Riflessioni sull'Alchimia
di Elena Frasca Odorizzi indice articoli
Il Catechismo Ermetico-Massonico della Stella Fiammeggiante del Barone di Tschudy
Ottobre 2012
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L'ORDINE E GLI STATUTI DELLA STELLA FIAMMEGGIANTE
Il trattato del Barone Tschudy «L'Ètoile Flamboyante ou la Societé des Francs-Maçons considerée sous tous les aspetcs», stampato nel 1976 «à l'Orient chez le Silence», si compone di due volumi. Nel primo troviamo una prefazione sull'Idèè generale de la Maçonnerie considerée sous un point de vue philosophique, sous le nom del La Societè des Philopshoses Inconnues. Nel secondo volume sono riportati gli Statuti dell'Ordine divisi in 30 capitoli, il Catechismo «ou Istruction pour le grade d'Adepte ou apprentif philosophe sublime e inconnu» e infine un'Ode Alchemica, indicata come una sorta di Chiave interpretativa e riassuntiva della Grande Opera. In appendice vi sono anche i «discorsi tenuti per lo più in Logge di rito scozzese in varie località dell'Europa, tra cui quella del principe di Sansevero (Discours prononcè a la reception de plusieurs Apprendiste à la loge du Prince di S.S. a Naples, 1745). Il volume termina con un breve articolo sull'Adoption ou Maçonnerie del Femmes (24)», una questione molto sentita, già all'epoca.
Come riportato dal Wirth (25), gli Statuti sono quasi identici agli Statuts des Philosophes Inconnus del Sendivogius, tranne qualche lieve modifica nel I, nel IV e nel XXX articolo, dove mancano brevi riferimenti alla religione cristiana (26). Dal Sendivogius, il Barone, non trasse però solamente gli Statuti, ma l'idea stessa dell'Ordine della Stella Fiammeggiante. Il Cosmopolita, infatti, aveva postulato ed esposto in alcune lettere personali la sua Idèe d'un Novelle Societè de Philosophes, i quali avrebbero dovuto diffondere su tutta la Terra le conoscenze Ermetiche e spiegare «il soggetto o materia sui cui si deve lavorare». I Filosofi di questa Società, così simili ai Fratelli della Rosa+Croce, agli Illuminati di Bacone, ai Filosofi di Comenius, ai Massoni Accettati, non dovevano essere scambiati per “falsi alchimisti”, dovevano restare “sconosciuti” e diffondersi ovunque (27).
I principi base degli Statuti del Sendivogius, sono molto simili a quelli che vennero poi adottati dalla Massoneria, di conseguenza fu piuttosto semplice per il Barone Tschudy trasformarli negli Statuti del suo Ordine Ermetico-Massonico. Nell'articolo primo, per esempio, si legge che: «questa compagnia non deve essere limitata a una contrada, una nazione, un reame, una provincia, o in una parola a un luogo particolare; ma essa deve espandersi per tutta la terra abitabile al pari di una religione santa e chiara, laddove la virtù è conosciuta, o la ragione seguita: un bene universale, infatti, non deve essere racchiuso in un piccolo luogo rinserrato; al contrario, deve essere portato ovunque si trovino soggetti adatti a riceverlo (28)». Nell'articolo tre si suggerisce che il numero degli associati sia in relazione alla Prudenza, per cui saranno il Tempo, il Luogo e la Necessità a determinarne il numero, senza dimenticare però che «la vera filosofia non si accorda affatto con una moltitudine di persone e perciò sarà sempre più sicuro limitarsi a un piccolo numero [...] (29)». Ovviamente gli ideali illuministi impongono che «non è necessario che coloro i quali saranno ricevuti nella compagnia siano tutti della medesima condizione, professione o religione. Sarà richiesto che essi siano almeno convinti dei santi misteri della religione cristiana, che amino la virtù, che abbiano spirito adatto alla filosofia, in modo che l'ateo e l'idolatra non possano essere ammessi [...] (30)». Nei successivi Articoli vengono richiesti non solo costumi impeccabili, ma anche «un autentico desiderio di penetrare nei segreti della chimica, e una curiosità che sembra venire dal fondo dell'anima; di conoscere non le ricette dei ciarlatani, ma le ammirevoli operazioni della Scienza Ermetica. Il Silenzio sui Misteri è d'obbligo, perché «se un uomo non sa tacere e non sa parlare che quando occorre, non avrà mai il carattere di un autentico e perfetto Filosofo (31)».
Riguardo alla Pratica l'articolo 18 prescrive lo studio «dei nostri libri e degli altri Filosofi (32)» al neofita, ma anche il «mettere egli stesso mano alla Pratica, senza la quale ogni speculazione è incerta». L'importante è astenersi «da ogni operazione sofistica sui metalli di qualunque specie essi siano» e soprattutto non si doveva avere «alcun commercio con tutti i ciarlatani e dispensatori di ricette «perché non vi è niente di più indegno per un filosofo cristiano il quale cerca la verità e vuole aiutare i suoi Fratelli, che di fare professione di un'arte ingannatrice (33)». L'articolo 21, spiegava infatti che «si può lavorare alla chimica comune» e distillare, lavorare i minerali, «cose che da noi a volte sono necessarie», ma solo entrando in un «laboratorio di chimica volgare», che non avesse una cattiva reputazione (34). Nell'Articolo 30, infine, si invita «Chi giunge a realizzare la Pietra» a «donare una piccola parte della sua Polvere, esplicare il processo o aiutare gli altri con consigli». Quest'ultimo «è il metodo migliore, perché ognuno dovrebbe arrivarci da solo (35)». Si dovrà inoltre «dedicare le ricchezze realizzate ai poveri, alla costruzione di Chiese nuove e al restauro di quelle vecchie» (36).
È particolarmente interessante anche l'articolo 15, nel quale si prescrive l'adozione per i neofiti, di un «nome cabalistico da cui si potesse trarre possibilmente l'anagramma del suo nome o di qualcuno degli antichi filosofi (37)», cosa che in Massoneria purtroppo non usa (38), ma tra gli Alchimisti, si.
ANALISI DEL CATECHISMO E DELL'ODE ALCHEMICA
Il Catechismo della Stella Fiammeggiante è strutturato esattamente come un Catechismo Massonico. Stesso modo di essere breve, conciso e diretto, con una cadenza precisa e varie formule fisse.
Il Termine Catechismo deriva dal verbo greco katechèo, che significa «istruisco oralmente». Introdotto dalla Religione Cristiana per indicare l'insegnamento dogmatico fondato sulla Fede, si diffuse anche nell'ambito delle Confraternite, delle Gilde Corporative, come strumento didattico per codificare e trasmettere le conoscenze di Mestiere, in maniera semplice e diretta, senza bisogno di saper leggere o scrivere. L'impiego della Catechesi, cioè dell'insegnamento orale, passò quindi dalla Libera Muratoria Operativa alla Massoneria Speculativa, la cui ritualità comprendeva oltre alle cerimonie di iniziazione, anche momenti di istruzione incentrati sulla recitazione di Dialoghi tra Maestro e Apprendista. Questi testi apparvero nella prima metà del 1700 e sicuramente ispirarono anche i Catechismi Laici Repubblicani napoletani di fine secolo (39).
Le domande e le risposte del Catechismo di Tschudy, secondo il Wirth, sono ispirate dal Novum Lumen Chimicum del Sendivogius, dal quale il Barone estrasse i punti salienti e li mise in forma di domanda e risposta tra Maestro e Apprendista. I riferimenti massonici, invece, sono inediti e rendono quest'opera assolutamente originale e unica.
LA VIA FILOSOFICA O ALCHMISITICA
Eliphas Levy, nel suo Dogme et Rituel de la Haute Magie, scrisse che: «il Catechismo ermetico, contenuto in questo lavoro, che indichiamo ai saggi cabalisti, contiene tutti i veri principi della Grande Opera in un modo così chiaro da arrivare alla Verità, quindi la non comprensione evidenzierebbe la completa mancanza di conoscenza nell’occultismo (40)». Cercando di non deludere Levy, addentriamoci nel significato del Catechismo, partendo dalla Risposta 94 dove ci viene detto che «bisogna soprattutto aver cura di non prendere quello che [i Filosofi Ermetici] dicono su tale argomento alla lettera, e seguendo il suono delle parole: giacché la lettera uccide e lo spirito vivifica (41)». Questo non vuol dire che dobbiamo interpretare le allegorie degli Alchimisti psicologicamente, ma, solo che non dobbiamo prendere le loro fantasiose metafore alla lettera. E difatti, quando il Barone vuole farci capire che dobbiamo cogliere un'analogia morale ce lo dice chiaramente, ricorrendo a un parallelo tra l'operazione alchemica e il metodo massonico, altrimenti si tratta di Alchimia Pratica e noi dobbiamo capire di che sostanze stiamo effettivamente parlando.
Il protagonista del Catechismo è il «Seme di ogni cosa», «il Soffio Divino, il fuoco centrale ed universale che vivifica ogni cosa (42)», la Quintessenza di Tutto, che ovviamente inizia e finisce con Dio. È Una, ma contemporaneamente è Maschio e Femmina ed è paragonabile al Mercurio. Si tratta di una Sostanza volatile, dotata di intelligenza, perché, secondo la teoria delle Emanazioni di Plotino, essa è il supporto che accoglie il Nous, lo Spirito Universale, divenendo l'entità intermediaria tra Dio e il Mondo. Questo Germe «non è affatto visibile, sebbene agisca visibilmente, giacché non è che uno spirito volatile che svolge la funzione nei corpi e che è animato dallo Spirito Universale, che noi in Massoneria volgare conosciamo sotto il rispettabile emblema della Stella Fiammeggiante».
Forse qualcuno l'avrà già capito … stiamo parlando dell'Anima Mundi, un concetto che nasce da Platone, dagli Stoici e dai Neoplatonici, confluito poi nell'Ermetismo e riapparso nel Medioevo. Il teologo Guglielmo di Conches ne parlava intorno al 1100, paragonando senza mezzi termini questa “Energia” allo Spirito Santo, rischiando così una condanna per Eresia:
«L’Anima del Mondo è un’energia naturale delle cose per cui alcune hanno soltanto la capacità di muoversi, altre di crescere, altre di percepire attraverso i sensi, altre di giudicare», aggiungendo che «ci si chiede cosa sia quell’energia. Ma, come mi sembra, quell’energia naturale è lo Spirito Santo, cioè una divina e benigna armonia che è ciò da cui tutte le cose hanno l’essere, il muoversi, il crescere, il sentire, il vivere, il giudicare[…] ma non si sviluppa il medesimo potere in tutti, ciò a causa dell’inerzia e della natura dei corpi (43)».
Quest'ultima affermazione ricorda la Risposta n° 20 dove si dice che il «Germe di ogni cosa», generato dai 4 Elementi, mediante la Volontà dell'Essere Supremo e l'immaginazione della Natura, «contrae differenti modifiche; giacché esso passa per luoghi differenti, rami, canali, condotti, in modo che ogni cosa nasce secondo la diversità dei luoghi (44)». In altre parole se l'Essenza è unica, ma la Matrice, cioè la sostanza materiale è molteplice, ogni cosa che deriva dalla loro unione sarà diversa. Nel Catechismo si fa un esempio paragonandolaall'Acqua che passando per un ruscello, se incontra il colore rosso, diventa acqua rossa, se incontra un sale, diventa acqua salata, e così via.
Con l'Anima Mundi si possono creare tutti i possibili “miscugli e composti” che danno origine al Mondo e alle sue Creature. Essa è il fondamento vitale di tutta la manifestazione, che anima tutti i corpi e questi tanto più ne sono colmi, tanto più sono perfetti e incorruttibili. «Un grano di questo spirito d’origine celeste, preso da solo, ha più efficacia di un vaso di medicina (45)», di conseguenza, se si potesse Corporificare lo Spirito del Mondo, si potrebbe creare un Elisir miracoloso capace di curare ogni malattia e di portare ogni cosa a perfezione.
Il resto del Catechismo è dedicato a indicare gli elementi, le fasi, le operazioni necessarie a ottenere quella che comunemente viene chiama la Pietra Filosofale, il Santo Graal della ricerca alchemica.
Nella Risposta 57 si legge che «Ogni seme, qualunque esso sia, non è di nessun valore, se non viene messo nella matrice adatta con l’arte o con la natura. La matrice può ricevere la vita corrompendo il germe, grazie al congelamento del punto puro o grano fisso». Bisogna dunque trovare il Vaso, il Corpo adatto a contenere l'Anima Mundi, e quindi impedirle di fuggire, sigillandocela ermeticamente dentro.
Poiché ogni cosa è Una, deriva dalla stessa e unica Sorgente (o “Miniera”), ma tutto è mescolato e moltiplicato all'infinito (Ouroboros), per prima cosa bisogna estrarre l'Essenza dalla Materia stessa, purgare quest'ultima, finché non ritorna alla purezza del suo stato originario, quindi riunirla al suo Spirito. Per estrarre l'Anima dal Corpo, bisogna ricondurre l'Unità del Tutto al Choas iniziale, cioè scomporre la Materia Prima nei suoi elementi base.
Riguardo alla Materia più idonea da usare, l'attenzione degli Alchimisti settecenteschi si indirizzò sullo Stibium, o Solfuro di Antimonio, nome indicato dal Barone “tra le righe”, proprio nelle ultime pagine del Catechismo(46). Servivano però anche dei Sali che fungessero da mediatori tra il Corpo e lo Spirito. Dettero quindi il nome di Magnesia (47) a tutte quelle sostanze che fossero in grado di trattenere, come un Magnete, lo Spirito Universale, divenendo l'equivalente terrestre dell'Anima Mundi (48).
Tra il XVII e il XVIII secolo grande fu il dibattito su quale fosse la «calamita» migliore. In base alla teoria che il simile attrae il simile fu scelto il Salnitro, ma vi era anche un altro Fondente Filosofico, molto usato, il Tartaro, così a volte per riferirsi a entrambi si parlava di Sale Doppio.
Il Salnitro era una sostanza estremamente comune e diffusa in Natura: «è un tale minerale, in parte volatile, in parte fisso, che cavasi dalle pietre e dalle terre, dalle case cadute, dalle fabbriche vecchie, dalle caverne, dai cimiteri, dalle stalle, dalle colombaie, dalle orine di molti animali. […] Questo Sale è stato principalmente formato da un acido dell'aria, il quale dopo aver rarefatto le pietre, o la terra, vi si e fissato o corporificato. Se ne trova un poco in certi pozzi profondi o alcune acque stagnanti,nella rugiada (49), nella pioggia; le terre fertili sono tutte ripiene di Salnitro (50)». Nella Risposta 161 si dice più o meno la stessa cosa, che la Materia Prima «è vile e non ha dapprima alcuna eleganza in sé […] non è utile che per la nostra Opera», mentre nell'Ode si precisa che si trova «in ogni loco. L'hanno i poveri, e i ricchi, a tutti sconosciuta, e a tutti innante. Abietta al volgo errante, che per fango a vil prezzo ogn'or la vende, preziosa al Philosofo, che intende». Il Salnitro era, oltretutto, la sostanza al centro dello schema dell'Universo teorizzato dal Sendivogius, proprio perché trovandosi ovunque sembrava essere essere il Sale più adatto a legarsi con lo Spirito Universale.
Le operazioni riportate nel Catechismo sono più o meno le seguenti (51): durante la Prima delle 3 Opere necessarie per realizzare la Pietra Filosofale bisogna preparare lo Stibium e mescolarlo con l'Acciaio Magico, (il Ferro, “Principio Agente”) e il Fuoco Segreto (Salnitro + Tartaro), per ottenere da una parte l'Antimonio Puro, detto Regolo Marziale Stellato (Mercurio Dissolvente, o Mercurio Bianco o Comune Stellato (52)), dall'altra la Terra solforosa (Terra Rossa o Adamica) ricavata dalle Scorie calcinate, e infine altri due Sali, il Vitriolo o Leone Verde (o Smeraldo dei Filosofi) e il Sale d'Armonia. Nella Seconda Opera si mescola di nuovo tutto, ma senza il Sale d'Armonia, e dopo varie fasi e operazioni (dai nomi particolarmente evocativi) si ottiene lo Zolfo Filosofico o Incombustibile, detto anche Oro Filosofico (Embrione, Rebis, Mercurio Filosofico, Secondo Mercurio, Infante Reale, ecc (53)). Con la Terza Operasi riuniscono il Rebis della Seconda Opera con il Mercurio Dissolvente della Prima, per mezzo del Sale d'Armonia, che costituisce l'Uovo Stesso, il “Vetro”. Si susseguono quindi 7 Regimi rappresentati con i nomi dei 7 Pianeti, usati come codice cromatico, per indicare la giusta successione dei Colori che la sostanza deve assumere durante la Cottura. Queste 7 fasi vengono spesso sintetizzate in 3, la Fase al Nero di Saturno, la Fase al Bianco della Luna, la Fase al Rosso del Sole, che portano all'ottenimento dello Zolfo Rosso e dello Zolfo Bianco. Il tutto viene rimescolato di nuovo e cotto, con la successione di altri 7 Regimi. A questo punto si ottiene la Medicina Universale o Pietra Filosofale, con la quale dopo altre moltiplicazioni, fermentazioni e/o dissoluzioni in alcool, si dovrebbero ottenere una Luce Inestinguibile (54), l'Argento, l'Oro e l'Oro Potabile.
La Pietra Filosofale, per quanto si dica, non è stata ancora trovata, ma è interessante notare che per cercarla i tanto bistrattati Alchimisti Operativi sono arrivati a ipotizzare i meccanismi fisico-chimci della realtà e a scoprire Sostanze assolutamente sconosciute, particolarmente utili per l'Umanità. A questo proposito, sempre il Sendivogius, nella sua ricerca della Pietra Filosofale, comprese che l'Aria non era una singola sostanza, ma conteneva una essenza vitale, che riuscì ad identificare usando come Corpo il Salnitro. Questa Sostanza, che chiamò «essenza di vita», 170 anni dopo (all'incirca l'epoca della pubblicazione dal nostro Catechismo) venne identificata con il nome di Ossigeno e nel 1778 Antoine Lavoisier ne accertò la funzione indispensabile per i fenomeni di respirazione e di combustione. Antoine Laurent Lavoiser (1743-1749) fu un chimico famoso, membro della Royal Society, che non solo riconobbe e battezzò anche l'Idrogeno (1783), ma gettò le basi della Nomenclatura Chimica, così come oggi la conosciamo, sostituendo i mitologici termini alchemici, con termini chimici, al fine di rendere gli esperimenti verificabili scientificamente da tutti, nello stesso modo. Formulò poi la Legge di Conservazione della Massa, che afferma esattamente ciò che abbiamo detto fino qui: «niente si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma continuamente». In altre parole «all'interno di un sistema chiuso, in una reazione chimica, la massa dei reagenti è esattamente uguale alla massa dei prodotti, anche se appare in diverse forme». Un altro membro della Royal Society, Isaac Newton (1643-1727), Matematico, Fisco, e grande cultore, segretamente, di testi alchemici, qualche anno prima, aveva invece scoperto la Legge dell'Attrazione Gravitazionale, dimostrando ancora una volta che le teorie degli Alchimisti riguardanti una forza misteriosa in grado di attrarre due corpi a distanza, non erano fantasie, ma geniali intuizioni.
Da allora sono stati fatti molti passi avanti, ma il Principio Ermetico che Ciò che è in Alto è come Ciò che è in Basso è ancora valido. La Materia viene ancora scomposta, ma non più in Mercurio e Zolfo, bensì in Molecole, Atomi, Bosoni e Femioni, alla ricerca del Primo Mattone dell'Universo e delle Leggi o Forze che governano il Tutto. Ogni nuova Conquista della Scienza è una Lente, attraverso la quale cercare un nesso tra le Leggi del Cosmo e quelle che regolano la Vita sulla Terra, sia sul piano meramente biochimico che spirituale ed è proprio questa continua ricerca di una Chiave di lettura spirituale, attraverso il progresso scientifico, che ci introduce a quella parte del Catechismo che mette in relazione le Operazioni Alchemiche con il Metodo Massonico, per trarne insegnamenti Morali.
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