbolismo della Croce di Guénon e nella Divina Commedia, l’autore tratta gli effetti della pressione del tempo sul corpo sottile (sarebbe stato forse meglio, in questo caso, parlare di corpo energetico) degli individui.
Da un lato, essa crea danni - quando la pressione diverrà insopportabile, moriremo ; dall’altro, i buchi che si creano come conseguenza della pressione del tempo hanno l’effetto di far schizzare la nostra consapevolezza verso il passato.
Sarebbero proprio raggi di consapevolezza in viaggio dal futuro verso il passato a pervenire alle nostre menti nella forma dei puntini che possiamo osservare quando chiudiamo gli occhi - i puntini che costituiscono la magica trama della luce astrale.
In questo processo, le nostre menti svolgerebbero una funzione paragonabile a quella di una stazione ricetrasmittente. I raggi dei tellipsot arrivano a noi dal futuro, noi gli prestiamo energia e li rilanciamo verso il passato - salvo nel caso che non siano destinati proprio alla nostra epoca, nel qual caso ci faremo interpreti dell’influenza del tellipsot tramite le nostre azioni.
Giunti a destinazione nel punto del passato cui sono stati inviati, i raggi si concretizzano nella forma di conglomerati di consapevolezza o eggregori, aventi il compito di agire sulla psiche degli uomini di quella data epoca, stimolandone l’evoluzione.
Così si scrive la storia, che sarebbe - in un certo senso - telecomandata dal futuro.
L’autore di Banshei va anche oltre, facendo notare come questo schema sia suscettibile di letture diverse. Nella più debole, possiamo limitarci a considerarlo un corollario dell’idea - generalmente condivisa - che un’interpretazione univoca del passato non esiste e non può esistere, e che esistono tante storie quanti sono gli storici, o quanto sono le persone che hanno ricordi.
Prendendola un po’ più sul serio, possiamo ammettere l’idea che il nostro abituale film del Tempo (…) sia solo una conseguenza della pressione del tempo che agisce su di noi.
Ma se aderiamo alla lettura più forte - che l’autore di Banshei sembra additare come veritiera - si può affermare addirittura che il futuro inventa il passato : il passato non c’è e non c’è mai stato, siamo noi a crearlo.
Ripeto : non è una novità. Per quanto infatti buona parte delle tradizioni esoteriche si limitino a prendere in considerazione la dualità Tempo/Spazio senza addentrarsi nei particolari, alcune tra le più antiche (vedi ad esempio i Vedanta) la separano nelle sue due componenti, e si diffondono sulla differenza dell’azione del Tempo rispetto a quella dello Spazio, sulle diverse modalità con cui possono combinarsi, eccetera.
Di qui a negare la realtà del passato, del presente, del futuro o di tutti e tre il passo è breve, e un libro intero non basterebbe a enumerare tutte le sfumature e le varianti mediante le quali, nel corso dei secoli, tale negazione è stata espressa.
Nessuna tradizione però, che io sappia (neanche il Buddismo, nel quale pure il concetto realtà oggettiva = illusione è centrale), spinge l’analisi del Tempo fino al punto di profondere, circa il suo funzionamento, tutti i dettagli che in Banshei possiamo trovare.
Per esempio, il concetto dell’inesistenza del passato viene argomentato in questo modo:
Di qui, i metafisici potranno tirar fuori interessanti speculazioni che Guénon (nota : ne Il simbolismo della Croce) ha taciuto, o ha esposto solo in parte, tipo il fatto che tutte le prospettive tradizionali partono dal concetto di una realtà/emanazione avente origine nel punto più alto del braccio verticale della Croce (Nord) ; mentre la spinta del futuro - quella che ci fa percorrere longitudinalmente il braccio - parte da Sud, e spinge da Sud sul centro del braccio orizzontale Ovest/Est - ovvero sul centro della nostra consapevolezza.
Questa spinta potrebbe essere rappresentata graficamente disegnando il braccio orizzontale arcuato verso l’alto, e lo schema della consapevolezza dell’uomo si presenterebbe allora come una sorta di enorme Arco, che appare sul punto di scagliare una Freccia verso il Cielo (…).
Dante, peraltro, vedeva l’Arco orientato diversamente : infatti, nel Purgatorio, quando rivolse gli occhi al Polo Sud scrisse “mi vuolsi a man destra”, mentre chiaramente a man destra, se si guarda da Nord, c’è l’Ovest (…).
E’ il caso (…) di prestare attenzione al fatto che le Frecce scagliate dalla consapevolezza umana possono raggiungere il Polo Nord, e METTERE IN MOTO IN QUESTO MODO TUTTO IL MECCANISMO DELLA MANIFESTAZIONE (maiuscolo mio).
Queste Frecce, spiega Banshei, le scagliamo automaticamente, senza accorgercene, e andiamo avanti così per tutto il Tempo della nostra vita ; invece gli uomini che conoscono l’arte di padroneggiare la struttura complessa sono in grado di farlo in modo deliberato.
In questo modo, lavorando sulla pressione del futuro, sono stati in grado di creare prima il Tempo, poi l’evoluzione e poi il progresso, e di controllare tutti e tre questi meccanismi perfettamente.
Parentesi - non mi è ben chiaro se le Frecce di cui si parla qui siano la stessa cosa dei raggi emessi dai tellipsot, o se ne differenzino perché i raggi sono generati dagli avvenimenti e le Frecce dalla mente umana.
Però mi sembra chiaro che tanto i raggi quanto le Frecce viaggiano verso il passato sfruttando il medesimo principio, e nel caso delle Frecce - ancora più che in quello dei raggi - gli effetti sembrano essere di portata colossale : se infatti i raggi governano l’evoluzione, le Frecce addirittura metterebbero in moto il meccanismo della manifestazione.
Suppongo quindi che la teoria della struttura complessa preveda una differenza tra mettere in moto la manifestazione e generarla - perché sarebbe sorprendente apprendere che la manifestazione possa essere generata da qualcosa che ne fa parte, sia pure qualcosa di nobile come la consapevolezza umana ; occorre dire però che forse questo punto non va interpretato secondo i normali criteri metafisici cui siamo abituati, perché l’idea centrale di Banshei parrebbe essere che l’Assoluto dinamico e la consapevolezza umana coincidono in pieno.
Difatti, il testo da me citato sopra continua così : …da tutto questo potete desumere che la sede dell’organizzazione sta al Polo Sud, e trovare anche utili collegamenti con la circonferenza che delimita il corpo dei Signori di Volontà e Potere (ovvero dei misteriosi personaggi che sarebbero ai vertici dell’organizzazione, presi in questo caso come esempio della massima espansione possibile della consapevolezza).
In seguito a queste rivelazioni, Banshei ritocca la prospettiva realtà oggettiva = velo di Maya in questi termini : non di velo si tratta, ma di una rappresentazione olografica. Questo postula l’esistenza di un potere superiore che proietta l’ologramma, e che interagisce con la realtà per mezzo della pressione del futuro.
La correttezza di questo punto di vista viene argomentata per mezzo di una critica alla comune concezione di potere:
Se (…) l’uomo crede che la realtà (diciamo pure : il presunto presente) sia solo un velo, allora è legittimo supporre che qualunque forma di potere sulla realtà non sia altro che un inganno, o se vogliamo, una forma degenerativa ; per quale ragione allora non si è mai dato, nella storia dell’umanità, che il far leva su questa visione abbia consentito di abbattere il potere ?
Il potere che domina il mondo, in realtà, esisterebbe oggettivamente ; quindi è contro natura progettare di rovesciarlo, e ha torto chi suppone che sia solo una costruzione artificiosa mediante la quale i prepotenti tendono a rivestire i propri arbitri di virtù metafisiche.
Il potere proietta l’ologramma, quindi è in errore chi si ostina a considerarlo soltanto un’invenzione o un inganno ; ma nel contempo, non è direttamente associabile alle forme di governo materiale oggi imperanti sull’umanità, per cui è un errore ancora più grande il presumere di poterlo collegare in qualche modo ad esse.
Le forme di governo materiale imperanti oggi sull’umanità presentano tutte al vertice uno o più esseri umani aventi controllo sulla legge per cui la realtà è un ologramma. Queste persone sanno bene che il futuro preme sul presente e crea il passato, e che non c’è modo di influenzare in alcun modo la fonte del futuro. La sola cosa che si può fare è accogliere il futuro in sé, e proiettarlo verso il passato. Chi apprende le modalità di esecuzione di questi processi, raggiunge il potere.
E sarà forse quella la ragione per cui all’uomo è tanto difficile evolversi : che passato e futuro sono in noi così strettamente combinati da non saperli distinguere, formando nelle nostre menti una sorta di sabbie mobili (…) ?
E’ forse per questo che i centri di potere faticosamente creati dagli uomini nascono, crescono e poi si sbriciolano dopo aver adempiuto alla loro funzione ? Non sarà che ciascuno di essi, nel momento in cui si manifesta nel Tempo, è già finito e si è già ridotto a raffigurazione, ologramma, per testimoniare della gloria del potere che sta dietro al potere ?
Se è così, sarà sempre vana la ricerca dell’uomo di abbattere il potere scagliandosi contro le sue apparenze esteriori ; perché il solo modo per giungere al cuore del potere che è dietro al potere sarebbe uccidere il Futuro (…).
La passività delle menti, le stolte opinioni degli umani, la dialettica democratica : tutto questo è ormai un gioco divino che noi controlliamo in ogni sua minima caratteristica, determinandone le regole, le leggi e i modi (…). Si va ormai verso i giorni in cui tireremo le fila, e due (uomini) saranno in un letto ; l’uno sarà preso, e l'altro lasciato. Due donne macineranno assieme ; l'una sarà presa e l'altra lasciata. Due uomini saranno nei campi ; l'uno sarà preso e l'altro lasciato.
E i discepoli gli risposero: «Dove sarà, Signore?» Ed egli disse loro: «Dove sarà la carogna, là pure si raduneranno le aquile» (Luca17: 34-37).
Daniele Mansuino
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