Riflessioni sull'Esoterismo
di Daniele Mansuino
Nubi sul Marchio
Maggio 2011
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Un solo Massone non può cambiare la Massoneria, ma può diffondere il messaggio che può cambiarla. Della verità di questo principio ci siamo già resi conto, il Risp.mo Fr. Giovanni Domma ed io, con la nostra campagna in favore dell’Installazione dei Venerabili nelle Logge di rito scozzese.
Non avremmo mai immaginato quale grande movimento di Fratelli si sarebbe radunato intorno alla nostra idea, né che essa sarebbe stata raccolta da intere Circoscrizioni massoniche che l’avrebbero fatta propria, come è avvenuto dapprima per la Lombardia e ora sta avvenendo in molte altre regioni d’Italia. In tutti questi luoghi, i Maestri Venerabili vengono ora consacrati mediante un rituale a cui anche noi, modestamente, abbiamo messo mano!
Ci sono altre battaglie intraprese dal Fratello Domma il cui esito è ancora incerto, ma sarà probabilmente positivo, perché sono in accordo con quel disegno di sprovincializzazione e internazionalizzazione della Massoneria italiana di cui c’è grande bisogno, affinché il GOI possa ritornare alle posizioni di prestigio sul piano internazionale che purtroppo gli sono sfuggite; molto terreno è già stato riguadagnato (ultimo traguardo raggiunto, il recupero del riconoscimento da parte della Spagna), ma è ormai chiaro a tutti che perché tale opera sia portata a compimento c’è ancora molto da fare.
Così in futuro si parlerà ancora della rivalutazione della figura del Presidente di Collegio Circoscrizionale, se non addirittura dell’istituzione delle Gran Maestranze Regionali anche in Italia: obbiettivi che il Fratello Domma porta avanti tenacemente da tempo, con un gran lavoro di propaganda e sensibilizzazione a tutti i livelli dell’Ordine.
Tuttavia la più importante delle sue iniziative è ancora più ambiziosa: sto parlando della costituzione della Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio in Italia, un progetto su cui abbiamo già abbondantemente relazionato in un precedente articolo e al quale abbiamo anche dedicato un bel libro, che sta avendo successo (Massoneria del Marchio).
Nel 2008, dopo che la Gran Loggia Nazionale Francese ristabilì le relazioni col GOI, Giovanni Domma e un altro Fratello della GLNF raccolsero un gruppo di sedici Fratelli del GOI e consacrarono la prima Loggia del Marchio di lingua italiana, all’obbedienza della Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio di Francia: precisamente la Rispettabile Loggia Ara Pacis N°162 alle Cave di Cannes.
Il loro progetto era di costituire al più presto un paio di Logge del Marchio formate esclusivamente da Fratelli provenienti dal GOI, per costituire un Distretto del Marchio sul suolo italiano; il passaggio successivo sarebbe stato la richiesta della bolla per la costituzione della Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio d’Italia ed il riconoscimento da parte della Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio di Inghilterra e Galles.
Purtroppo, vari ostacoli si frapposero alla buona riuscita di questo progetto. Si è perso così del tempo mentre altri si davano da fare, cosicché il 26 luglio 2008 Fratelli della Gran Loggia Regolare d’Italia hanno consacrato la prima Loggia del Marchio italiana all’obbedienza della GLMMMEW, e nel settembre 2010 ne hanno creata un'altra, costituendo il primo Distretto del Marchio in Italia.
Ci sono ancora, purtroppo, nel GOI persone poco intelligenti che frenano irragionevolmente di fronte a ogni tentativo di innovazione, senza rendersi conto del grave danno che si apporta alla Massoneria tutta sabotando i nostri sforzi di adeguamento agli standard internazionali.
Comunque, pazienza: essere veri Massoni del fare vuol dire non perdersi in chiacchiere e affrontare le situazioni per quello che sono, prendendo atto che allo stato attuale delle cose il destino dei Maestri del Marchio del GOI è continuare a lavorare all’obbedienza della Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio di Francia.
Come già osservammo nel nostro precedente articolo sul Marchio, non è che lavorare all’obbedienza della GLMMMF sia un destino così orribile dal quale per forza occorra trovare un modo per scappar fuori. La soluzione più saggia per i Maestri del Marchio del GOI sarebbe (…) creare nuove Officine italiane all’obbedienza della GLMMMF, fino a raggiungere il numero sufficiente per costituirsi a loro volta in Distretto. Al momento in cui scriviamo, è probabile che tale linea venga adottata.
Ci sono però altri ostacoli che si addensano come nubi nel cielo del Marchio, e che i pionieri del Marchio italiano dovranno superare. Per esempio, sarebbe opportuno che almeno a livello procedurale il GOI evitasse di frapporre complicazioni; eppure - fino a pochi mesi fa almeno - la Gran Segreteria pretendeva dai Fratelli desiderosi di entrare a far parte di una Loggia del Marchio di esserne preventivamente informata.
Una prassi del genere, in Inghilterra sarebbe del tutto inconcepibile: come già abbiamo avuto occasione di spiegare, non esiste tra la Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE) e la Gran Loggia dei Maestri Muratori del Marchio di Inghilterra e Galles (GLMMMEW) nessun rapporto ufficiale; né potrebbe essere diversamente perché ambedue si autodefiniscono ordini sovrani, quindi in teoria uno dei due sul suolo inglese sarebbe di troppo.
Il loro rapporto, che potremmo definire simbiotico, è il seguente: l’UGLE concede ai suoi Maestri di aderire a una Loggia del Marchio della GLMMMEW, ignorando ufficialmente il fatto; da parte sua, la GLMMMEW pretende dai suoi aderenti che essi frequentino attivamente il craft – noi diremmo l’Ordine – nelle Officine dell’UGLE.
Bisogna infatti tener presente che, per entrare a far parte di una Loggia di Maestri Muratori del Marchio, un Fratello dev’essere un Maestro Massone con anzianità nel grado di almeno un anno (e se volesse aspirare al rango di Maestro Venerabile, dovrebbe avere già esercitato quest’incarico in una Loggia Azzurra - dico dovrebbe perché quest’ultima prescrizione può essere aggirata mediante una dispensa rilasciata dal Gran Maestro Provinciale); ora la GLMMMEW, che in quanto ordine sovrano avrebbe diritto a lavorare i tre gradi azzurri nelle sue Officine, per non esercitare un’indebita concorrenza nei confronti dell’UGLE rinuncia a farlo, ed entrambi gli Ordini si avvalgono dei vantaggi che derivano da questa tacita collaborazione, facendosi in sostanza reciproca pubblicità.
E’ questo il tipo di rapporto che le Gran Logge del Marchio conducono con il loro Ordine di riferimento in ogni Nazione, da cui emerge chiaramente che la Gran Segreteria del GOI non può avere alcuna voce riguardo alla scelta di un suo Maestro di aderire al Marchio: ufficialmente per il GOI la Massoneria del Marchio non esiste, quindi non si può parlare certamente di autorizzare tale scelta.
Volendo assumere nei confronti di tale pretesa una posizione conciliante, possiamo accettarla come una concessione da parte del Marchio ai bizantinismi della tradizione massonica latina, e il futuro Maestro del Marchio vi si potrà adattare in segno di riguardo nei confronti della Gran Segreteria stessa; purché sia chiaro però che il Gran Segretario del GOI non ha nessuna voce in capitolo, e può solo prendere atto della scelta del Fratello. Non ha certamente il diritto di “mettersi di traverso” insabbiando le domande e rallentandone in questo modo il decorso.
In questi ultimi anni, gli accresciuti contatti tra i Massoni (che viaggiano e… navigano di più) stanno apportando come conseguenza gradita e inevitabile la diffusione a macchia d’olio di forme rituali un tempo circoscrivibili a determinati territori, come appunto il Marchio era limitato alla sfera d’influenza diretta della Massoneria britannica. E’ quindi una sfida molto importante per gli Ordini sapersi adeguare alla nuova situazione, evitando che regole concepite a tutela della prudenza e della regolarità, si ritrovino a svolgere altre funzioni certo originariamente non previste - fungere da freno alla libera circolazione dei fratelli, delle idee, nonché addirittura da intralcio al lavoro.
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