Riflessioni Filosofiche a cura di Carlo Vespa Indice
L'insostenibilità del Dio Trinitario unico
Di Loreto Luigi - Gennaio 2011
1. Premessa: il saggio che segue è un estratto del capitolo Il moderno mito immaginativo, incluso nel libro La creatività divina (Una rivoluzione ideologica). Prima di presentarlo, vorrei fronteggiare una probabile obiezione, cioè che la Divina Trinità non possa essere materia di libera comprensione, bensì di vincolante fede. Se un tale assunto venisse accettato, dovremmo ammettere che la somiglianza col Dio Trinitario non avviene, quando viene contattato mentalmente, con uno stato mentale libero, autonomo, creativamente attivo, bensì con uno passivo, servile, puramente stenografico, perché mirato ad accogliere rivelazioni accese da divino rapimento, su cui l’umana facoltà più cosciente, la ragione, può unicamente ricamarci sopra. Perdinci, per definizione Dio è un essere libero, creativamente attivo, incline a creare consapevolezze veracemente rappresentative di Sé, non certo di un Altro, e dunque perché dovrebbe snaturarsi nel rapportarsi mentalmente a Se stesso? La nostra umana consapevolezza è libera e mentale, cioè immaginativa e pensante, e su questi indiscutibili attributi dovremmo impostare la divina somiglianza. Poiché è altrettanto indiscutibile che l’immaginazione è la nostra facoltà più creativa, essa non può assolutamente restarsene passiva quando si investe nella realtà più fondamentale per l’umana consapevolezza, rappresentata da Quella Divina. In altre parti del libro abbiamo accertato che l’individuo umano non solo fonda la consapevolezza mentale di sé, di Dio e del mondo sulla natura del particolare tema immaginativo scelto ed elaborato nel livello più cosciente della sua trinitaria natura (con l’attiva partecipazione di quello in cui attualmente ci riconosciamo!), ma è data anche la possibilità che il tema possa risultare fallimentare sul piano evolutivo. Una delle più importanti cause dell’involuzione di un tema immaginativo, e quindi di una sofferta esistenza, risiede nella poverissima concezione della creatività divina che fonda o ispira, ma abbiamo anche ipotizzato che tale dato di fatto mentale debba essere una inconsapevolezza necessaria per la sua iniziale messa in opera, o vivibilità. Il tema immaginativo che stiamo da sempre vivendo, denominabile “Moralismo”, è di tale fattura, ma poiché non è concepibile che delle Entità divine, quali noi effettivamente siamo, siano tanto ottuse da non darsi una reale chance evolutiva, abbiamo cercato di rintracciare le ragioni di una nostra possibile evoluzione. La più importante fra esse è stata rinvenuta nella più motivante Forza psichica dei tempi moderni - la Razionalità - la quale ha reso il mondo un villaggio globale sul piano della creatività materiale, ma resta ostinatamente muta sul piano ideale. Orbene, accade che quando questa Forza si applica sulle Idealità Divine da sempre correnti, trova spontaneamente il compatibile oggetto di conoscenza, rappresentato dalla credenza nel divino concepimento umano del Cristo. L’investigazione razionale di questa comune e diffusa credenza ha il potere, per un verso, di scardinare la figura del Cristo dall’impianto moralista in cui è inserita, per l’altro di elevare ogni individuo umano allo status di Entità Divina Trinitaria.
2. Entriamo nell’intimità del Dio Trinitario e cerchiamo di comprendere con una ideale coerenza creativa. La dottrina afferma che è una inscindibile unità di Tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. La Terza Persona non soddisfa i nostri intenti interpretativi, perché priva di connotazioni creative; tra il Padre ed il Figlio c’è un evidente rapporto generativo e su questo concentreremo l’attenzione.
Il Dio Trinitario è eterno, perciò è da escludere che sopraggiunga per Esso sia il momento in cui, come Padre, Si genera come Figlio, sia il momento in cui il processo generativo si conclude. In caso contrario avremmo che un Dio prima nasce e poi si dà un tempo per completarsi. Il processo generativo, dunque, mai origina, mai cessa, eternamente accade. Sta avvenendo in un presente perenne, temporalmente indivisibile, che risuona come un insistente “adesso” nel trascorrere di miliardi e miliardi e miliardi… di anni umani.
Il Dio Trinitario è un Creatore e come Tale genera il tutto. Nella generazione del tutto prendiamo in considerazione quella di tre individui umani differentemente dislocati nel tempo: Tizio, nel passato; Caio, nel presente; Sempronio, nel futuro. Possiamo decisamente escludere che il Dio Trinitario li generi al di fuori del perenne “adesso” in cui, come Padre, Si sta generando come Figlio. Infatti, essendo un Creatore eterno, cioè senza tempo, tutte le Sue azioni non possono essere che simultanee, perciò la generazione di Tizio, Caio e Sempronio sta accadendo assieme a quella in cui, come Padre, Si sta generando come Figlio.
Il Padre è il Creatore del Figlio, il quale è la Sua Creatura; il Dio Trinitario è il Creatore dei tre umani, i quali sono le Sue creature. Il Figlio Creatura non può venire dopo il Padre Creatore, perché Questi nascerebbe come Creatore; le tre creature umane non possono venire dopo il Trinitario Creatore, perché Questi nascerebbe come Creatore del tutto. Tizio, Caio e Sempronio sono eterni quanto il Figlio e tutti e quattro coeterni ai rispettivi Creatori. Vien logico chiedersi: “Condividono lo stesso Padre del Figlio? E quindi l’identico status divino del Figlio?” Accertiamolo.
Il Dio Trinitario presenta un intimo processo creativo promosso dal Padre e dal Figlio. Il Padre fornisce vita al Figlio, cioè rappresenta la “vita” per il Figlio; ma il Figlio cosa simultaneamente fornisce al Padre, cioè rappresenta per il Padre? Potremmo risolvere il quesito solo conoscendo il genere di vita vissuta dal Figlio. Fortunatamente lo conosciamo, perché si dà il caso che il Figlio si chiami Cristo ed abbia mostrato sembianze umane.
Il Figlio, dunque, rappresenta l’idea umana che concepisce di Sé nel Padre, ed alla quale Questi fornisce immediata vita umana (vedi il saggio La Trinità Creativa, pubblicato in questo sito). La generazione umana del Figlio da parte del Padre sta accadendo “adesso”, ma si è temporalmente manifestata nell’anno zero, cioè 2010 anni fa. Si potrebbe affermare che l’idea umana che il Figlio concepisce di Sé nel Padre sia totalmente spirituale, cioè monda di ogni intrinseca traccia di corruttibile e limitata contaminazione fenomenica, con la conseguenza che il suo rivestimento spazio-temporale sia solo incidentale o superfluo. In tal caso avremmo che il sempiterno Figlio sa concepirsi solo in modo superfluo, incidentale, corruttibile, e del pari sa creare il Padre, perché il rivestirsi di spazio - tempo fa parte dell’autoconcepimento e non sopraggiunge ad esso.
Ordunque, abbiamo che il Dio Trinitario sta generando, come Padre Creatore, la vita umana che concepisce di Sé come Figlio, e nel contempo sta generando le creature del tutto, sempre come Padre Creatore, tra cui gli umani figli Tizio, Caio e Sempronio, coeterni sia ad Esso che al Figlio Cristo. E’ chiaro che un Creatore eterno è un Padre per le creature che genera, quindi anche per Tizio, Caio e Sempronio, e questi non possono che considerarsi suoi coeterni figli. E’ altrettanto chiaro, inoltre, che il Dio Trinitario il ruolo di Padre Creatore dei Suoi tre figli umani può rappresentarlo soltanto all’interno di Sé, cioè della Sua smisurata consapevolezza divina, perché non è razionalmente ammissibile un “oltre” o un “fuori” di Dio. Ma in Sé non solo risulta Unicissimo Padre di tutti i coeterni Figli che genera, ed un Padre equanime, che non fa distinzioni di rango divino fra Figlio e figliastri, si chiami il Primo Cristo e gli altri Tizio, Caio, Sempronio…,ma deve anche risultare eterno l’(auto)concepimento dei figli Tizio, Caio e Sempronio, perché alcunché può sopraggiungere.
Ci è saltato il Divino Conto! Proprio “adesso” l’Unico Dio sta generando, come Padre, una numerosa Prole Divina, praticamente tutti gli individui umani passati, presenti e futuri, per cui non ci si mostra più Trinitario. Il fatto potrebbe angustiarci, perché l’individuo umano proietta fuori di sé quel che ha in sé, quindi dovremmo affaticarci con molte pagine di riflessione per scovare la profonda ragione della “Trinitaria Proiezione”. Fortunatamente lo sforzo l’abbiamo già fatto ed è rintracciabile nei saggi precedenti, per cui possiamo limitarci ad un riepilogo.
Nel compiere il fondamentale atto di auto concepirsi, Dio Si determina come innumerevoli Individui Divini, ognuno dotato della inesauribile capacità di auto concepirsi al fine di individuarsi in modo rappresentativo. Ribadiamo che Dio non esiste in uno stato antecedente all’atto, con la conseguenza che gli Individui Divini, e tutta la loro sconfinata individuazione rappresentativa (e cooperativa!) vengono dopo, perché Dio è l’atto di auto concepirsi - individualizzarsi - rappresentarsi. Dio, dunque, è anche l’atto con cui un Individuo Divino si rappresenta, ogni atto di una qualunque individuazione rappresentativa, considerata in un corso reale o possibile, evolutivo o involutivo, e per tale ragione anche il possibile gesto che tu ora, caro lettore, stai scegliendo di non compiere per pigrizia, mettiamo quello di darti una riflessiva grattata alla testa. Dio è questo incommensurabile atto immediato. In pratica dovremmo considerare Dio un atto creativo agito come innumerevole Soggetto.
Ora isoliamo per fini esplicativi l’auto concepimento rappresentativo di un Individuo Divino e supponiamo che si concepisca in termini mentali, cioè umani. Orbene, con questo tipo di auto concepimento rappresentativo, uno tra gli infiniti tipi che sta concedendosi, l’Individuo Divino si pone spontaneamente come un Trinitario Individuo Umano, composto di Creatore, Creatura ed un Terzo, che abbiamo denominato il Duplice o Garante.
La ragione della “Trinitaria Proiezione” risiede, dunque, nella oscura cognizione che ogni individuo umano ha della propria trinitaria natura, per cui è accaduto che inconsapevolmente non solo ha fatto di se stesso un Dio, ed il fatto in sé è ragionevole, ma un Dio Unico, ed il fatto non è mai stato ragionevole. Essendo una sostanziale Divinità Creativa, l’Individuo Umano Trinitario sta esplorando tutti gli incalcolabili modi in cui la sua rappresentativa consapevolezza mentale si rende vita personale, sociale e mondo e persegue questo fine elaborando numerosi temi immaginativi. Il tema immaginativo che fonda tutte le trascorse e presenti civiltà, più o meno millenarie, è di natura moralista e verte sull’approfondita esplorazione esistenziale, fisica e metafisica, del “Bene e del Male”.
Loreto Luigi
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