La Signora
Cercai verso i quattro angoli del mondo e non trovai risposta all’antica domanda: da dove ha origine tutto il male, il male di sempre?
Dove è nascosto il male del Qui e dell’Altrove, del Passato e del Presente, la causa di tutte le palesi ineguaglianze e delle grandi ingiustizie sulla Terra?
Fu solo allora, che cercando dentro il mio cuore, lo vidi, quel coagulo di fredda e segreta ostilità, il male era Lui, il Maschio era il male.
Appassionata da questa rivelazione, ad essa mi votai, allo scopo più desiderato del mondo, per ogni uomo e per ogni donna, per tutti gli uomini e per tutte le donne: cacciare il "male" dalla faccia della Terra, ricacciare il Maschio all'interno della Terra.
Cercai perciò uno strumento adeguato, poiché abbisognavo di un’arma potentissima, dotata di un potere straordinario, emanatrice di terrore, un pugnale invincibile dalla potenza annichilatrice.
Affondai allora le mani nel cuore di questa Civiltà e ve la trovai, il parto osceno dell'Occidente, scandalo di Natura e vergogna per la Madre Terra: lo Stupro.
Così, lo presentai agli uomini, "Non io! Non io!" giurarono, e lo mostrai alle donne inorridite "Giammai! Giammai!", e gridarono vendetta.
In questo modo li catturai, mi impadronii di questo scandalo e ne feci il mio pugnale che nascosto nella dorata guaina dell'amore per la giustizia e sotto la Ragione dell'uguaglianza, divenne invisibile.
Arma Finale, così la battezzai..
Facilmente appresi a maneggiarlo, poiché subito usai quella vergogna dell'umano, quell'infamia del mondo come fodero chiamandolo "Cultura dello stupro", e come tale lo denunciai, per poterlo impiegare contro tutti i maschi del mondo.
Sotto la maschera della contro-"Cultura dello stupro" mi scagliai contro quel genere maledetto per ricacciarlo nel buio delle profondondità dal quale proviene, così, disonorai ogni loro fatica, schernii le loro sofferenze, irrisi le loro paure, svillaneggiai i loro gesti, ridicolizzai i loro valori, spregiai il loro amore e calunniai le loro creazioni perchè tutti frutti della medesima Cultura dello stupro.
Mai però dissi 'uomini occidentali' e raramente parlai di "maschi", ma quasi sempre parlai di Cultura/Cultura Occidentale/Cultura dello stupro, per poterli colpire tutti, dannandoli tutti insieme, senza colpire nessuno in particolare, e siccome avevo reso la mia arma invisibile, secondo gli Antichi Insegnamenti, divenni invincibile, .
Bollai infine come "maschilisti" una parte di essi per maledirne l'intero genere maschile, salvando la mia innocenza.
Raccontai dunque la Storia come storia delle loro malefatte, del loro odio, della
loro invidia, ben attenta ad assegnarne la causa alla 'peste maschilista'.
E chi avrebbe potuto opporsi alla mia lotta se già non trovavo che alleati?
Dov'erano infatti i miei avversari? Chi mai osò proclamarsi mio nemico?
Con la colpa ed il disonore, la vergogna e la paura, secondo gli Antichi Insegnamenti, combattei la mia battaglia.
Tutto ciò che non mi apparteneva, tutto ciò che non mi serviva, sempre lo proclamai maschilista e "frutto della Cultura della stupro".
Così, non solo definii spregevole tutto ciò che era maschile, ma anche denominai come "maschile" tutto ciò che mi parve spregevole, associai dunque al loro corpo, e a quella parte del loro corpo in particolare, ogni cosa ignobile ed abietta del mondo, tutto il negativo lo chiamai fallace o fallibile, fallocratico o fallocentrico, paternale o patriarcale, machista o maschilista, cazzata o coglionata.
Naturalmente ed inevitabilmente, il bene dovetti assegnarlo a cio' che non era contaminato dal
gene del male.
E non vi fu scandalo, non vi fu obiezione al mondo che io non potessi associare a quell'origine e a quella forma, continuando a dileggiarla per quanto fosse ridicola, e facendomi beffa di quel sudicio piacere e di quel
loro desiderio impotente.
Sempre condussi la mia battaglia contro la cultura maschilista, e mai - capitemi - non mai contro i maschi.
In tal modo potei mostrare al mondo cosa nascondessero davvero "l'orgoglio di sè", "la fratellanza", “l'amore", "la cultura", e non mi fermai dinanzi a nulla, così, mostrai come la cultura era sopraffazione, che la sua gioia implicasse la sofferenza, che il suo godimento era legato al dolore, e che dietro la maschera dell'amore si nascondeva il vero volto dell'odio antifemminile.
Non mi fermai dunque, e perché avrei dovuto? Io ero il Bene, non lottavo forse contro quella Cultura dello stupro da tutti aborrito?
Sotto l'ombrello della guerra al maschilismo, svelai quindi le infamie maschili in ogni angolo della terra, in ogni pagina della storia, in ogni piega delle arti e delle scienze, nella trama di ogni relazione, al di là di ogni 'nobile gesto'.
Allora, ancora di piu' si volsero dalla mia parte divenendo essi stessi i primi paladini della buona causa.
Come potevano dimostrare altrimenti di essere liberi e senza colpe di fronte a quell'orrore?
Quelli che per primi divennero docili, di questi soprattutto io dissi che potevano essere amati, a quelli che li giudicai degni, riconsegnai la loro anima affinché ne facessero strazio.
Venni talvolta accusata di odiare "il maschile", e fui imputata da alcuni di odio infinito e di livore antiumano.
Io? Io che lottavo contro tutte le disuguaglianze e le ingiustizie....capite?
Qualche infame fingeva di sentirsi offeso con lo scopo di accusarmi, ma tutti gli altri sapevano che non ero contro di loro, "non c'era nessuna ragione per offendersi", così rispondevo, e sempre aggiungendo:
"Certo, ci sono maschi che si offendono veramente perchè non capiscono l'ironia, e questo accade perché sono portatrici di quella cultura, perciò è naturale che si offendano, ed è anzi un bene, è necessario che si sentano feriti, perchè solo così possono migliorare.
Vedete bene che, offendendosi, tradiscono l'appartenenza a quella vergognosa cultura".
In questo modo insegnai ad essi la vergogna di sentirsi offesi e mi liberai anche delle ultime resistenze.
Nessuno osò dichiararsi ferito dai miei oltraggi: chi si sarebbe mai potuto offendere?
Chi avrebbe osato confessare la sua appartenenza al novero degli stupratori?
Io ero il Bene che lottava contro la "cultura machista" e perciò, entrata anche nella loro anima, insegnai loro chi fossero veramente, cosa veramente volessero, cosa dovessero volere, come dovessero giudicare, come potessero giudicarsi,dando loro le parole maschili con le quali definirsi, ed i valori femminili sui quali valutarsi, facendo di loro i primi carnefici di se stessi.
Fu così, che li annientai.