Riflessioni dal web Indice
Gruppi in Internet, dal sé al gruppo virtuale
di Walter Iacobelli
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L’effetto di questo accumulo è l’incubo. Bion differenzia infatti l’incubo dal sogno: l’incubo ha una qualità evacuatoria e allucinatoria. L’angoscia che l’accompagna è il segno che l’apparato psichico è stato sopraffatto, non è riuscito a digerire certi vissuti. Il sogno, invece, è il risultato dell’opera della funzione alfa, cioè della trasformazione operata dalla funzione alfa sulle esperienze e sui vissuti emotivi che si sono accumulati. La funzione terapeutica del pensiero di gruppo si manifesta, prima di tutto, come capacità di elaborare l’angoscia. Ognuno di noi si è trovato a volte, la sera molto stanco e abbattuto, con la testa incapace di pensare. Se l’ambiente è accogliente, se c’è una situazione di gruppo conviviale, questo contribuisce a farci sentire meglio, anche se magari l’attività che si svolge nella riunione del gruppo è intensa e di per sé faticosa. A questa funzione metabolica del pensiero di gruppo si riferisce Francesco Corrao (1981), che la definisce funzione gamma (funzione gruppo). La funzione gamma è analoga alla funzione alfa. L’intitolazione alla lettera greca gamma corrisponde all’idea che chi attiva questa funzione non è un individuo ma un gruppo. La funzione gamma in definitiva è la capacità del pensiero di gruppo di “metabolizzare” elementi sensoriali, tensioni e frammenti di emozioni che sono presenti nel campo.
Un pensiero che opera fuori dell'individuo
L’ipotesi, avanzata da Corrao, che il pensiero di gruppo possieda una capacità metabolica si collega utilmente con alcune ipotesi avanzate da Searles. Prima ancora di riferire le ipotesi di Searles sono però utili alcune parole che contribuiscono a dare un’opportuna collocazione ai sui studi. Searles si è occupato fondamentalmente di due temi: il trattamento di pazienti molto gravi e il problema del rapporto tra l’individuo e l’ambiente, inteso come ambiente umano e non umano. In riferimento ai reparti ospedalieri psichiatrici e alle équipe che vi lavorano, Searles ha affermato che la terapia per i pazienti gravi richiede che determinate funzioni mentali vengano inizialmente attivate fuori dell’individuo (nell’équipe) e che solo successivamente l’individuo se ne possa appropriare. È questo il punto che vorrei porre in “collegamento con la capacità” metabolica del pensiero di gruppo. Citerò direttamente il testo di Searles. Egli scrive (1965, pag. 315-317): “Il modo più chiaro e più semplice di descrivere il tipo di situazione sociale che il paziente dell’Io frammentato tende a creare nel reparto è, a mio avviso, considerare tale situazione sociale un processo per mezzo del quale la differenziazione e successivamente l’integrazione dei diversi frammenti dell’Io debbono avere luogo in larga misura all’esterno del paziente stesso, nelle persone che lo circondano, prima che possano avvenire dentro di lui”. Il “paziente grave” che riesce a utilizzare l’équipe per attivare processi mentali di cui è carente, probabilmente vive se stesso come tutt’uno con l’équipe. La fantasia di fusione con l’équipe gli permette di fruire dell’attività di elaborazione di quest’ultima, senza sentire di avere a che fare con un oggetto altro, con qualcosa di diverso da sé. L’équipe è infatti una parte della sua mente. Ritengo che il processo descritto da Searles si verifichi non solo nelle équipe ospedaliere, ma anche nei piccoli gruppi a finalità analitica e che ne fruiscano soltanto i pazienti, ma tutti i pazienti che prendono parte ad un’analisi di gruppo.
Uno spazio per il pensiero
Un altro aspetto del rapporto terapeutico che si stabilisce tra individui e gruppo corrisponde alla possibilità che il pensiero di gruppo offra una sorta di supporto spaziale ai pensieri dell’individuo. In altri termini, ci si riferisce alla possibilità che l’individuo possa utilizzare la struttura poliedrica del gruppo come uno “spazio particolare” che si offre ai suoi pensieri. In questo caso, non vi è la necessità di una fantasia di fusione con il gruppo, ma il pensiero dell’individuo cammina, di pari passo con il pensiero di gruppo.
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