Testi per Riflettere
Shantala
Tratto da "Shantala" L'arte del massaggio indiano per far crescere i bambini felici. Di Frederick Leboyer, ed. Sonzogno
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E poi, passata la tempesta della nascita, ecco il bambino, solo nella sua culla.
O piuttosto, ahimè, in uno di quei piccoli letti che sono gabbie per neonati.
Nulla si muove più!
Il deserto.
E il silenzio.
Il mondo, intorno, è improvvisamente di ghiaccio, fisso, in una totale e terrificante immobilità.
E poi, mentre di fuori si è creato un vuoto totale ecco che dentro
da qualche parte nel ventre qualcosa afferra torce morde...
"Mamma! Mamma!" Ah, quale terrore!
Nel ventre?
No è là, nell'ombra.
Sì, nel buio c'è una bestia.
Sì, sì, una tigre, un leone...
"Lo sento! Lo provo!
Mamma! Mamma!"
Una bestia? Nell'ombra?
Pronta ad aggredire il bambino per mangiarlo?
Un lupo, forse?
Un lupo, in nonna trasformato, che fissa Cappuccetto Rosso mentre si prepara a divorarlo?
Un lupo, allora?
E dove?
Nel letto? Sotto il letto?
Dietro il paravento?
Eh, no!
Nel ventre!
E si chiama la fame.
La fame un mostro?
La fame è una sensazione piacevole. Non è vero, forse? Che noi vediamo ripresentarsi, diverse volte al giorno, con vera soddisfazione.
Sensazione piacevole per noi.
Che sappiamo bene che presto mangeremo.
Ma per il bambino?
Il povero piccolo, può muoversi?
Può avvicinarsi alla dispensa?
Può, come al ristorante, chiamare: "Cameriere! Cameriere!"
Lui non smette di gridare! E anche a squarciagola: urla per far capire che dentro...
E... non arriva niente!
Deve aspettare.
E subire.
E lasciarsi divorare... dall'ansia.
Fino a che, finalmente, dal deserto che è, ora, il mondo di fuori viene qualcosa che calma, infine, il mostro che si è svegliato dentro.
Di fuori, dentro...
Ecco il mondo diviso in due.
Dentro, la fame.
Di fuori, il latte.
Lo spazio è nato.
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