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Manicheismo
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All’inizio della dominazione sasanide, nella regione del Fars erano venerate le divinità Ahuramazdah e Anahita.
Il re Sapur I si pose l’obiettivo di creare una Religione di Stato che potesse esprime il neonazionalismo iranico.
Trovò la risposta nel manicheismo che suscitò l’avversione della classe sacerdotale mazdaica e venne distrutto con la scomparsa dell’imperatore.
Con l’imperatore Narsete il manichiesmo conobbe un nuovo periodo di successo, in quanto fu posto in contrapposizione con il cristianesimo che si stava diffondendo in Mesopotamia, finchè lo zoroastrismo non lo annientò definitivamente in Iran, divenendo Religione di Stato.
Dottrina e sviluppo
Mani, uomo nobile, si professava inviato da dio, al pari di Zaratustra, Gesù e Buddha.
Egli si ispirava alle tradizioni iranica, babilonese, buddhista e cristiana.
Secondo la sua religione, il mondo è formato dalla lotta tra il BENE ed il MALE, luce e tenebre.
Nell’uomo l’anima ed il corpo rappresentano rispettivamente la luce ed il corpo: la morale manichea si sviluppa attorno alla liberazione dell’anima dal corpo.
Quando tutta la luce e tutte le anime tenute prigioniere saranno liberate e saliranno al sole, il cielo e la terra (la materia) crolleranno e si separeranno, mentre il regno della luce durerà in eterno.
I fedeli si dividono tra eletti ed uditori.
I primi si identificano nel clero che è tenuto al celibato, devono astenersi dalla carne ed evitare la cupidigia e la menzogna.
I secondi hanno diritto di sposarsi, possono lavorare, devono conservarsi puri e non aspirare alla ricchezza.
Non sono ammessi sacrifici cruenti né immagini divine, ma preghiere e digiuni.
I manichei praticano il battesimo, la comunione e ricevono l’assoluzione prima della morte.
Il manicheismo subì l’influenza gnostica, in quanto dimostrò un’avversione per l’ebraismo, considerata la religione delle tenebre.
Gli inni, di ispirazione babilonese, sono enunciati da Zoroastro; dal cristianesimo vengono presi il dogma della trinità ed alcune parti del Vangelo; i nomi degli angeli erano siriani.
Sapur I vede la debolezza delle religioni tradizionali iraniche e cerca di contrapporre, all’ascesa del cristianesimo e del buddhismo, che nel regno Kusana era divenuta religione di stato, questo nuovo culto.
Il mazdeismo si trovò minacciato all’interno, nonché stretto all’esterno dalle altre religioni monoteiste.
Alla morte di Sapur I, si diffusero violente persecuzioni contro tutte le religioni, in particolare contro il manicheismo.
Mani venne sottoposto a giudizio e condannato al supplizio.
I suoi fedeli lasciarono l’Iran e si recarono in Asia centrale, Siria ed Egitto, dove diffusero la propria religione.
Essa conobbe un discreto successo in Cina (dove si diffuse anche il cristianesimo nestroriano), Mongolia e Nord Africa, dove venne combattuto da S. Agostino.
Da qui il manicheismo si diffuse nel sud della Francia, dando vita alla setta purista dei Catari, che nel 1200 venne combattuta aspramente dai cattolici che ne massacrarono tutti i proseliti.
Mazdak
Secondo il filosofo iranico Mazdak, seguace di Mani, il popolo doveva evitare l’odio e la lotta.
Ad esso spetta l’uguale distribuzione delle ricchezze.
Questa sorta di comunismo iranico si oppone profondamente al sistema sociale sasanide, basato su classi chiuse, su una disomogeneità nella distribuzione delle ricchezze, su una forte presenza di schiavi.
Khavad si fa portavoce di questa filosofia, ma subisce un complotto.
Si rifugia presso gli Eftaliti e riprende il potere, con l’aiuto esterno.
Una volta rinsediato sul trono, non segue più il mazdakismo: tutti i suoi seguaci vengono massacrati e tale filosofia troverà accoglienza presso gli Arabi.
Fonte: http://open-site.org/International/Italiano/
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