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Medicina olistica
Si parla tanto di medicina ufficiale e di medicina alternativa: quest’ultima per molti è relegata alla cura di piccoli sintomi cronici. Vi è una terza via che cura il fondo del problema del paziente e che riunisce psicanalisi e medicina alternativa e che dà risultati sorprendenti se utilizzata con spirito di profondo coinvolgimento e attenzione a tutti i parametri del caso. Già molti medici, sottraendosi al dictat di case farmaceutiche e di medicina "nucleare" o cosiddetta all’avanguardia – utile per il reparto chirurgia all’ultimo stadio ed incidenti gravi – hanno cercato attraverso il sintomo di arrivare al problema di fondo dell’individuo di cui l’esperienza somatica è solo l’apice dell’iceberg. Avendo conosciuto sia il dottor Hamer - (il cui cancro si era sviluppato in seguito alla sua non accettazione della morte del figlio assassinato... sarebbe interessante divulgare qualcosa di lui anche se è stato messo all'indice più di un eretico, per cui ha avuto più processi delle streghe per le sue teorie! ...anche se notoriamente è un po' paranoico) - che il metodo, posso dire che le sue ricerche hanno un grande valore in vista di una trasformazione della coscienza veramente "globale" e non solo teorica. Nel mio libro "I non guru, del non culto del non metodo" accennavo all'omeopatia "unicista" (non quella pluralista e di "conforto" che non cura) in cui non si guarda al sintomo come qualcosa da eliminare, ma si prende il sintomo o la situazione come segnale rosso da "vedere" per arrivare infine alla "sensazione primaria" che corrisponde al rimedio, ''personale'' che cura la polmonite come l'aids, non come malattie generali, ma in quanto manifestazioni fisiche personali di un malessere profondo interiore e allo stesso tempo simile a quello di milioni di individui. Il malato però deve vedere il proprio conflitto a volte molto profondo e accettare la trasformazione anche lenta. Non ci sono malattie ma solo malati, ognuno diverso, ognuno col suo potenziale, l'inquinamento o il cibo essendo marginali - che sono sempre specchi del nostro consumismo generale, anche se lo detestiamo è sempre un riflesso. Vi sono fumatori che non hanno mai il cancro al polmone ed altri che non hanno mai fumato, diranno che .. è il fumo passivo che li uccide, perché non riescono a vedere il vero problema: in genere una tristezza profonda e distruttiva. La trasformazione può avvenire sia cambiando totalmente ottica, entrando visceralmente nell'energia del conflitto o dispiacere, sia accogliendo la ...morte, come facente parte dell'eterno ciclo e di cui noi non vogliamo più nemmeno sentir parlare. Queste "nuove vie" sono da render note a mio avviso, perché confermano la coscienza come ologramma, dove la causalità non ha più ragione d'essere. Purtroppo richiedono un investimento ed una dedizione personale poco rimunerativa, che pochi medici sopportano e che le multinazionali farmaceutiche osteggiano, perché rende di più avvelenare la gente con antibiotici o chemioterapia o comprare costosissimi macchinari. La trasformazione deve cominciare da ognuno di noi e quando avrà raggiunto un numero sufficiente, succederà come per la "centesima scimmia": nell'esempio noto dell'isola in cui la centesima scimmia aveva imparato a sbucciare banane prima di mangiarle, a migliaia di chilometri, senza SMS o internet, eccone una di colpo che si mette a sbucciar banane. La dimostrazione dei campi morfogenetici di Rupert Sheldrake, ma anche la prova delle scoperte della fisica quantica. Il mondo essendo nostro specchio è bene cominciare dal nostro piccolo quotidiano: se c'è una presa di coscienza in ognuno, anche intorno a noi le cose cambiano e si equilibrano. Ricordo negli anni 80 ad una riunione di scienziati e mistici a Pomaia presieduta dal Dalai Lama, vi era una maestra inglese dei sobborghi di Londra dove insegnava a bambini delle elementari: erano figli di alcolizzati o di poveri che arrivavano a scuola assonnati e svogliati. Preparava prima matite multicolori e dorate e poi li spronava a mezz'ora di "silenzio" o di meditazione e subito dopo diceva loro di disegnare quello che "avevano visto". I disegni erano incredibili! vere miniature e molto simili a disegni di aborigeni. Disegni che mai nessun bambino a quell'età avrebbe potuto fare durante la normale attività giornaliera. La cosa ancor più interessante era che i bambini erano diventati più vivaci e la maestra aveva notato che anche i loro genitori nel corso dell'anno, avevano cambiato atteggiamento e si erano ingentiliti. Non era un miracolo, solo un guardare le cose da un punto di vista olistico, senza separazioni o antagonismi intellettuali.
Isabella di Soragna - ottobre 2005
Per approfondire consigliamo la lettura del brano presente nella sezione testi tratto da:
Guarire il mondo con l’anima - Il manifesto della nuova spiritualità olistica di William Bloom
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