TESTI per riflettere
Guarire il mondo con l’anima
Di William Bloom
Da: Guarire il mondo con l’anima - Il manifesto della nuova spiritualità olistica - Macro Edizioni 2008
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La rivoluzione dell’informazione
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Una rete di ottimismo e concretezza
La rivoluzione dell’informazione
I sociologi sottolineano che questa nuova spiritualità emerge nel contesto di situazioni in cui la gente si sente al sicuro e svincolata dalle autorità tradizionali. Hanno sicuramente ragione. Ma c’è anche un altro elemento fondamentale da tenere in considerazione: la rivoluzione dell’informazione che caratterizza questa nostra epoca. Anche chi non gode delle garanzie offerte dalle condizioni di vita ideali può cercare di capire quale sia il significato dell’esistenza e reperire informazioni e interpretazioni adeguate. Nel villaggio globale l’informazione scorre a fiumi nelle più diverse forme, e chiunque può avervi accesso. L’olismo, in quanto movimento culturale e spirituale, emerge da quest’abbondanza, dal flusso libero delle informazioni. È normale e salutare che gli esseri umani cerchino di dare un significato alla loro esistenza, e di scoprire che cosa può renderli soddisfatti e realizzati, ma nella storia dell’umanità le risposte possibili sono sempre state limitate. Se un migliaio di anni fa avessimo voluto trovare una risposta ai grandi interrogativi sullo scopo e il senso della vita, sulla felicità e la realizzazione, sulla sofferenza e l’etica, a chi avremmo potuto indirizzarci? Non erano sicuramente molte le risorse a nostra disposizione! C’era il prete della zona, ma di norma manifestare troppo esplicitamente i propri dubbi poteva risultare pericoloso. Discutere la tradizione religiosa dominante comportava il rischio di esclusione dalla comunità, se non addirittura la morte. Viste le limitazioni dei sistemi di comunicazione, il livello di alfabetizzazione assai basso e la gestione del potere basata sulla forza, i sistemi di credenze locali potevano facilmente mantenere un monopolio assoluto. Tradizionalismo e fanatismo imponevano un rigido controllo su quelle poche informazioni disponibili. Per esempio, le chiese cristiane hanno ritenuto per secoli che l’alfabetismo dovesse essere riservato ai sacerdoti e che le funzioni dovessero essere tenute in un linguaggio incomprensibile. Le religioni erano solite approfittare del monopolio dell’informazione per ciò che concerneva le sfere di loro competenza. Oggi non è più così. Tutta una serie di circostanze culturali ha completamente rovesciato la situazione, smantellando le pretese di chi voglia definirsi l’unico detentore della verità. Ormai la quasi totalità della popolazione sa leggere e scrivere, e può documentarsi riguardo i testi delle differenti fedi religiose. Di conseguenza tutti possono rendersi conto che ci sono molte religioni diverse, ognuna delle quali proclama invariabilmente di possedere la Verità. Solo qualche centinaio di anni fa, di tali religioni non si conosceva neppure l’esistenza. Di sicuro non capitava di frequente che buddhisti e cristiani potessero incontrarsi. Oggi la diverse concezioni della spiritualità si trovano fianco a fianco sugli scaffali delle librerie, o tra le pagine di un qualsiasi supplemento settimanale. Ci sono persino siti internet che affermano di aver raccolto e pubblicato i testi sacri di tutte le religioni del mondo.
Sono state le circostanze storiche a permettere alle diverse fedi di mantenere separazioni e dogmatismo, ma la situazione attuale annulla qualsiasi possibilità d’isolamento. Oggi come oggi, non appena decidiamo di esplorare il significato della vita, ci troviamo al cospetto di un’ampia gamma di possibilità. Basta entrare in una qualsiasi libreria, ed ecco che abbiamo diverse sezioni: “religioni”, “scienze”, “salute”, “crescita personale”, “femminismo”, “filosofia”, “psicologia”, “new age”, “mente-corpo-spirito”, “paganesimo”, “eco- logia”, “metafisica”, eccetera. C’è una bella differenza con il poter semplicemente consultare il parroco del villaggio, che conosceva soltanto i testi di sua pertinenza. Per la prima volta nella storia dell’umanità,abbiamo accesso a tutte le idee che in precedenza erano vincolate a determinate culture e aree geografiche. La famosa ipotesi di Marshall McLuhan, secondo la quale “il mezzo è il messaggio”, si applica alla perfezione alla situazione attuale. In passato il mezzo era il sacerdote del posto, l’unico rappresentante del solo messaggio religioso dell’unica grande organizzazione fondata dal solo grande profeta dell’umanità. Oggi il mezzo è una babele di milioni di diverse ipotesi, che cambiano continuamente e saltano fuori da ogni direzione.
I libri sono i veicoli della civilizzazione. Senza i libri, la storia sarebbe silenziosa, la letteratura muta, la scienza zoppa e il pensiero e la speculazione paralizzati. - Henry David Thoreau
Le risposte alle nostre ricerche sul significato dell’esistenza sono ovunque: possiamo rivolgerci a tutta una serie di personalità, va dai professori di cosmologia ai portavoce del rap duro. Messaggi ricchi di significato, nel senso che possono darci un’idea su come vivere e in che cosa credere, possono emergere tanto dal copione di un personaggio di una telenovela quanto dalle chiacchiere di una delle tante celebrità fugaci dello star system che ci elargiscono i loro consigli in materia di filosofia, cosmologia o terapie. Siamo letteralmente circondati da migliaia di storie e ipotesi diverse. La rivoluzione dell’informazione comporta una trasformazione genuina. Finora le strutture di potere della nostra società si erano basate sulla capacità di gestire, nascondere e monopolizzare le informazioni, servendosi della forza e del controllo delle fonti. Ciò valeva per qualsiasi genere di organizzazione, fosse questa una chiesa, un tempio, un governo, una struttura militare, economica, educativa o culturale: sappiamo cose che tu non sai, quindi obbedisci. Oggi le informazioni circolano liberamente e non sono più proprietà esclusiva di pochi eletti. Il loro flusso è abbondante, è come se fosse crollata una diga. È una rivoluzione che conduce alla democratizzazione, nel senso che può regalarci un mondo senza segreti e senza dogmi. Quelle stesse informazioni che in precedenza erano trattenute in rivoli e stagni facili da controllare, oggi cadono a pioggia, ovunque. Le gerarchie dominanti del sapere stanno lasciando il posto a reti di comunicazione fluide. Le linee gerarchiche si espandono fino a formare sistemi di cooperazione. La spiritualità olistica è una risposta a questa nuova realtà. Fa parte della cultura di massa, che si sta servendo di questo nuovo ambiente, e ne sta comprendendo il significato.
Avendo compreso che viviamo in un ambiente in cui l’informazione circola liberamente, non possiamo che aprire il nostro cuore e la nostra mente e metterci alla ricerca di strutture, progetti e relazioni collettive, non abbiamo altra scelta.
Se stiamo cercando di dare un senso alla nostra vita e di godere di una certa felicità, perché mai dovremmo rivolgere la nostra attenzione a un solo sistema di credenze, a una sola fede? Il mondo moderno ci offre un intero assortimento di metodi e intuizioni, che possono illuminarci e renderci più profondi in modo molto più consistente di quanto possa fare una singola tradizione spirituale. L’approccio olistico è compatibile con la diversità e con l’abbondanza di conoscenze. Emerge dal nuovo ambiente globale, è un approccio aperto, che rende omaggio alla cultura moderna e alle sue infinite sfaccettature. Ci offre un modo di vedere quali siano gli aspetti comuni e ci guida attraverso la grande quantità di ipotesi in competizione. Nel considerare le motivazioni della straordinaria popolarità di questo nuovo approccio alla spiritualità, suggerirei di non dimenticare il senso di liberazione, di sollievo. Nell’olismo troviamo una liberazione spirituale, giacché non c’è più nessuno che può dirci in che cosa e come credere. Nel XVIII secolo l’Illuminismo liberò molte menti dalle manipolazioni autoritarie e superstiziose delle chiese e delle corti, ma tutto ciò fu rimpiazzato da analoghe, dogmatiche certezze: quelle della scienza, della medicina, delle ideologie politiche e dell’egemonia intellettuale. Se l’essere umano ha una possibilità di scelta, non gradisce che gli venga detto cosa fare o pensare. È una caratteristica della nostra specie, e l’olismo la rispetta, sostenendo e incoraggiando ogni genere di ricerca.
La nuova interdipendenza elettronica ricrea il mondo nell’immagine di un villaggio globale. - Marshall McLuhan
Viviamo un momento storico nel quale i cambiamenti sono talmente accelerati che cominciamo a renderci conto del presente quando ormai sta svanendo sotto i nostri occhi. - R.D. Laing
Una rete di ottimismo e concretezza
Al cuore dell’olismo troviamo inclusività ottimismo. L’inclusività deriva dal riconoscimento che tutte le forme di vita sono connesse e interdipendenti. L’ottimismo deriva dall’osservazione che tutto sta crescendo in modo da giungere al suo massimo potenziale, e che nuovi elementi casuali continuano a emergere ovunque, auto-organizzandosi sino a formare nuovi interi, belli e coerenti. Inclusività e ottimismo non sono sentimenti idealistici. Si tratta del riflesso diretto di una realtà scientifica e naturale. In tutto il mondo naturale, e nell’intero universo, abbiamo nuovi elementi che vengono continuamente alla luce – esseri umani, piante, stelle, idee, atomi, particelle, onde – ed essi non si comportano caoticamente. C’è una dinamica impercettibile, una forza motrice che spinge continuamente questi nuovi elementi a unirsi tra loro. I nuovi organismi, i nuovi componenti del creato, si auto-catalizzano sino a creare sistemi coerenti. Non restano disorganizzati e disconnessi: emergono, si connettono e formano interi. Quando il cosmo fu creato, la materia che lo componeva avrebbe ben potuto restare nello stato di caos accidentale in cui si trovava. E invece le particelle causali e le onde energetiche aderirono le une alle altre, sino a formare sfere perfette, soli e stelle, capaci di muoversi in orbite meravigliosamente definite, nel contesto di galassie altrettanto meravigliosamente strutturate. Possiamo osservare processi dello stesso genere nella formazione dei cristalli di ghiaccio, nella struttura sociale e architettonica degli alveari, nel complesso ecosistema delle foreste pluviali, nella coerenza di una galassia, nonché nel modo in cui un migliaio di sconosciuti che circolano in un centro commerciale finiscono per formare strutture di flusso e movimento che possono essere sfruttate concretamente. Il pubblico di un centro commerciale è composto di migliaia di persone che non si conoscono, e che nessuno ha organizzato, eppure finiscono per muoversi istintivamente sulla base di strutture di flusso che permettono a ognuno di loro, e all’intero sistema, la folla, di ottenere i propri scopi. Tutto ciò conferma uno dei principi fondamentali dell’olismo: elementi diversi emergono e si auto-organizzano, fino a creare sistemi coerenti che sono qualcosa di più della somma delle singole parti. In altri termini, ogni cosa è interconnessa e si sviluppa assieme alle altre. Se posto in condizioni di isolamento, non c’è niente che possa davvero raggiungere un qualsiasi scopo. Possiamo smontare un’auto e disporre i suoi pezzi per terra, nel garage, e tutto ciò che otterremo sarà molto meno di un’auto completa e funzionante. Analogamente, possiamo fare a pezzi un corpo umano, e constatare che l’autentico significato di ogni organo si manifesta unicamente nel contesto di un corpo intero e vivo. Se mettiamo un cuore umano su un banco, o un cacciavite su un prato, ci rendiamo conto che queste parti, di per se stesse, non hanno più alcun senso. Dobbiamo necessariamente prendere in considerazione l’intero sistema. Consideriamo le parti, e poi l’intero, e le connessioni. È un qualcosa che cresce contemporaneamente e in cui ogni parte influisce su ogni altra parte. Lo stesso principio vale per ognuno di noi. Nessuno è separato dagli altri, e il semplice essere vivi implica la presenza di relazioni con un cosmo da cui siamo completamente dipendenti. Mangiamo, respiriamo, ci serviamo di ogni altra risorsa possibile, e quindi siamo intimamente legati alla natura, agli animali, alle piante, al terreno, all’acqua, alla luce del sole. Nessuno di noi vive come un eremita. Gli esseri umani non crescono bene da soli. Viviamo a stretto contatto con gli altri, con i quali siamo intimamente connessi in tutta una serie di ambienti naturali, sociali, culturali e psicologici. L’olismo riflette tale realtà ricordandocela e, cosa più importante, ci offre anche un approccio pratico. Per esempio, quando ci viene detto che è meglio considerare l’essere umano nel suo complesso – e cioè come un qualcosa in cui si fondono corpo, emozioni, pensieri, personalità, ambiente sociale e anima – non si tratta soltanto di una prospettiva spirituale. In realtà, ogni malattia grave, quale che sia l’organo colpito, potrebbe ben avere le sue radici in qualche disagio sociale o spirituale che poi si manifesta a livello fisico. Non ha alcun senso cercare di guarire un fegato, agendo unicamente su di esso, se all’origine del problema c’è la dieta, lo stress o un fattore ambientale. Una prospettiva olistica, e in particolare una prospettiva capace di prendere in considerazione le esigenze dell’anima umana, che ambisce al proprio compimento e all’integrità, conduce sicuramente a una diagnosi e a delle soluzioni più accurate. Anche a livello di organizzazioni alla ricerca di una migliore produttività o adattabilità non può esserci una singola risposta unidimensionale. È necessario comprendere l’intero sistema, e in particolare il comportamento e le motivazioni della sua risorsa primaria: gli esseri umani che vi lavorano. Nell’affrontare le gravi crisi globali che ci minacciano dobbiamo comprendere che qualsiasi soluzione che non prenda in considerazione l’intero sistema risulterà troppo ingenua e superficiale per poter funzionare. La trama dell’interdipendenza è talmente vasta che diventa assolutamente necessario comprendere la sua organizzazione olistica e fare ricorso a soluzioni olistiche. Tali soluzioni pratiche sono alimentate e ispirate da una dinamica sperimentale: l’esperienza, la conoscenza, l’istinto e l’intuizione del nostro vivere in un mondo meraviglioso e interdipendente, che allo stesso tempo ci offre e richiede amore e cooperazione.
La tutela dell’ordine olistica è la tutela della comunità portata alle sue conclusioni più logiche: si concentra sul fornire una gamma più ampia e più completa di servizi sociali, in modo da sconfiggere i problemi sociali dai quali ha origine il crimine. - Darl H. Champion
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