Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino indice articoli
L'organizzazione esoterica che domina il mondo
- Quarta parte
Aprile 2022
Per quanto questa rubrica abbia finora portato avanti gli studi sul settenario ermetico in modo forse più avanzato rispetto a qualunque altro luogo del web, l’esposizione del punto di vista dell’organizzazione ci spinge, questa volta, a ridimensionarne il valore e il significato.
Il sistema a sette, o l’ottava (la quale peraltro, come vedremo nel sesto articolo di questa serie, presenta una sfumatura di significato differente) sta alla base dell’Ermetismo in quanto viene considerato l’origine della realtà formale; ma a questa affermazione si potrebbe apportare una correzione importante, precisando che sta soprattutto a monte di essa.
Infatti, sebbene senza dubbio raffiguri le energie emanate dall’organizzazione per offrire agli uomini una percezione condivisa della realtà, il sistema che essa usa per intervenire direttamente sul mondo delle forme è un altro: si chiama sistema a cinque, e qualcuno lo ha definito una versione semplificata del sistema a sette, concepita per facilitarne le possibilità di applicazione al piano materiale.
(nota: userò - in questo articolo e nei seguenti - il termine energie quando mi riferirò alle forze che agiscono nel sistema a sette, ed il termine correnti per quelle del sistema a cinque).
Il fatto che le energie generate dall’organizzazione col sistema a sette si tramutino nelle correnti del sistema a cinque lungo il cammino porta con sé la risposta a uno dei dubbi che hanno assillato gli Ermetisti di ogni epoca: come mai per me la percezione del settenario e del suo significato è facile, mentre tante persone, anche intelligenti, non ne vogliono sapere?
Ebbene, la risposta è semplice: le persone normali si autoeducano fin dall’infanzia a percepire la realtà su base quinaria, come cinque sono le loro dita, finché la loro mente non impara ad escludere in automatico le altre possibilità. Ma ci sono dei fortunati (o sfortunati) nei quali, perlopiù per motivi legati al caso, la capacità di avere accesso agli altri sistemi non si cancella del tutto, e per loro la comprensione del sistema a sette risulta agevolata.
La conversione dal sistema a sette al sistema a cinque avviene nella fase del passaggio delle energie dagli alti gradi ai gruppi (vedi il primo articolo di questa serie), il che spiega perché la conoscenza della scienza ermetica sia diffusa nei gruppi molto meno di quanto ci si potrebbe aspettare; fatta eccezione, ovviamente, per quella minoranza di membri dei gruppi legati a sottocentri esoterici in seno ai quali l’Ermetismo venga praticato.
Non è una vita facile quella dei membri dei gruppi il cui compito è occuparsi dei sottocentri di indirizzo ermetico; perché è purtroppo un’invincibile tendenza di questi ultimi deformare il sistema a sette nei modi più assurdi e immaginifici, ed ogni sforzo per correggere e limitare questo fenomeno assomiglia al tentativo di svuotare il mare con un cucchiaio.
Questo sebbene l’organizzazione abbia cura di limitare, nei suoi menù, il pool di energie destinate ai sottocentri alle prime quattro; e dunque, le versioni del sistema a sette in uso presso gli esoteristi esterni all’organizzazione siano di fatto, già in partenza, depotenziate.
È d’altra parte una conseguenza del depotenziamento l’esistenza, nella cultura esoterica, di molte forme di sistema a sette sostanzialmente simili l’una all’altra, ma diverse nei dettagli. Potrebbe essere lecito definirle sistemi a sette di ritorno: ovvero tentativi di riadattamento del sistema a cinque alla sua fonte per mezzo di un processo mentale incompleto, dai quali talvolta appare chiaro che i loro autori non erano pienamente consapevoli di ciò che stavano facendo.
La maggior parte di queste versioni spurie del sistema a sette ebbe origine durante il periodo di assonnamento dell’organizzazione; dopodiché, quando essa tornò a reggere il timone della storia, si dedicò a riconvertire in suoi sottocentri tutti i soggetti che lavoravano su di esse, servendosi all’uopo di vari mezzi, il più notevole dei quali fu la creazione della Massoneria (non sto dicendo che la riconduzione delle associazioni esoteriche alla loro fonte fosse l’unico compito per cui la Massoneria venne creata; ma si trattò di un aspetto importante della sua attività, oggi in parte dimenticato).
Questo difficile e paziente lavoro sarebbe giunto a compimento nel ventesimo secolo, quando (in virtù dell’azione della Società Teosofica) la confluenza dell’intero corpo dell’esoterismo mondiale nel novero dei sottocentri poté dirsi ultimata. Essa recò come conseguenza un forte aumento dell’efficacia operativa dei gruppi, che da allora in poi poterono anche dedicarsi a propiziare un incremento del numero di sottocentri da essi controllati.
Un obbiettivo che si sperava l’unificazione avrebbe apportato era correggere gli errori che le applicazioni distorte del sistema a sette hanno portato nella storia; ma, per il momento, l’organizzazione si considera ancora lontana da questo traguardo. Esistono nel suo seno opinioni divergenti su come il problema vada affrontato, legate soprattutto al dibattito tra la sua ala modernista e quella tradizionalista (sul quale molte volte, nel corso di questa serie di articoli, avremo occasione di tornare).
Per dirla in due parole, i tradizionalisti in seno all’organizzazione sono scettici riguardo alla possibilità che l’umanità possa evolvere; quindi, riguardo allo specifico problema del sistema a sette, considerano tempo perso l’insegnarlo agli esseri umani, e per evitare che ciò accada, vorrebbero che anche nei gruppi fosse proibito. Di conseguenza, per reazione, molti modernisti hanno trasformato la propaganda del sistema a sette in seno ai gruppi in una sorta di pratica missionaria.
Chiunque abbia ragione, va dato atto ai tradizionalisti che un’eccessiva volgarizzazione dell’Ermetismo, quale oggi stiamo vedendo, presenta l’inconveniente di distogliere l’attenzione dal sistema a cinque, che molto più fruttuosamente di quello a sette può essere applicato al piano della realtà oggettiva.
Però, io credo nelle possibilità evolutive dell’uomo; e quindi non ritengo di compiere una violazione troppo grave spendendo qui due parole riguardo al sistema a sette nella sua versione originaria, che è quella alla quale ogni versione praticata nei sottocentri farebbe bene a conformarsi per ottenere buoni risultati.
La base del sistema a sette, secondo l’organizzazione, non va ricercata altrove nell’Universo, bensì nel fatto che le nazioni (nota: intendendo con questo termine le collettività umane) hanno sette centri, come li hanno tutte le forme di esistenza, dall’uomo agli animali superiori.
Questi sette centri sono idonei a ricevere e ritrasmettere le sette energie che danno vita alle forme; quindi, su questo punto, l’insegnamento dell’organizzazione ci appare pienamente in linea con quanto viene affermato dall’astrologia e dall’Ermetismo. Però, nell’organizzazione, lo studio delle corrispondenze simboliche relative alle sette energie non è altrettanto sviluppato, in quanto si pensa che ciò equivalga ad applicare direttamente il piano dell’astrazione al livello della materia, senza tenere conto che si tratta di due domini completamente differenti; mentre invece, sempre in seno all’organizzazione, assai maggiore è la dottrina che riguarda gli effetti pratici delle energie stesse.
Esiste di conseguenza, in seno ai gruppi, una tendenza critica verso l’eccessiva importanza conferita dai sottocentri esoterici allo studio del simbolismo: per esempio, sebbene la possibilità di riferire i tipi umani all’influenza dei sette pianeti tradizionali non venga certo negata, si sottolinea come essa implichi una certa componente di sentenza inappellabile che comprime il libero arbitrio, mentre la suddivisione a cinque risulta essere, da questo punto di vista, molto più dinamica.
Ed ancora, si fa notare: se proprio si volessero suddividere i tipi umani in categorie diverse, assai più funzionale del sistema a sette risulterebbe la divisione a nove, il cui emblema è l’enneagramma, ovvero il sistema che l’organizzazione applica ai gruppi (vedi in proposito il secondo ed il terzo articolo di questa serie).
La critica sull’inopportunità di applicare il sistema a sette alla realtà oggettiva diventa ancora più sferzante con l’addentrarsi in uno dei temi in cui la dottrina dell’organizzazione appare anni luce più avanzata rispetto a quella dei sottocentri: gli studi sul tempo (ci è già capitato di accennare in vari articoli all’enigmatica dottrina del tempo capovolto), apportatore di variazioni nel flusso energetico con le quali il praticante del sistema a sette è costretto a scontrarsi senza tregua.
Ma non è mia intenzione dilungarmi ulteriormente su questi argomenti, per non dare l’impressione di rinnegare tutto ciò che sull’Ermetismo questa rubrica ha finora insegnato - e che, au plaisir de Dieu, continuerà a insegnare ancora.
Prima di passare a descrivere un po’ più nei dettagli il sistema a cinque, un ultimo chiarimento è necessario: ovvero che la possibilità di convertire in esso il sistema a sette non deve far supporre che anche a noi sia possibile inventare sistemi energetici alternativi, per mezzo dei quali far volare i pesci o nuotare gli uccelli. Se l’organizzazione poté farlo, è solo perché i primordi della sua opera risalgono (per dirla alla Tolkien) a quando il mondo era giovane, ed ancora su certe leggi della materia oggi cristallizzate si poteva intervenire, come risulta da questa scrittura in cui le origini del sistema a cinque vengono descritte:
…apparvero sette uomini di sette colori, amici di un ottavo uomo, che parlavano tra loro. Percepirono la prima, la seconda e la terza corrente. Erano essi stessi la quarta, ma non conoscevano la quinta. Quarantanove fuochi cercarono di imprigionarli, ma divennero troppo grandi perché la prigione potesse contenerli (nota: suppongo che i praticanti della magia enochiana troveranno in questo passo parecchio su cui riflettere).
I sette crebbero verso il cielo, e sul terreno di proprietà di ciascuno di essi si accesero nove luci. Sui loro terreni germogliarono e crebbero forme di vita migliori: il limite sanzionato dalle forme rimane tuttora, ma la qualità dei frutti è migliorata. Molte cose del passato si persero e scomparvero, altre rimasero; la quinta corrente si rivelò simile alla seconda, e fu nutrita dalla quarta. La prima, la seconda e la terza entrarono nella quarta, e in questo modo esplose nel mondo la gloria dell’Uno.
Le correnti del sistema a cinque sono di due tipi. Le prime tre, chiamate Potentemente Operanti, sono consapevolmente generate da cerchie di alti gradi, e la loro combinazione costituisce la base del menù energetico destinato all’umanità e ai gruppi.
Invece le ultime due, dette In Fase Crescente (è sempre molto difficile trovare i corrispondenti dei termini della lingua sacra dell’organizzazione nelle lingue normali), sono quelle che - interagendo tra loro stesse e con le altre - innescano lo svolgersi delle vicende nello spaziotempo, e sono quindi contrassegnate da un maggiore livello di meccanicità.
Nessuna delle cinque può essere descritta né trasmessa in forma diretta, essendo il loro potere di procedere alla generazione delle forme del tutto insostenibile da parte delle forme stesse: se ne può invece parlare indirettamente, ed è quanto cercherò di fare.
La Prima Corrente è la Volontà, prodotta da una cerchia di alti gradi specializzata nel suo sviluppo. Secondo la tradizione avvenne per due volte nella storia che venisse applicata al piano della realtà oggettiva direttamente; ma è questo un argomento del quale è vietato parlare.
Nell’ordinaria amministrazione della storia, la funzione della Prima Corrente è di cancellare ciò che è destinato a sparire ed incrementare ciò che deve evolvere (abbiamo visto nello scorso articolo come, nella prassi, quest’ultimo compito sia affidato al settimo gruppo).
La Seconda Corrente è la Funzione Materializzante, anche questa prodotta da una cerchia di alti gradi super-specializzata. Senza l’azione di questi sapienti, il piano della realtà oggettiva come noi lo conosciamo non esisterebbe, in quanto, sebbene la Seconda sia presente in tutto l’Universo, è di norma assai rarefatta, ed è necessaria una ritualità magica di sbalorditiva complessità per ottenerne un grado sufficiente di concentrazione, e indirizzarla verso la Terra.
Della Terza Corrente, o Corrente Umana, siamo noi stessi ad essere i produttori: è di fatto una radiazione generata dalla nostra intelligenza, i cui prodotti si depositano ormai da migliaia di anni nel campo geomagnetico, per incrementare il fenomeno della coscienza collettiva: un compito per il quale è necessario che la parte inconscia della nostra mente percepisca costantemente la coppia di vibrazioni sottili che emana dalle prime due correnti, variando le quali gli alti gradi possono dunque influenzare il modo in cui la nostra intelligenza si manifesta.
La Quarta Corrente (la prima delle due che possiamo considerare più meccaniche) è la Funzione Divisiva o Separativa, e la cerchia degli alti gradi che la produce presenta la caratteristica di lavorare nella più piena autonomia dal resto dell’organizzazione.
Non si può quindi parlare, nel caso della Terza e della Quarta, di coppia di vibrazioni come quella formata dalle prime due correnti: la Quarta va sempre per conto suo, certe volte in concordanza e certe volte in discordanza con le altre, e questo spiega come mai l’impulso divisivo sia tanto imprevedibile e variabile nel suo manifestarsi negli affari del nostro pianeta.
C’è chi afferma che i produttori della Quarta abbiano secessionato dall’organizzazione in tempi remoti; ma non si sa se sia vero, anche perché non c’è traccia di scritture che ne parlino.
Per quanto le forme di manifestazione della separatività siano poco studiate nel mondo profano (esiste in seno all’organizzazione una scienza della separatività la cui complessità è paragonabile a quella della nostra fisica, ma niente di simile all’esterno), una delle più importanti di esse è l’impulso dell’uomo a votarsi all’obbedienza nei confronti di un capo o di una struttura ideologica; e tutto questo campo, di sterminata ampiezza, che si riferisce alle gerarchie riconosciute dagli esseri umani, è un prodotto della Quarta Corrente ed è da essa influenzato.
È questa una nozione importante innanzitutto perché spiega la predilezione dell’organizzazione nei confronti delle forme di governo democratiche, nonché la sua avversione verso le dittature. In questo caso non si tratta di buonismo, come oggi viene spesso inconsultamente spacciato, bensì della consapevolezza (molto tecnica!) che agli eccessi di obbedienza fa riscontro un’anomala ricettività alla Quarta Corrente a spese delle altre: un eccesso estremamente nocivo, perché (come avviene in tutti i casi di squilibrio percettivo) gli fa riscontro, da parte degli esseri umani, una pericolosa e preoccupante incontrollabilità del proprio destino.
Vorrei tanto avere appena presentato al lettore un problema puramente teorico; ma, ahimè, è tutto il contrario - infatti, l’impiego della Quarta Corrente in politica riesce agli uomini talmente spontaneo che gli errori da essa apportati costituiscono un vero e proprio leit motiv della storia, che da millenni continua a ripetersi senza tregua.
Infine, della Quinta Corrente preferisco non dire il nome, in quanto - come la terza - è di origine umana, e non è bene renderla facilmente identificabile. Si tratta infatti del prodotto di una comunità umana particolare, avente la caratteristica di emettere energie di frequenza diversa rispetto alla maggioranza dei suoi simili… (e) la cui origine avvenne in condizioni astrologiche molto diverse rispetto a quelle della maggior parte dell’umanità - e si può dunque ben capire come l’identificazione di questa antica comunità potrebbe facilmente indurre manifestazioni di razzismo nei suoi confronti, soprattutto presso chi abbia coscienza delle fastidiose interferenze della Quinta sulla Terza Corrente, nonché della sua impenetrabilità all’azione delle prime due.
Non è mia intenzione dilungarmi, in questo articolo, su tale argomento; ma sarebbe molto bene che i miei lettori ci riflettessero, perché il fatto che l’organizzazione accetti l’idea che un certo gruppo di esseri umani possa sovrapporsi alla loro azione di controllo ed influenzarla, è anche la prova del fatto che noi non siamo (come vorrebbero certi complottisti) inerti burattini sballottati da forze che non riescono a controllare, ma godiamo del libero arbitrio, e (potenzialmente) del controllo sul nostro destino - basta volerlo, e chi nega questa possibilità non fa il nostro bene.
Per quanto la Quinta Corrente influisca sulla Terza, la maggior parte del suo flusso si orienta in direzione della Quarta, al punto che si può dire che queste due correnti lavorino insieme.
A questo proposito, una notevole differenza dalle prime tre risiede nel fatto che la loro influenza cresce costantemente nel tempo: una caratteristica che il lettore può immaginare quanto complichi il lavoro degli altri gradi incaricati di convertire il sistema a sette in sistema a cinque, in quanto è loro negata la possibilità di fare riferimento ad un paradigma definitivo.
Panta rei, tutto scorre e tutto cambia; e si può affermare che sia stata l’azione della Quarta e della Quinta Corrente combinate a cacciare Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.
Vorrei davvero che il lettore potesse avere accesso - almeno in parte - alle direttive che l’organizzazione manda ai gruppi, per rendersi conto di quanto il problema dell’accrescimento della Quarta e della Quinta Corrente rimanga, purtroppo, costantemente all’ordine del giorno.
Ma su di esse, le possibilità di intervento non sono molte; e perlopiù, le direttive emanate ai gruppi si limitano a rammentare che vada tenuto conto della loro esistenza, anche in considerazione del fatto che il flusso della Seconda Corrente si rivela spesso abbastanza potente da limitare i loro effetti dannosi, e che di conseguenza, quando si verificano squilibri importanti originati dalle ultime due correnti, si può provare a porvi rimedio per mezzo di essa.
Qualcuno si chiederà perché l’organizzazione non proceda (come senz’altro sarebbe nelle sue possibilità) a cancellare l’emissione delle ultime due correnti tout court; ed il bravo ermetista avrà senz’altro capito perché questo non succede, in quanto la riduzione del sistema a cinque a un sistema a tre equivarrebbe ad un’autentica soppressione dell’influenza dell’umanità sullo spaziotempo.
A dire il vero, questo forse non dispiacerebbe agli alti gradi tradizionalisti; ma c’è anche un altro problema, ovvero il fatto che l’origine della Quarta Corrente (come della Terza) risiede in certe configurazioni astrologiche la cui cancellazione innescherebbe una catastrofe cosmica di immane portata; ed inoltre (cito le scritture) la sua azione è necessaria per mantenere l’attenzione degli uomini concentrato sul mondo delle forme, la cui stessa esistenza può essere considerata un’applicazione dell’impulso alla separatività (e la stessa scrittura si conclude con le parole: è impossibile che la vita sulla Terra possa perpetuarsi senza questa illusione).
Volendo andare a fondo di questa affermazione apparentemente apodittica, va chiarito che l’umanità è ancora lontana dall’avere assimilato, a livello collettivo, la principale ragione della sua esistenza sul piano della realtà oggettiva: ovvero, quella che sia la vera funzione della materia. Finché non apprenderemo come si controlla e governa la materia a livello magico, la nostra funzione sul piano della realtà oggettiva non sarà esaurita, e fino ad allora, la presenza della Quarta (e della Quinta) Corrente dovrà essere accettata e tollerata.
Tornando ancora alla Quinta Corrente, è d’obbligo rilevare che il suo impulso alla separatività reca come vantaggio una forte tendenza al progresso; intendendo, con questa parola, tanto lo sviluppo scientifico e tecnologico quanto l’incentivo da esso rappresentato in favore di un sempre maggior impegno dell’organizzazione nelle vicende del mondo profano. Più il progresso va avanti, più essa si sente spronata a trasmettere le proprie conoscenze ai gruppi, col risultato di trasferirle (prima o dopo) nella coscienza collettiva dell’umanità.
Va poi osservato come l’esistenza di una sorta di jolly energetico che scompiglia ogni gioco costituisca uno strumento importante per mantenere costantemente ai massimi livelli l’attenzione e la consapevolezza dei membri dell’organizzazione (alti gradi e membri dei gruppi), che della gestione delle correnti hanno fatto il compito della loro vita.
Matteo 24: 43-44 - considerate che, se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà; questo bel passo del Vangelo viene considerato dai membri dei gruppi un riferimento diretto alle modalità di espressione della Quinta Corrente, e molti di loro lo tengono incorniciato, come un quadretto, nei locali in cui praticano abitualmente il loro lavoro (nota - una delle cose che non sono autorizzato a scrivere è come il lavoro di smistamento delle correnti venga attuato materialmente; comunque, posso dire che il suo cuore è costituito dall’attività meditativa, sia pure attuata con l’ausilio di supporti tecnici particolari - molti dei miei lettori, senz’altro, ne sono stati testimoni senza comprendere che si trattasse di esso).
Non sono pochi i profani che, insensibili alla percezione delle prime quattro correnti, percepiscono tuttavia la Quinta con una certa facilità. Ora, se queste persone decidessero di sviluppare il loro dono per farne uno strumento di approccio all’organizzazione, non dovrebbero commettere l’errore di mantenersi avidamente concentrati sulla sola percezione di essa: perché un simile atteggiamento, oltre a presentare il pericolo di squilibri psicologici, viene considerato un segnale negativo.
Invece, la cosa giusta che i profani percettori di Quinta dovrebbero fare è sforzarsi di comprendere l’algoritmo interiore che sta alla base del loro dono, e cercare di applicarlo anche alle altre quattro correnti, alle prime due soprattutto, che possono adempiere ad una funzione protettiva dai pericoli della prima parte del cammino (nota - è comunque inevitabile che il periodo di approccio all’organizzazione si accompagni ad errori e a stati di sofferenza, legati agli sforzi che il corpo deve ripetutamente compiere per resettarsi sui nuovi modelli di percezione energetica).
Un’efficace contromisura per controbattere gli eccessi di Quinta è l’emissione di energie solventi che le consentano di disperdersi nella Terza, quantitativamente molto più abbondante; e c’è chi sostiene che, attraverso l’applicazione di questa pratica, la qualità della Terza risulti addirittura migliorata.
Sorto, nell’antichità, come procedimento terapeutico da applicare ai singoli individui, soltanto intorno alla metà del ventesimo secolo gli equilibri politici fra tradizionalisti e modernisti hanno permesso di provare ad applicare questo metodo su larga scala. Se la parte dell’organizzazione favorevole al suo impiego dovesse definitivamente affermarsi, non è impossibile in teoria che, nell’arco di qualche secolo, la Terza e la Quinta corrente possano fondersi completamente.
Fino a quando ciò non avverrà, gli influssi della Quarta e della Quinta Corrente rappresenteranno da un lato il massimo ostacolo per quanti siano desiderosi di stabilire con l’organizzazione un contatto mentale diretto, dall’altro la principale ragione per cui questo dono è privilegio di pochi.
Daniele Mansuino
Prima parte - Seconda parte - Terza parte - Quinta parte - Sesta parte
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