Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino
Storia del grado massonico di Royal Ark Mariner
- Seconda parte - Maggio 2013
di Daniele Mansuino e Giovanni Domma
In questo secondo articolo sul grado massonico di Royal Ark Mariner (RAM) ci dedicheremo al suo processo di formazione nell’ambito della Massoneria speculativa.
Il RAM assunse le sue connotazioni odierne negli ultimi anni del diciottesimo secolo, quindi lì ci fermeremo : dopo quel periodo si può registrare una sola variazione di rilievo, della quale faremo cenno nel finale.
La ricchezza e l’abbondanza delle tradizioni massoniche su Noè tendono a suggerire l’idea che una ritualità noachita esistesse e fosse praticata nella Massoneria delle origini prima della riforma hiramita, che ne segnò probabilmente il tramonto.
L’indicazione più potente in questo senso, che ha quasi valore di prova, risiede nella presenza, nell’ambito della ritualità Antient, di almeno due importanti gradi noachiti : fu proprio da essi che (sempre in ambito Antient) il RAM ebbe origine, e ne parleremo.
Mancano invece dati certi sulla pratica di sistemi noachiti nell’ambito della GLDI dal 1717 al 1751, e anche sul fatto che una qualche forma noachita abbia svolto in questo periodo funzioni di terzo grado.
Gli indizi, comunque, sono notevoli. Per esempio, su un giornale londinese del 1726, fu pubblicato un annuncio intitolato Antediluvian Masonry, che annunciava la costituzione di una Loggia presso la Ship Tavern di Bishopgate Street. In essa si sarebbero tenute svariate Letture sull’Antica Massoneria, in particolare sul Significato della Lettera G, e su come e in che Modo i Massoni Antidiluviani formavano le loro Logge, illustrando quali Innovazioni furono successivamente introdotte dal Dottor (Desaguliers) e da altri Moderns…
E cosa significava veramente l’osservazione di Anderson nelle Costituzioni del 1723 : un Massone è tenuto a obbedire alla legge morale (…) come un vero Noachida ? E ancora …perché tutti (i Massoni) acconsentono ai tre articoli di Noè ?
Nelle stesse Costituzioni sono anche citati i Tre Articoli di Noè, dei quali si sa che erano i seguenti : 1 – Astenersi dall’idolatria ; 2 – Onorare Dio (…) ; 3 – Non uccidere.
Come molti hanno osservato, non aveva senso che Anderson si dilungasse a proporre ai Massoni una… versione ridotta dei Dieci Comandamenti, se essa non fosse anche stata anche il fondamento di una qualche forma di ritualità massonica ; forse legata al simbolismo noachita del Triangolo ?
Il termine Noachida fu usato anche dal Gran Segretario della GLDI John Revis in una lettera al Gran Maestro Provinciale di Calcutta. La lettera risale al 1735, ovvero al periodo in cui la riforma hiramita stava cancellando le tracce delle antiche forme di terzo grado.
Ora, chi ha letto i nostri articoli sa bene che le Logge coloniali - fondate perlopiù da Fratelli scozzesi, irlandesi o di regioni decentrate, non particolarmente coinvolte nella riforma promossa dai Moderns - furono quelle in cui le antiche forme sopravvissero più tenacemente, anche in virtù della tolleranza manifestata da Londra nei loro confronti.
Il Gran Segretario scriveva : la Provvidenza ha fissato la Vostra (Gran) Loggia presso quei saggi Indiani cui piace di essere chiamati Noachidi, e chiedeva al Gran Maestro Provinciale di informarsi presso di loro sulle possibili rimanenze dell’Antica Massoneria che possono essere rimaste in quell’area.
Può darsi che Revis intendesse con queste parole suggerire al Gran Maestro di documentarsi sulle analogie tra la ritualità massonica e quella indù, nel qual caso il valore di questa lettera come prova dell’esistenza di un’antica ritualità noachita verrebbe meno. Però può anche darsi che l’invito alla ricerca fosse rivolto all’ambito delle Logge coloniali stesse, sulle quali la GLDI esercitava ben scarso controllo, e non era quindi a conoscenza dei rituali in esse praticati : perché se il Gran Segretario avesse potuto disporre di dati precisi sulla pratica in India dei gradi noachiti, questo avrebbe rappresentato per lui un valido argomento al fine di attenuare le ire degli Antients, la cui secessione si profilava già all’orizzonte.
Scese il silenzio sui Noachidi dal 1738 al 1754, quando la polemica tra Antients e Moderns divenne più dura. Nel nostro libro sulla Massoneria del Marchio abbiamo riscontrato un identico silenzio nei confronti dei due gradi del Marchio, e anche questo è un indizio che dal punto di vista Modern il noachismo doveva rappresentare qualcosa di potenzialmente eversivo, come lo erano diventate tutte le forme di terzo grado non hiramite.
In Scozia, fin da quegli anni si era intrapreso il difficile percorso di non contrariare troppo i potenti Fratelli inglesi, mantenendo aperta nel contempo una via scozzese alla Massoneria che consentisse di salvaguardare il più possibile le antiche forme rituali.
E’ quindi un altro segno dei tempi l’elaborazione definitiva - probabilmente messa a punto negli anni quaranta - dello Knight of the Rosy Cross : il celebre secondo grado dell’Ordine Reale di Scozia, nel quale gli eventi del Diluvio sono abbondantemente citati.
Ma anche nell’Inghilterra rurale, come ad esempio nella zona di Tyne - futura roccaforte Antient - sopravvivevano impavide realtà come la Massoneria Harodim : un vero e proprio serbatoio di Letture risalenti alla muratoria operativa, fondate perlopiù sull’esegesi del Pentateuco.
Secondo il Tuckett, che all’incirca un secolo fa le studiò a fondo, è da qui e non dalla Scozia che avrebbe avuto origine la maggior parte degli antient degrees : teoria interessante, che molti Fratelli dell'UGLE hanno sposato in modo abbastanza acritico, ma che a giudizio di altri sottovaluta il ruolo delle Logge militari.
Nel mondo degli Antients, la più autorevole voce che parla di Noè è quella del grande Laurence Dermott, nell’Ahiman Rezon :
…Adamo (…) comunicò fedelmente i misteri della sublime scienza a suo nipote Noè, che la trasmise ai posteri (…). E’ certo che c’erano (solo) quattro Massoni nel mondo quando venne il Diluvio, uno dei quali – forse il secondo figlio di Noè – non era Maestro (…) e che c’erano assai pochi Maestri ancora ai giorni del Tempio di Salomone : da cui appare chiaramente che la totalità dell’insegnamento veniva trasmessa a quei tempi solo a pochi individui…
Nella Athol Lodge creata dagli Antients venivano praticati in origine numerosi antient degrees noachiti, tutti però riconducibili a due forme principali : il Cavaliere Prussiano e l’Ark. Solo verso la fine del diciottesimo secolo il RAM prese forma da loro, mediante uno spontaneo processo di accorpamento.
La prima menzione del Cavaliere Prussiano risale al 1754, in un opuscolo intitolato Freemason Examin’d. Di questo grado (del quale si dice che risalga al tempo della Crociate) si sa che già nel 1768 veniva lavorato in Cornovaglia, ed è la più antica forma noachita di cui si possiedano i rituali.
Essi prevedono l’uso di guanti e grembiuli bordati di giallo ; i Gioielli sono appesi a nastrini neri che vengono agganciati a un bottone del panciotto. Il Gioiello del Maestro Venerabile è triangolare, con una freccia puntata verso il cuore.
La Loggia deve essere aperta alla Luce della Luna Piena, e i tre Ufficiali principali sono Noè, Sem e Jafet. Noè batte sette colpi, Sem cinque e Jafet quattro.
Nel caso dell’ammissione di un nuovo membro, il Candidato (o Proselita) veniva condotto intorno alla Loggia per sedici volte, e gli veniva poi offerto un bicchiere di vino.
A questo punto, veniva brevemente rappresentato l’episodio biblico di Noè ubriaco ; poi gli Ufficiali puntavano le spade sul Proselita, lo facevano inginocchiare e prestare giuramento.
Trasmessi i segni e la presa del grado, gli veniva poi insegnato un ampio catechismo ; in questo era anche contenuta la bellissima Leggenda del grado, ripresa da Michele Moramarco nella Nuova Enciclopedia massonica :
I discendenti di Noè, nonostante l’Arcobaleno che era il segno di riconciliazione dato dal Signore agli uomini (…), risolsero di costruire una Torre molto alta per mettersi al riparo della vendetta divina. Scelsero perciò la pianura detta di Senmart, in Asia ; dieci anni dopo che essi ebbero gettate le fondamenta di tale edificio, il Signore (…) volse il suo sguardo verso la Terra, percepì l’orgoglio dei figli degli uomini e discese sulla Terra per confondere i loro progetti temerari e mise la confusione delle lingue tra gli operai (…).
Gli operai, non intendendosi più, furono costretti a separarsi : ciascuno prese la sua direzione. Phaleg, che aveva dato l’idea di questa costruzione e ne fu il direttore, era il più colpevole e si condannò a una penitenza rigorosa : si ritirò nel nord della Germania, dove giunse dopo molte pene e fatiche (…).
In quel luogo, che si chiama Prussia, egli costruì (…) un Tempio a forma di triangolo, dove si richiuse per implorare la misericordia di Dio e la remissione del suo peccato.
Annota Moramarco : la leggenda continua con la scoperta occasionale, nel 553 d. C., del Tempio triangolare, “nel quale era una colonna di marmo bianco (…) ; a fianco di quella colonna si trovava la tomba di Phaleg, con una pietra d’agata sulla quale era inciso l’epitaffio : Qui riposano le ceneri del nostro Grande Architetto della Torre di Babele ; il Signore ebbe pietà di lui, POICHE’ ERA DIVENUTO UMILE”.
Nel corso dell’ottocento il Cavaliere Prussiano si arricchì di parti nuove, e ai tre Ufficiali originali se ne aggiunsero altri fino al numero di sei. La lista era questa : Gran Comandante, Cavaliere d’Introduzione, Cavaliere d’Eloquenza, Cavaliere delle Finanze, Cavaliere della Cancelleria e Cavaliere della Difesa.
Scomparve la parte relativa all’ubriachezza di Noè, si arricchirono le Letture e la parte teorica. Un interessante rituale del Cavaliere Prussiano ottocentesco, già prevenuto al suo massimo sviluppo o quasi, è riportato nel Manual of Freemasonry di Carlile ; versioni ad essa molto simili costituiscono ancora oggi il 21° grado del Rito Scozzese Antico Accettato, nonché il 35° di alcune linee di trasmissione odierna del Rito di Misraim.
L’altro antient degree noachita era l’Ark, che nella maggior parte delle Officine veniva praticato in combinazione con il Link and Wrestle. Quest’ultimo era un grado costruito intorno all’episodio della lotta di Giacobbe con l’Angelo, e il legame tra i due miti dell’Arca e di Giacobbe era illustrato dal Gran Maestro (così veniva detto il presidente di questa camera) nell’allocuzione di Chiusura :
Fratelli miei, provvediamo a chiudere queste Logge nella ferma certezza che il patto stipulato da Dio con Noè dopo il Diluvio non sarà mai dimenticato, e possa la benedizione che Giacobbe ottenne dall’Angelo essere sempre su di voi
Dal simbolismo noachita era tratta la decorazione della Loggia, ornata con un Arcobaleno trasparente e con un’immagine dell’Arca in navigazione ; il Gran Maestro però, apriva i lavori con le batterie relative a entrambi i gradi.
Nella prima parte del rito, veniva praticato l’Ark. il Libro Sacro veniva aperto sul settimo capitolo della Genesi, e la procedura per l’ammissione di un Candidato era scandita dalla sua progressiva lettura : per esempio, alla lettura del versetto 11 gli veniva consegnato un Ramoscello di Ulivo.
Seguiva all’iniziazione una lunga e interessante allocuzione del Gran Maestro, che accennava tra l’altro all’edificazione da parte di Enoch di Due Colonne (in questo caso, una di ottone l’altra di marmo) e forniva dettagliate informazioni su come la progenie di Noè si sparse per il mondo.
Al termine di questo discorso veniva ripetuta la doppia batteria, poi i lavori proseguivano nel Link and Wrestle.
Un’altra versione dell’Ark, l’Ark and the Dove (L’Arca e la Colomba) era stata introdotta in America dalle Logge militari. L’Arcobaleno stava all’Oriente, e al centro del Tempio uno spazio chiuso da tendaggi rappresentava l’Arca.
Otto Ark Mariners (già venivano chiamati così) erano richiesti per aprire i lavori nel grigiore dell’alba.
Dopo l’Apertura, Sem e Jafet avvertivano Noè che il Diluvio era cominciato e le acque stavano salendo: non restava altro da fare che prendere posto nell’Arca.
Tutti i Fratelli si alzavano, si mettevano all’ordine e davano il segno ; poi, guidati da Noè, si portavano nello spazio circondato dai tendaggi. Curioso ci appare oggi il dettaglio che, per questa parte del rito, Noè indossava una tunica gialla e una… barba bianca posticcia ; gli altri Fratelli, tuniche bianche e barbe più scure.
Noè rivolgeva una preghiera all’Altissimo, e si assicurava che un Ramoscello di Olivo consacrato fosse sull’Altare ; a questo punto l’Arca era varata, e si poteva procedere all’ammissione del candidato.
Questi doveva svolgere un percorso attraverso tre diverse stazioni. La prima, a Occidente, era coperta da un tendaggio ; vi si trovava un piccolo Altare triangolare, coperto da una tovaglia verde e con al centro un Ramoscello d’Olivo.
C’era anche una tavola imbandita, alla quale il candidato veniva invitato a rifocillarsi con cibo e vino. Ma quando toccava il vino, il suo gesto suscitava la riprovazione di Noè, e tutti i Fratelli si mettevano a produrre un gran frastuono. Voci gridavano : Siamo perduti ! Mentre eravamo qui a festeggiare, le acque sono salite e ci distruggeranno.
Il tendaggio soprastante cadeva allora sul candidato, avvolgendolo come in un sacco. In queste condizioni veniva trascinato dai Fratelli alla seconda stazione : la parte centrale del Tempio, quella delimitata dai tendaggi che rappresentavano l’Arca. Nel corso di questo viaggio, i Fratelli simulavano il suono dei flutti del mare.
Nell’Arca erano praticate due Finestre. All’interno c’era anche un grande Triangolo Equilatero tracciato al suolo, e una tavola mobile precariamente appoggiata su un cilindro di legno.
Il candidato veniva fatto fermare sul vertice Est del Triangolo, come avviene oggi nel RAM. Intanto Jafet si lamentava con Noè perché temeva che le acque prevalessero ; Noè lo invitava a liberare la Colomba dalla Prima Finestra.
Allora il candidato, sempre coperto dal tendone, veniva trasferito dall’angolo Est del Triangolo a quello a Sud-Ovest.
Ahimè, la Colomba è tornata senza aver trovato nessun luogo su cui posarsi ! Noè invita Sem a provarci anche lui, questa volta dalla Seconda Finestra, e il candidato passa all’angolo Nord-Ovest.
La Colomba ritorna, e questa volta porta nel becco un Ramoscello d’Olivo. Noè rende grazie all’Altissimo, e la libera personalmente (di nuovo dalla Seconda Finestra) per la terza volta.
A questo punto, il candidato viene fatto fermare sulla tavola mobile. Sem osserva che la Colomba questa volta non è tornata. Noè esclama : Scorgo la vetta di una montagna.
La tavola viene scalciata con forza ; il candidato perde l’equilibrio e cade (un Fratello lo raccoglierà al volo, impedendogli di farsi male), mentre tutti gli Ark Mariners gridano in coro : Alleluia !
In questo modo veniva simulato l’arenarsi dell’Arca sul monte Ararat.
Il candidato viene portato ora alla terza stazione, ovvero all’Oriente ; è arredata in modo del tutto simile alla parte occidentale, salvo il fatto che l’Altare Triangolare è spoglio.
Noè legge dal Libro Sacro Genesi 8: 21-22 e Genesi 9: 13-16, mentre il candidato è guidato a compiere otto giri della stazione ; infine gli si dice di contemplare l’Arcobaleno all’Oriente, e viene finalmente creato Ark Mariner nel nome del Gran Patriarca dell’Universo, Signore del Cielo e della Terra, e di questa Venerabile Loggia di Ark Mariners, aperta sul Ramoscello di Ulivo.
Nella successiva Lettura, Noè intrattiene il neofita sulle origini del grado, del quale siamo debitori (…) a Hiram di Tiro, che ne aveva ricevuto la conoscenza indipendentemente da Re Salomone, e tramite un diverso canale.
Da questo passa all’illustrazione degli attrezzi, e infine abborda un tema di grande importanza simbolica (al quale Giovanni Domma ha già accennato in un suo articolo) : ovvero che i tre angoli del Triangolo Equilatero sono Bellezza, Forza e Sapienza, e i suoi lati rappresentano Dio nella sua triplice relazione di Auto-esistenza, Rivelazione e Redenzione.
E’ questo il rituale più antico che si conosca nel quale le valenze della ritualità noachita sul piano della trasmutazione interiore siano esplicitamente dichiarate, e fa riflettere il fatto che vi si alluda in forma anche più estesa di quanto non risulti nel RAM attuale.
Si passa poi alla Chiusura, che dopo i consueti dialoghi tra Noè e i suoi figli è caratterizzata da un unico e violentissimo colpo di Maglietto (non era ancor in uso - come nel RAM odierno - lo Scettro), significante ancora una volta che l’Arca ha preso terra.
Si conosce paradossalmente molto di più sui primordi del Cavaliere Prussiano e dell’Ark piuttosto che su quelli del RAM, da essi derivato. Fu infatti solo negli anni settanta dell’Ottocento, quando la Grand Lodge of Royal Ark Mariners confluì nella Massoneria del Marchio, che gli storici poterono accedere agli archivi di questo piccolo e geloso corpo rituale, che a partire dal 1813 aveva portato avanti i suoi lavori all’insegna della segretezza più esagerata.
Da essi risultava che la Grand Lodge sarebbe stata ricostituita a Londra nel 1772. Era una data sorprendentemente antica, che molti studiosi pongono in dubbio tuttora : altri però si domandano se la ricostituzione non sarebbe potuta avvenire sulla base di una patente canadese riportata in Inghilterra da Thomas Dunckerley (vedi in proposito il nostro articolo: Thomas Dunckerley: un Massone dimenticato), rammentando che John Knight - uno dei Fratelli citati negli annali del Cavaliere Prussiano praticato in Cornovaglia - era amico di Dunckerley, e spesso in quegli anni si recava a Londra per lavorare con lui.
Si sa comunque che a Portsmouth, città natale di Dunckerley, una qualche forma di Ark era praticata fin dagli anni ottanta ; e così pure a Bath, altra città che lui frequentava.
Nel 1790, nelle cronache della città di Ipswich, è citato Noah Sibly, (che) aveva stabilito un club o società in una casa di Saint Clement’s, pretendente di essere un ramo particolare della Massoneria detto dei Buoni Samaritani o Ark Masons (…). Le loro (…) processioni (si svolgevano) attraverso varie vie della città, con un modello dell’Arca di Noè, una gran varietà di insegne e stendardi (…) ed erano precedute da una banda di suonatori.
Questo “Noah” Sibly si chiamava, in realtà Ebenezer Sibly : nato a Bristol probabilmente nel 1754, fu studioso swedenborghiano, astrologo, neotemplare, Massone Antient e discepolo di Dunckerley. Alla sua morte, avvenuta nel 1800, è citato nel necrologio che era anche noto come Father Noah.
Nel 1861 fu ritrovata una parte del rituale che veniva lavorato a Ipswich : è quella che gli storici considerano oggi la più antica testimonianza della pratica del RAM propriamente detto.
E’ intestato così :
Royal Ark Lodge of the (Pillar) of an ARK MASON
Laid open in the form of a LECTURE as handed down from Noah to the present time and carefully transcribed from Ancient Records
By Ebenezer Sibly, D(eputy) G(rand) N(oah), 1790.
Questo documento comprende :
1 – Il testo di una Lettura in pieno stile Dunckerley : parte dalla Geometria, per poi dilungarsi sull’influenza esercitata da Noè e dai Noachidi su varie antiche civiltà. Si passa poi a Isaia 54 : 8-10, infine il Master Noah illustra brevemente ai Fratelli il simbolismo del Triangolo.
2 – Alcuni cenni sulla preparazione del Candidato : viene detto che gli sarà fatto indossare un grembiulino di pelle d’agnello, nonché bisognerà informarlo che presso i Royal Ark Mariners non si usano gli attrezzi della muratoria, ma quelli della carpenteria - Ascia, Sega e Succhiello (Axe, Saw and Auger).
3 – Un Catechismo, dove si accenna all’accoglimento del candidato sulla punta di un Triangolo e si descrivono procedure, parole di passo e segni in gran parte coincidenti con quelli odierni.
Su un foglio a parte è raffigurata un Arca recante un Triangolo sul tetto, e più sotto un’interessante raffigurazione di come la figura dell’Arca possa essere trasposta nei simboli della Loggia.
E’ accluso anche un passaporto in bianco, recante come intestazione due simboli : primo, l’Arca che naviga sotto l’Arcobaleno, con la Colomba in volo ; intorno all’Arcobaleno sta scritto “Royal Ark Mariner Lodge”, e sotto “N° 9”. Secondo : un Triangolo suddiviso internamente in altri sette, con tre Lettere inserite nei tre triangoli inferiori.
Tutto questo è sufficiente per far concludere agli studiosi che, salvo alcuni dettagli mutuati successivamente da altre forme rituali (tra i quali il più importante è il simbolo della Pietra di Porfido), più di duecentoventi anni fa i tratti generali del RAM erano quasi completamente identici a quelli di oggi.
Negli anni novanta ci sono varie testimonianze di tornate del RAM svolte a Londra ; per alcune è documentata la partecipazione di Dunckerley in qualità di Grand Commander. Morì nel 1795 dopo aver designato Silby come suo successore, e questi a sua volta nominò un nobile, Lord Rancliffe : eloquente testimonianza che il grado era ormai uscito dalla fase pionieristica e stava decollando.
Del 1797 la più antica testimonianza della sua presenza in Scozia : il RAM veniva considerato l’11° grado di un sistema rituale in 31 gradi, in uso presso l’Early Grand Encampment neotemplare (anche a proposito di questa organizzazione, cfr. il nostro libro Massoneria del Marchio).
Anche questo RAM scozzese è molto vicino al rituale contemporaneo, salvo variazioni nel testo e piccole differenze : per esempio, l’ingresso del candidato è affidato a Sem, e la parte in cui gli viene fatto percorrere il Triangolo è molto più breve.
Inoltre, secondo Handfield-Jones, il candidato indossava il grembiulino di agnello e portava a tracolla una banda verde, o con i colori dell’Arcobaleno. Poi, il Triangolo veniva tracciato sul pavimento con un gesso, e - soprattutto - la Pietra di Porfido non c’era.
In realtà, l’adozione di questo simbolo - tuttora assente dalle versioni scozzese e americana del RAM - è molto recente : può essere fatta risalire agli anni ottanta dell’Ottocento, ovvero dopo la fusione tra il RAM e la Gran Loggia del Marchio.
Per quanto la cosa possa essere sorprendente, le ragioni di un’aggiunta di tale rilievo non sono affatto documentate, e nell’ultimo ventennio sono state oggetto della massima curiosità da parte degli storici : così oggi non mancano le dotte dissertazioni che associano la Pietra di Porfido a un buon numero di Pietre citate nella tradizione massonica, nella Bibbia e perfino nel… Talmud -nessuna, però, del tutto convincente.
L’ipotesi oggi più apprezzata è quella che ricollega la Pietra di Porfido del RAM a un’altra che era in uso in alcune versioni dell’Arco Reale prima della Union del 1813. Su quest’ultima, si diceva, il buon Patriarca Noè riposava quando ritornava giornalmente dalla sua pia fatica di costruire l’Arca, e quando finì la prese e la piazzò al centro dell’Arca. Con questa Pietra, come un’Ancora di Speranza, Noè ancorò l’Arca sul Monte Ararat ; poi, lui e la sua famiglia uscirono.
Su questa Pietra Noè presentò la sua prima offerta a Dio per ringraziarlo della propria salvezza, e volle che fosse posta nella valle dell’Ararat finché il primo dei suoi discendenti fosse stato ancora chiamato a viaggiare sulla terra o sulle acque…
Si tratta, come si vede, di un mito analogo a quello del Sepolcro di Adamo (cui abbiamo accennato nell’articolo del mese scorso), e su come fosse entrato a far parte di un grado non noachita come l’Arco Reale si possono fare soltanto delle ipotesi : avvenne probabilmente nel periodo di osmosi tra le versioni locali dei vari gradi che aveva caratterizzato il primo periodo della Athol Lodge.
Ora, appare plausibile che la notizia della sua rimozione dall’Arco Reale post-Union avesse creato forte malumore tra gli Ark Mariners del 1813, già abbastanza indignati per l’emarginazione del loro grado, e che il ricordo di tale affronto si fosse tramandato lungo l’arco del secolo ; e non ci sarebbe da stupirsi se, già da prima degli anni ottanta, alla Grand Lodge of Royal Ark Mariners fossero pervenute proposte volte al recupero della Pietra di Porfido mediante la sua immissione nel patrimonio simbolico del RAM.
Se questo non era mai stato fatto, le ragioni possono essere tante : può darsi legate alla volontà di non alterare il rituale, ma più probabilmente non si voleva rischiare di accendere una polemica con l’UGLE negli anni in cui il RAM, emarginato e debole, lottava per sopravvivere.
Ma dopo la fusione con il Marchio, quest’ultimo pericolo era venuto meno : ora il RAM poteva disporre non solo di solide strutture, ma anche di un rapporto con l’UGLE che - seppure ufficialmente inesistente - era di fatto improntato alla massima collaborazione.
Nell’UGLE stessa, l’approccio verso gli antient degrees era cambiato : non si guardava più ad essi come a un pericolo, ma come a gloriosi ricordi storici da tutelare.
Suona quindi molto probabile che gli Ark Mariners degli anni ottanta, quando l’alleanza col Marchio offrì loro l’occasione di risistemare il rituale in forma definitiva, avessero approfittato dei buoni agganci della Gran Loggia del Marchio con l’UGLE per informarsi discretamente se, nell’ambito dell’Arco Reale, il loro …scippo della Pietra di Porfido avrebbe destato contrarietà ; e rassicurati che furono, l’avessero innestata nel RAM senza troppa pubblicità, salvando in questo modo dall’oblio un altro importante frammento della ritualità noachita.
Concludiamo con un tratto che nessun autore massonico ha mai rilevato : ovvero, che è di porfido il sarcofago di Federico II di Svevia, conservato nella Cattedrale di Palermo.
Non volendo prestare il fianco alle accuse di troppa immaginazione di cui spesso gli storici dell’esoterismo sono fatti oggetto, ci saremmo astenuti dallo scriverne, non fosse per il legame tra il simbolo della Pietra di Porfido e il Sepolcro di Adamo.
Federico II fu l’ultimo condottiero cristiano a conquistare Gerusalemme ed esserne incoronato Re ; nel diciottesimo secolo, però, era soprattutto celebrato come uomo di cultura e pioniere del progresso, per essere stato un fautore dell’unificazione dei popoli e per essersi energicamente opposto allo strapotere della Chiesa.
Non crediamo sia assurdo supporre che qualche Massone tedesco (notevole era la presenza dei gradi noachiti in Germania) possa avere pensato a lui come a un Adamo dei tempi nuovi.
Daniele Mansuino e Giovanni Domma
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