TESTI per riflettere
L'attività spontanea è la risposta ai dubbi sul senso della vita
Di Erich Fromm
Tratto da "Escape from freedom", 1941 - Fuga dalla Libertà, edizioni di Comunità Milano 1978 - Capitolo 7 (Libertà e democrazia), paragrafo 2 (libertà e spontaneità), quarto capoverso, quarta frase.
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Premessa
Volevo proporvi un brano tratto da Fuga della Libertà di Erich Fromm che ritengo estremamente stimolante. È un canto liberatorio che inneggia alla attività spontanea (che successivamente, per esempio in L'arte d'amare o in Essere e Avere, Fromm chiama attività produttiva, identificandola con ciò che Meister Eckhart chiamava "essere vivi e attivi") quale chiave per un'esistenza di autenticità, consapevolezza e felicità.
Ho commentato il testo con grassetti, sottolineature e corsivi che mettessero in evidenza le parti cruciali del discorso o quelle a mio giudizio più vibranti. Mi sono permesso di tagliare alcune frasi che mi sembravano superflue nell'economia del messaggio, sostituendole con una frase riassuntiva. Inoltre, ho usato un accorgimento per riportare il linguaggio di Fromm al livello di quello della letteratura psicoterapeutica e umanistica di 60 anni dopo in cui il termine Io o Ego è ormai universalmente usato per indicare quella prospettiva angusta della personalità che la crescita mira a trascendere, quell'istanza gretta e misera, narcisistica, sfruttante, manipolatoria etc. Del resto ciò che Fromm chiama Io non sempre può essere inteso come "Sé", la propria identità più vasta che ha smaltito i confini dell'io. Più spesso l'accezione positiva con cui il termine Io ricorre in Fromm significa ciò che oggi può essere chiamato "identità individuale", "consapevolezza" e dunque, per tenere salvo questo significato mi sono permesso di sostituire il termine Io con termini o perifrasi oggi a mio giudizio più evocativi e fedeli.
È un brano che leggo spesso, e in particolare gli ultimi due capoversi sono molto illuminanti, dando uno schizzo molto entusiasmente circa la visione - che Fromm svilupperà in seguito - del potere come espressione di sé stessi piuttosto che come asservimento ad un'autorità o controllo sugli altri.
Matteo
L'attività spontanea è la risposta ai dubbi sul senso della vita
di Erich Fromm
L'attività spontanea non è l'attività coatta, alla quale l'individuo è spinto dall'isolamento e dall'impotenza; non è l'attività dell'automa, che è assimilazione acritica di modelli suggeriti dall'esterno. L'attività spontanea è libera attività della propria essenza e implica, in termini psicologici, quello che la radice latina della parola, sponte, significata letteralmente: di propria libera volontà. Per attività non intendiamo il «far qualcosa», bensì quell'attività creativa che può operare nelle proprie esperienze emotive, intellettuali e sensuali, e anche nella propria stessa volontà. Un presupposto di questa spontaneità è l'accettazione della personalità totale, e l'eliminazione della spaccatura tra «ragione» e «natura»; infatti, solamente se l'uomo non reprime parti essenziali del proprio essere, solo se è diventato trasparente a sé stesso, e solo se le diverse sfere della vita hanno raggiunto una fondamentale integrazione, l'attività spontanea è possibile.
Benché la spontaneità sia un fenomeno relativamente raro nella nostra civiltà, non è che ne siamo completamente privi. Per aiutare a comprendere questo punto, vorrei ricordare al lettore alcuni casi in cui tutti incontriamo scampoli di spontaneità.
In primo luogo, conosciamo individui che sono - o sono stati - spontanei, i cui pensieri, sentimenti e atti sono l'espressione di loro stessi e non di un automa. Questi individui ci sono familiari per lo più come artisti. Infatti l'artista può essere definito un individuo in grado di esprimersi spontaneamente, e proprio così lo definiva Balzac; in tal caso, anche certi filosofi e scienziati devono pure essere chiamati artisti, mentre altri che passano per essere artisti ne sono invece tanto lontani quanto un vecchio fotografo può esserlo da un pittore creativo. Ci sono poi altri individui i quali, pur non avendo la capacità - o forse semplicemente la preparazione - per esprimersi in un mezzo oggettivo come fa l'artista, possiedono la stessa spontaneità. Ma la posizione dell'artista è vulnerabile, poiché in realtà si rispetta l'individualità e la spontaneità del solo artista riuscito; se non riesce a vendere la sua arte, egli resta per i suoi contemporanei un eccentrico, un nevrotico, così come il rivoluzionario vittorioso viene poi considerato uno statista, mentre il rivoluzionario fallito non è altro che un criminale.
I bambini offrono un altro esempio di spontaneità. Hanno la capacità di sentire e pensare ciò che è veramente loro; questa spontaneità si manifesta in quello che dicono e pensano, nei sentimenti che i loro visi esprimono. Se ci si chiede perché i bambini piacciono alla maggior parte delle persone, credo che la risposta, a prescindere dalle ragioni sentimentali e convenzionali, vada cercata proprio in questo carattere della spontaneità. Essa attira profondamente chiunque non sia talmente arido da aver perduto la capacità di percepirla. In realtà non c'è nulla di più accattivante e convincente della spontaneità, in chiunque la si trovi.
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