Riflessioni in forma di conversazioni
di Doriano Fasoli
Interviste a personaggi della cultura italiana e straniera - Indice
Uno scrittore singolarissimo
Conversazione con Antonio Gnoli
di Doriano Fasoli per Riflessioni.it
- maggio 2005
In un recente passato, Lei pubblicò, sempre per Bompiani, “La nostalgia dello spazio”: si trattò di un’intervista fatta a Bruce Chatwin, singolare scrittore, autore di culto. Quando lo conobbe personalmente? E che impressione ne ebbe?
Conobbi Chatwin nel 1982 a Roma. Ci vedemmo in una mattinata di sole primaverile a Piazza del Popolo. Aveva da pochissimo pubblicato In Patagonia, ma era ancora un perfetto sconosciuto. Difficilmente si sarebbe potuto immaginare il culto, la leggendarizzazione che avrebbero avvolto la sua figura. Fu cortese, disponibile, allegro, curioso. La sua conversazione oscillava tra la apparente futilità di un’osservazione a un pensiero calmo e profondo. Mi colpì il suo modo di vestire: inappuntabile. Indossava un completo blu, una camicia a righe e una cravatta con un disegno di stelline, un motivo al quale sarebbe rimasto sempre affezionato. Era diverso, insomma, dal viaggiatore che avevo immaginato.
Quale libro in particolare, di Chatwin, suggerirebbe di leggere?
Il suo libro archetipico è In Patagonia, ma il più bello è Le vie dei Canti. Inoltre ho trovato straordinari i suoi reportages e i suoi ritratti raccolti in Che ci faccio io qui?
Un’ultima domanda, Gnoli: quali sono i Suoi principali punti di riferimento filosofici?
È molto complicato, particolarmente in questo periodo, parlare di punti di riferimento filosofici. Diciamo che il mio ideale è una specie di "Frankenstein": una testa spinoziana, un corpo deleuziano, e agili gambe nicciane. Naturalmente la filosofia non è questa baracconata, però oggi è il solo modo per poterla raccontare. In fondo la storia della filosofia ha fatto più vittime tra i filosofi che fra gli studenti. Teniamone conto.
Doriano Fasoli
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