Testi per Riflettere
L'uomo, la felicità e la marcia del mondo
Da: Il Gesuita proibito - Vita ed opere di P.Teilhard de Chardin
Di Giancarlo Vigorelli Casa editrice IL SAGGIATORE
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L'uomo felice è dunque quello che senza cercare direttamente la felicità, trova inevitabilmente la gioia, nell'atto di arrivare alla pienezza e al fondo di se stesso, in avanti.
Felicità di tranquillità, felicità di piacere, felicità di crescita: entro queste tre linee di marcia la Vita (Il livello dell'Uomo), esita e divide la corrente.
A giustificare la nostra scelta, c'è davvero, come si ripete. soltanto una preferenza individuale di gusto e di temperamento? O forse possiamo trovare una ragione, indiscutibile perché oggettiva. per decidere che una delle tre strade è senza dubbio la migliore e di conseguenza l'unica che possa autenticamente beatificarci?
Sono assolutamente convinto, per quanto mi riguarda, che un simile criterio indiscutibile e oggettivo esiste - non misterioso e nascosto, ma chiaro per tutti, e ritengo che, per accorgersene, basti guardare intorno a noi la Natura, alla luce delle ultime conquiste della Fisica e della Biologia - cioè alla luce delle nostre nuove idee sul grande fenomeno della Evoluzione. Sapete benissimo che oggi, nessuno ne dubita.
L'Universo non è fermo «ontologicamente», ma si muove, da sempre; nel sottosuolo di tutta la sua massa, seguendo due correnti contrarie: una che trascina la Materia verso stati di disgregazione estrema,' l'altra che tende a edificare unità organiche, i cui tipi superiori, enormemente complessi, costituiscono quel che noi chiamiamo «il mondo vivente».
Con questa premessa, consideriamo in maniera più particolare la seconda corrente, cioè quella della Vita, alla quale noi apparteniamo. Pur ammettendo la realtà di un'Evoluzione biologica, per un buon secolo i saggi hanno discusso tra loro per sapere se il movimento che ci porta non è altro che una specie di vortice circolare chiuso, oppure se corrisponde a una meta definita che conduce la frazione animata del Mondo verso qualche stato superiore determinato. Oggi, quasi all'unanimità, è la seconda di queste ipotesi che sembra decisamente corrispondere alla realtà.
La Vita non si complica senza leggi e come per caso. Ma vista, sia nel suo insieme che nei particolari degli esseri organizzati, la Vita progredisce metodicamente, irrevocabilmente, verso stati di coscienza sempre più elevati. Di modo che l'apparizione finale e del tutto recente - dell'Uomo sulla Terra, non è altro che il risultato regolare e logico di un processo, abbozzato fin dalle origini del nostro pianeta. Storicamente, la Vita (in effetti. l'Universo stesso considerato nella sua porzione più attiva) è un aumento di Coscienza. Non capite subito la conseguenza diretta di questo discorso, sul nostro atteggiamento e la nostra condotta interiore?
Discutiamo a non finire, dicevo un istante fa, sull'atteggiamento migliore di fronte alla nostra vita. Ma con questo non assomigliamo forse a un uomo che, viaggiando su un treno rapido da Parigi a Marsiglia, si sta ancora chiedendo se gli convenga andare al Nord o al Sud? Noi discutiamo: ma perché mai dal momento che la decisione è già stata presa al di fuori di noi e siamo già imbarcati?
Da 400 milioni d’anni'sulla nostra Terra (sarebbe più esatto dire: nell'Universo) da sempre la massa immensa degli esseri a cui noi apparteniamo si eleva tenacemente, instancabilmente verso una maggiore libertà una maggiore sensibilità, una più grande visione interiore. E ci chiediamo ancora dove dobbiamo andare?
L'ombra dèi falsi problemi svanisce alla luce delle grandi leggi cosmiche. Sotto pena di contraddizione fisica (cioè negando tutto quello che siamo e che ci ha fatto) non possiamo fare a meno di adottare la scelta 'primordiale contenuta nel "Mondo, del quale noi siamo gli elementi riflessi. Indietreggiare per essere qualcosa di meno, fermarsi per godere; ecco due atteggiamenti che, portandoci contro la corrente dell' onda universale, appaiono delle assurde impossibilità.
Così, a destra e a sinistra, le strade si chiudono; e l'unico a rimanere aperto, è il passaggio in avanti.
Scientificamente e oggettivamente, la sola risposta permessa ai richiami della Vita è la marcia del progresso. E inoltre, scientificamente e anche oggettivamente, l'unica felicità è quella che noi abbiamo chiamato felicità di crescita o di movimento.
Come il Mondo, e con lui, vogliamo dunque essere felici?
Lasciamo scivolare indietro gli stanchi e i pessimisti. Lasciamo che i gaudenti si allunghino borghesemente sul pendio. E uniamoci al gruppo di quelli che vogliono rischiare l'ascensione, fino all'ultima cima. In avanti... Ma non è tutto, aver scelto di salire. Rimangono da evitare i sentieri sbagliati. Va molto bene alzarsi per partire. Ma qual è il buon cammino per raggiungere la cima con allegria? Di nuovo, per rimanere su un terreno solido, - osserviamo i passi della Natura, interroghiamo le scienze della Vita. Nel Mondo, dicevo, la vita si eleva verso una coscienza sempre più grande per una complessità maggiore, come se la complicazione crescente degli organismi avesse per effetto l'approfondimento dei loro esseri.
Questa marcia verso l'unità più alta come si opera dunque, di
fatto e nel particolare?
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