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Riflessioni sui giornalisti

Di Georges Gurdjieff

Da: “Incontri con uomini straordinari” - Adelphi Edizioni

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Tra questi operai del giornalismo e della letteratura contemporanea lo spirito di corpo è molto sviluppato: essi si sostengono a vicenda e si lodano in ogni occasione in modo esagerato.
Mi sembra anzi che questa caratteristica sia la causa principale della loro proliferazione, della loro falsa autorità sulla massa, e dell'adulazione incosciente e servile dimostrata dalla folla per quelli che si potrebbero definire, con la coscienza a posto, delle perfette nullità.
In queste assemblee, uno di essi saliva sul palco per leggere, ad esempio, qualcosa nel genere dei versi che ho appena citati, o per esaminare perché il ministro di questo o quel paese, durante un pranzo ufficiale, si fosse espresso su una certa questione nel tal modo e non nel tal altro. Poi, il più delle volte, l'oratore terminava il suo discorso con una dichiarazione di questo genere:
Cedo la parola a questo eccellentissimo luminare della scienza del nostro tempo, il signor Tal dei Tali, amato nella nostra città per un affare della massima importanza e che ha avuto l’estrema cortesia di voler assistere alla nostra assemblea. Avremo ora il grande piacere di ascoltare la sua incantevole voce.

E quando questa celebrità saliva a sua volta sul palco, prendeva la parola in questi termini:
Signore e Signori,
Il mio collega è stato così modesto da chiamarmi celebrità... (Va detto per inciso che egli non aveva potuto afferrare ciò che aveva detto il suo collega, poiché era venuto dalla sala accanto, la cui porta era chiusa).
A dire il vero, se mi sì paragona a lui, non sono neppure degno di sedere in sua presenza.
Non sono io il luminare, bensì lui: è conosciuto non solo in tutta la nostra grande Russía, ma nell'intero mondo civilizzato. Il suo nome verrà pronunciato con esaltazione dai nostri discendenti, e nessuno dimenticherà mai ciò che egli ha fatto per la scienza e per il bene dell'umanità.
Se questo fulcro di verità vive oggi in questa città insignificante, non è per caso, sembra, bensì per importanti motivi da lui solo conosciuti.
Il suo vero posto non è fra noi, bensì accanto alle antiche divinità dell'Olimpo.
Ed era soltanto dopo questi preamboli che la nuova celebrità pronunciava alcune assurdità, su un tema di questo genere: Perché i Sírikitsi dichiararono guerra ai Parnakalpi.
Dopo queste assemblee scientifiche, c'era sempre una cena annaffiata da un paio di bottiglie di vino scadente. Molti dei convitati si infilavano in tasca degli antipasti - chi una fetta di salame, chi un'aringa con un pezzo di pane - e se per caso uno di loro veniva colto sul fatto, diceva con aria noncurante: " È per il mio cane: quel briccone ha le sue abitudini, vuole sempre la sua parte quando rincaso tardi ".

L’indomani si poteva leggere su tutti i giornali i1 resoconto della serata e dei discorsi scritto in uno stile incredibilmente ampolloso, naturalmente, senza che si accennasse mai alla modestia della cena, né ai furtarelli di fette di salame... per il cane.

E sono queste le persone che scrivono sui giornali; a proposito di ogni genere di verità e di scoperte scientifiche. Il lettore ingenuo, che non vede gli scrittori e non conosce il loro modo di vivere, si fa un'opinione sugli avvenimenti e sulle idee secondo i vaneggiamenti di questi letterati da strapazzo che non sono né più né meno che uomini malati e privi di esperienza, che, ignorano completamente il vero significato della vita.

Tranne rarissime eccezioni, in tutte le città d'Europa, quelli che scrivono libri o articoli sui giornali appartengono proprio alla specie di questi giovani sventati, che sono diventati tali per motivi ereditari, o per loro debolezza specifica.

Per me, non v'è alcun dubbio: fra tutte le delle anomalie esistenti nella civiltà contemporanea la più evidente, quella che occupa il posto predominante, è proprio questa letteratura giornalistica, per l'azione demoralizzante e perniciosa che esercita sullo psichismo degli uomini. Peraltro sono profondamente stupito che nessun 'detentore di potere' se ne sia mai accorto, e che ogni Stato consacri quasi più di metà del proprio bilancio al mantenimento della polizia, delle carceri, dei municipi, delle chiese, degli ospedali, ecc... e che paghi innumerevoli funzionari, preti, medici, agenti della polizia segreta, procuratori, agenti per la propaganda, ecc… tutto ciò con l'unico scopo di salvaguardare l'integrità fisica e morale dei suoi cittadini, senza spendere un solo centesimo né intraprendete una qualsiasi azione per distruggere fino alle radici questa causa evidente di ogni genere di crimini e di malintesi.

Così finiva il discorso del vecchio letterato persiano.

Brano inviato da Claudio B.

 

Da: Incontri con uomini straordinari  di Georges Gurdjieff - Adelphi Edizioni


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