Discorsi di Dharma
di Geshe Gedun Tharchin
Insegnamenti del Venerabile Lama Geshe Gedun Tharchin, Lharampa. Incontri, lezioni e scritti su Dharma, Meditazione e Buddhisimo.
Mahamudra
Essere senza essere
- Febbraio 2019
La meditazione è “essere senza essere”, semplicemente dimorare in sé naturalmente, sciolti da ogni vincolo, consapevoli che tutte le cose sono come immagini di sogno, illusioni.
Essere presenti a sé stessi in ogni circostanza non significa affatto cedere all’inganno di voler fuggire dal mondo carico di stress, al contrario è accogliere la verità della visione della realtà, poiché anche tutto ciò che regola il mondo fisico è realtà e come tale non deve essere rinnegato, ma osservato nella giusta prospettiva, in quella dimensione che la meditazione mostra.
Così possiamo affrontare lo stress senza stress, perché lo stress è oggettivamente reale, ma soggettivamente lo si può evitare, tutto dipende dalla corretta visione dell’io.
Le svariate distinzioni: sofferenza e non sofferenza, felicità e non felicità, pace e non pace… sono soltanto concetti inventati artificiosamente in quanto sono espressioni della stessa realtà, dove c’è l’una coesiste l’altra, naturalmente.
Tutti le costruzioni mentali: oggi sono felice, domani soffrirò ecc… sono il risultato delle nostre illusioni e per abbandonare questo fraintendimento ingannevole non serve né felicità, né sofferenza, né nessun’altra costruzione mentale.
La meditazione dunque è fondamentale e in particolare nella scuola Vajrā-yana si basa prima di tutto sulla consapevolezza della vacuità del sé e per questo ogni pratica inizia con la recita del mantra relativo di “Sunyata” (vacuità) che si esprime con la sillaba OM.
Om significa essenza di corpo, parola e mente, la mia essenza che non è diversa da quella del Buddha, è una condizione equanimemente universale sul piano spirituale, sottile, nel mondo alternativo.
Nella formulazione del mantra si ripete spesso “io” che sottintende la natura stessa della vacuità di tutti i fenomeni privi di esistenza intrinseca.
Dicendo “io e mio” affermiamo la vacuità di ogni cosa che è la realtà ultima della nostro essere e infondiamo grandezza e importanza a questa espressione nella misura in cui siamo coscienti della realtà dell’io e mio nella sua vacuità e quindi illimitatezza. Noi imprimiamo il valore alla nostra esistenza, ne determiniamo la grandezza o la piccolezza, tutto l’universo vi può essere contenuto o dissolto nella vacuità dell’io, nell’essenza del sé.
Questo è il mondo alternativo in cui possiamo sperimentare, creare o limitare ogni essenza, la scelta è nostra ed è illimitata.
In questa consapevolezza abbiamo contatti con i mondi mentale e materiale in ogni loro espressione, ma nella realtà profonda, personale, intima dell’io viviamo nel mondo alternativo, ed è fondamentale averne costante consapevolezza in qualsiasi circostanza e se spesso si è distolti dalle varie necessarie attività quotidiane, è necessario ritrovare questa conoscenza nel silenzio della meditazione che insegna ad utilizzare interamente le proprie risorse anche quando si incontrano ostacoli e difficoltà.
Geshe Gedun Tharchin
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