Riflessioni Teosofiche
di Patrizia Moschin Calvi - indice articoli
Maria di Magdala saggezza e sapienza al femminile alle origini della cristianità.
Di Marco Rinaldi Chini
Aprile 2011
Ogni teosofo - o aspirante tale - oltre l’indagare mondi e leggi normalmente al di là del percettibile e ciò che sarà di lui, dell’umanità e delle enormi possibilità che ci appartengono e svilupperemo, deve formarsi per quanto possibile una precisa idea di ciò che è stato, perché dalle nostre radici possiamo capire la nostra attuale collocazione e seguire la direzione che indica il futuro. Questa relazione, necessariamente riassuntiva, vorrebbe incuriosire sui metodi di ricerca e sull’attenzione da porre nel valutare ed affrontare in modo critico e spregiudicato i risultati. Vorrebbe essere un’esortazione alla verifica da contrapporre all’accettazione passiva, condizionata dall’autorevolezza che attribuiamo alle fonti. Inoltre, tenta di fornire una trama di cui servirsi per approfondire i diversi argomenti, magari da punti di vista più strettamente spirituali ed anche esoterici. Una visione d’insieme di contraddizioni, utili a discriminare e porre così nuovi interrogativi.
Non possiamo che incuriosirci di fronte ad una figura oggi tra le più controverse ed enigmatiche che la letteratura cristiana di ogni epoca ha portato fino a noi, Maria di Magdala, Maria Maddalena, della quale tanto poco si sa quanto molto si è inventato.
Nel tramandare il racconto biografico di fatti e personaggi, in realtà, ciascuno si serve della propria percezione di ciò che ha visto o si è sentito riferire. Accade quindi che, nel tempo, l’obiettività e veridicità di un racconto sia sempre più lontana da ciò che realmente avvenne. Ciò è tanto più vero man mano che si procede a ritroso nella storia, dal momento che al tempo degli antichi era normale che ognuno, nel tentativo di rendere più interessante ciò che intendeva tramandare, aggiungesse di volta in volta al proprio resoconto qualunque elemento, di pura fantasia o appartenente ad altre vicende e personaggi, reputasse idoneo ad accrescere l’attenzione ed a dare importanza al suo racconto. Tentare di parlare con una certa sicurezza storica e spirituale di Maria Maddalena risulta quindi oltremodo difficile, tanto più che, se ci fermiamo a ciò che di lei ci tramandano i quattro Vangeli accettati dalla Chiesa, Maria di Magdala prima dell’episodio della crocifissione viene citata una sola volta e in uno solo dei quattro Vangeli che costituiscono il Nuovo Testamento: quello di Luca (Lc 8,2) dal quale sappiamo soltanto che con Gesù ed i suoi discepoli viaggiavano tre donne, le quali li assistevano con i propri beni, quindi donne benestanti, che misero i loro averi e le loro vite a servizio: Susanna, Giovanna e Maria Maddalena o di Magdala, appunto. Di Susanna conosciamo soltanto il nome, mentre sappiamo che Giovanna è la moglie di Cusa, un importante funzionario, amministratore di re Erode, e Maria Maddalena viene citata come la donna alla quale sono stati esorcizzati sette demoni, senza nemmeno farci sapere se sia stato Gesù a farlo. In tutto il Nuovo Testamento questa è l’unica occasione in cui sentiamo parlare di Maria di Magdala, quasi completamente ignorata dai Vangeli fino agli episodi della Passione. Sembrerebbe quindi che fosse una figura poco importante per i redattori dei quattro Vangeli. Perché quindi tentare di conoscere chi apparentemente non ha lasciato quasi traccia di sé o forse le cui tracce sono state cancellate?
Ci può accompagnare con una certa sicurezza Bart D. Ehrman, Direttore del dipartimento di Studi Religiosi dell’Università del North Carolina, autore di numerosi saggi e studioso della vita di Gesù, della Chiesa delle origini e del Nuovo Testamento.
Maria Maddalena, la più celebre discepola di Gesù, per tradizione comunemente accettata e, come vedremo, più lontana dalla verità, è la peccatrice redenta e successiva testimone della resurrezione di Gesù. Con diverse sfumature e variazioni sul tema fino alle farneticanti invenzioni storicamente inaccettabili che la vorrebbero addirittura sua amante e madre di suoi figli.
Figura dalla grande popolarità, estremamente scomoda per la società misogina del suo tempo e di quelli a venire nonché portatrice delle prime scintille di emancipazione femminile ed uguaglianza tra i sessi, la sapiente – come vedremo - Maria ci dà oggi anche l’occasione di conoscere quanto nel tempo possa essere alterato ad arte il ruolo giocato dai personaggi che hanno contribuito all’evoluzione dell’Umanità e quanto quindi sia importante che non ci si stanchi mai di indagare, confrontare, discernere in tutti i campi ma soprattutto in quello della Spiritualità, tanto vitale quanto intangibile.
Dal confronto tra i quattro Vangeli canonici emergono sempre notevoli differenze, anziché certezze. In particolare ad esempio, esaminando l’episodio della resurrezione di Gesù, troviamo che il raffronto parola per parola lascia emergere quattro resoconti del tutto differenti. Il terzo giorno dopo la crocifissione chi si recò al sepolcro? Maria di Magdala vi andò da sola o insieme ad altre donne, e se erano più di una quante erano? Quando arrivarono al sepolcro la pietra era stata spostata o si trovava al suo posto? E chi videro davanti al sepolcro, un giovane, due uomini o un angelo? E che cosa fu detto loro di fare, di dire ai discepoli di andare ad incontrare Gesù in Galilea o che per vederlo avrebbero dovuto rimanere a Gerusalemme? E loro fecero quanto fu detto o per paura tacquero? E i discepoli credettero loro? Andarono a verificare di persona? Andarono in Galilea o a Gerusalemme? E Gesù risorto apparve alle donne o a alla Maddalena in una visione o di persona? E fu lei la prima a vederlo oppure no? E cercò di afferrarlo o no? Ogni testo ha risposte diverse. Per trovare fonti che alludano alla presenza di Maria di Magdala durante la passione e morte di Gesù ed alla Sua successiva resurrezione ci dobbiamo rivolgere a scritti diversi, rilevando anche che diversi episodi dei Vangeli che normalmente si pensa alludano a Maria Maddalena in realtà non la menzionano affatto. Si tratta di interpretazioni soggettive. Così ad esempio è nata la voce tradizionale che la vuole peccatrice redenta sfuggita alla lapidazione per adulterio, oppure donna che ha una sorella di nome Marta ed un fratello chiamato Lazzaro. Ogni donna che compare con il nome di Maria, uno dei più diffusi tra le ebree del primo secolo, può essere confusa con lei. Tra la Maria di Magdala e quella di Betania, nei Vangeli rispettivamente di Marco e di Giovanni, la donna che versa unguento sui piedi di Gesù è la seconda. Di due scritti distanti tra loro trent’anni, che menzionano due persone diverse in due luoghi diversi, solo il secondo ci dice esplicitamente di chi si tratta, ma la tradizione popolare di due Marie ne ha fatta una. E via discorrendo. Tutti gli scritti in cui compare in qualche modo Maria vengono da mano di uomo, dalle origini ai giorni nostri. Al di là delle allegorie e delle invenzioni, è evidente che tutti se ne sono serviti per presentarci una figura ideale, utilizzata per mostrare al peccatore, attraverso un semplice percorso, la strada per giungere al pentimento, al perdono, al servizio, all’ascesa verso il Creatore. Nei Vangeli e nei pochi scritti fino ai primi tre secoli dopo Gesù possiamo trovare i tratti della figura più autentica di Maria di Magdala. Appare come spettatrice della crocifissione, da lontano ed in compagnia di altri, nel Vangelo di Marco (Mc 15,40). Oppure in Luca, nel passo citato prima.
Uno dei ritrovamenti archeologici d’epoca moderna ci fa correggere un errore di fondo: una serie di iscrizioni apposte su una sinagoga della città di Afrodisia, nell’attuale Turchia, ci fa sapere che la maggior parte dei grandi donatori della sinagoga è formata da donne. E questo non è che un esempio. Il che ha immediatamente sfatato l’idea che le donne ebree del primo secolo non potessero partecipare al culto ed alla vita sociale. Evidentemente erano oppresse in alcuni campi della vita, così com’erano libere di esprimersi, soprattutto se ricche, in diversi settori della società. Così si presume che le donne in cerca di libertà d’espressione e di movimento, avendo i mezzi per farlo si dedicassero agli aspetti della loro cultura e società gravitando attorno alle persone influenti del tempo che più facilmente potevano concederla.
Gesù non fu certo l’unico a dare alle donne dell’epoca la libertà, ma certamente la Sua predicazione in particolare deve aver attratto questo tipo di figure femminili. Maria Maddalena fu una di quelle che lo seguirono dalla Galilea ma non certo l’unica, poiché stando alle affermazioni contenute in Marco e Luca, Gesù era seguito da lei e da molte altre donne. Donne facoltose di famiglia, non avendo reddito proprio, che elargivano le loro sostanze ad un profeta ebreo itinerante ed ai suoi disoccupati seguaci. Chissà cosa pensarono le loro famiglie di queste donne!
Che sia stato il carisma personale di Gesù, o il messaggio che andava divulgando, il fascino della Sua predicazione, o tutti questi fattori insieme, Maria di Magdala divenne discepola di Gesù, appartenente al gruppo di donne “guarite da spiriti cattivi e da infermità”. Da lei in particolare abbiamo già visto che “uscirono sette demoni” (nella tradizione ebraica il sette viene spesso usato per indicare un numero “perfetto”). Questa è una delle figure che ci sono state tramandate.
Secondo gli scritti dei primi cristiani gnostici, Maria Maddalena invece svolse un importante ruolo durante il ministero di Gesù. In alcuni di quei testi, compresi quelli ritrovati a Nag Hammadi ed in un altro scritto, chiamato il Vangelo di Maria, è una figura di primo piano. Probabilmente questi scritti non sono che il frutto di conversazioni immaginate dai primi cristiani al fine di divulgare il loro pensiero, ma hanno un fascino ed un valore particolari. Dalle parti leggibili del rovinatissimo manoscritto di Nag Hammadi apprendiamo di diverse domande che vengono poste a Gesù da tre discepoli: Maria Maddalena, Giuda Tommaso e Matteo. Da quanto appare, la Maddalena era più importante di tutti per l’autore, una gnostica perfetta: solo in presenza di Colui che svela i segreti, cioè Gesù, si trova la verità, e solo lasciandoci alle spalle i beni materiali di questo mondo si trova il riposo eterno. Questa è la lezione impartita da Maria Maddalena “che capiva ogni cosa”.
Il suo ruolo poi nella Pistis Sophia (fede-sapienza) è ancora più sorprendente: scoperta nel diciottesimo secolo all’interno di un grande volume contenente diversi trattati gnostici, quest’opera, come altre, contiene una notevole serie di rivelazioni di Gesù ai discepoli, sempre basate sui principi sopra descritti. Qui Maria Maddalena guida il dialogo, ponendo direttamente quasi tutte le domande a Gesù. Viene alla luce una persona che non solo ha conoscenza pari a quella degli altri discepoli, ma anche di persona che per percezione e crescita spirituali è superiore agli altri. Tanto che Gesù le si rivolge così: “Tu beata, Maria. Ti renderò perfetta in tutti i misteri di quelli dell’alto. Parla apertamente, tu il cui cuore è rivolto al regno dei Cieli più di tutti i tuoi fratelli”.
Quando Maria Maddalena ha finito di esporre ciò che ha capito della vittoria di Gesù sulle potenze del male che controllano il mondo materiale e della liberazione di chi è in possesso della vera conoscenza, Lui conferma: “Udite queste parole di Maria, Gesù le disse: Molto bene, Maria! Tu beata pienezza, o pienezza tutta beata! Questa è colei che sarà chiamata beata da tutte le generazioni”. E’ quasi umoristico notare poi che Pietro, presente ed infastidito evidentemente dalle lodi del suo Signore per Maria, sbotta, secondo lo scrittore: “Signore, non possiamo sopportare questa donna, ci toglie l’occasione, non lascia parlare alcuno di noi, parla sempre lei”. Significativa, per l’epoca, la rimostranza di Maria Maddalena, del tutto in sintonia con i più recenti movimenti di emancipazione femminile: “Mio Signore, la mia mente è sempre intelligente e pronta a farsi avanti per spiegare le parole pronunciate da Pistis-Sophia, la sostanza divina che dona la sapienza, ma temo le minacce di Pietro, il quale ha in odio il genere femminile”. Notiamo, chiunque abbia redatto questo scritto, la profondità e novità dei principi di uguaglianza enunciati e del significato occulto di queste parole.
Ed infine, Gesù, nel Pistis Sophia conclude il suo colloquio lodandola per aver compreso pienamente la verità che porta la salvezza: “Quando lei terminò (…) il Salvatore rimase molto stupito dalle risposte date; ella infatti era diventata un pneuma integralmente puro. Bene, tu sei diventata pneumatica e pura”. Dunque abbiamo l’affermazione che “anche una donna” può trascendere la propria sostanza corporea e trovare salvezza come puro spirito! Nei secoli, la misoginia prese man mano il sopravvento tra dispute e ammonimenti, fino a portare alla situazione attuale in seno alla Chiesa, nella quale si rispecchia quella antica: nonostante le donne fossero state autorizzate dall’apostolo Paolo alla vita attiva in seno alla comunità cristiana e nei servizi di culto, già nella prima lettera ai Corinzi trovano un secco ammonimento: “Le donne tacciano”. Al di là di facili battute, viene da chiedersi se questo più o meno riuscito tentativo di far tacere la parte femminile della comunità non sia stato dettato dalla paura di apparire inferiori ed inadeguati, tipica dei signori del testosterone di ogni tempo!
Nel Vangelo di Tomaso troviamo l’attacco più forte portato a Maria Maddalena, una volta ancora, da Pietro. Questo Vangelo consiste unicamente in 114 detti di Gesù. Un elenco di sentenze una dopo l’altra senza nessuna narrazione. Qui Maria compare due volte. Pietro, che ha evidentemente una pessima opinione delle donne in genere, ritiene nel detto 114 che lei “deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della vita (eterna)”. Gesù disse: “Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei Cieli”. E’ chiaro ed interpretabile il significato recondito di tali affermazioni. In quel mondo, in quel tempo, le relazioni tra maschio e femmina erano molto diverse dalle attuali. Si considerava che non rappresentassero due tipologie di essere umano, ma due diverse gradazioni di esseri umani. Le donne erano “uomini imperfetti”. Pertanto, se l’uomo in quanto maschio doveva tendere a diventare un dio, nella sua linea evolutiva, la donna per compiere tale cammino doveva prima raggiungere lo spazio occupato dall’uomo e da lì condividerne il cammino. Ecco il significato della risposta di Gesù quindi: tramite lui ed il suo insegnamento, la donna diventa identica all’uomo nelle sue possibilità e capacità.
Un’occhiata poi al rapporto tra Gesù e Maria Maddalena, a dispetto di tutte le invenzioni che nel tempo si sono accavallate su questo argomento. Nel Vangelo di Filippo, rinvenuto a Nag Hammadi, troviamo la maggior parte delle informazioni, pur essendo il più involuto ed oscuro fra i testi ritrovati, redatto in copto. In particolare, è significativo il passo che recita: “Tre persone camminavano sempre con il Signore: Maria, sua madre, la sorella di lei e la Maddalena, detta la sua compagna. Maria infatti (si chiamavano) sua sorella, sua madre e la sua compagna (termine che in origine aveva il significato anche di “socio”). Sembra proprio che, nonostante le parole erose dal tempo, vi si trovi l’affermazione che Gesù amava Maria più degli altri ed era solito baciarla spesso (se sulla bocca o altrove non è dato di saperlo). In ogni caso l’autore ci tiene a farci sapere che Maria era particolarmente vicina e intima di Gesù. Sembra di capire che al tempo il bacio fosse in ogni caso uno strumento rituale attraverso il quale si trasmetteva la perfezione, l’enunciazione della conoscenza da parte di un maestro ispirato, e questo si adatta senza dubbio più di ogni altra illazione al contesto della situazione. Il bacio di Gesù alla Maddalena non è il preludio ad un rapporto di coppia, ma il simbolo dell’affermazione che alla donna è stata rivelata la verità trasmessa dal maestro ai suoi discepoli. Secondo il Vangelo di Filippo dunque Maria di Magdala ha compreso la verità meglio degli altri. Se l’opinione diffusa nell’ambiente dei cristiani gnostici era questa, niente di strano che Pietro e gli altri provassero risentimento nei confronti di chi aveva usurpato il posto che ritenevano loro di diritto, di prediletta di Gesù, non certo sul piano sessuale ma spirituale.
Inoltre dati storicamente attendibili di cui oggi disponiamo ci confermano con buon margine che tra tutti fu proprio Maria Maddalena, una facoltosa ebrea della Galilea, altrimenti sconosciuta, la prima a scoprire ed annunciare la resurrezione di Gesù, sulla quale si fonda la religione cristiana. Non è quindi inverosimile affermare che fu lei a fondare il cristianesimo. Fu la persona più importante della storia del cristianesimo delle origini; se non avesse annunciato di aver trovato vuoto il sepolcro di Gesù, forse i discepoli non si sarebbero mai sentiti ispirati a proclamare la nuova religione. Tutto questo affidato dalla tradizione e da tutti i Vangeli sin qui ritrovati ad una donna in un mondo, come quello antico nel quale si mosse, dov’era impensabile che una donna potesse essere considerata per un ruolo d’autorità pubblica.
Eppure, infine, un’occhiata all’ultimo Vangelo ritrovato nel diciannovesimo secolo, detto appunto di Maria, ci riporta questo brano, con un Pietro impegnato, stranamente, a riconoscere il ruolo di Maria ed a chiederle la conoscenza: “Pietro disse a Maria: Sorella, noi sappiamo che il Salvatore ti amava più delle altre donne. Comunicaci le parole del Salvatore che tu ricordi, quelle che tu conosci, ma non noi. Quelle che noi non abbiamo neppure udito”. Un buon numero di studiosi ritiene oggi che non Pietro - del quale molto si è parlato come iniziatore della religione cristiana - ma Maddalena abbia dato i natali alla nuova religione ed alla sua diffusione. Ritengono infatti che il suo ruolo nella storia delle origini cominciò ad essere sminuito in certi ambienti, in particolare non appena gli uomini assunsero un potere crescente nella Chiesa e le donne in posizioni autorevoli – alcune delle quali erano state suoi apostoli – vennero messe a tacere. Mentre Pietro e Paolo prevalsero nel cristianesimo ortodosso, il ruolo e la fama di Maria Maddalena, che si aspettava la liberazione del mondo, un’epoca pervasa di bontà dove Dio regna su tutti, perdurarono invece in altri ambienti, come dimostrano i continui rimandi alla sua figura disseminati in diverse fonti del movimento cristiano delle origini, soprattutto tra gli gnostici.
Marco Rinaldi Chini
Marco Rinaldi Chini è socio del Gruppo “Luce” di Milano.
Relazione presentata presso la sede teosofica milanese il 6 febbraio 2010.
Bibliografia:
Bart D. Ehrman, Pietro Paolo e Maria Maddalena – Storia e leggenda dei primi seguaci di Gesù, Mondadori.
Letteratura teosofica (Edizioni Teosofiche Italiane)
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