Riflessioni Teosofiche
di Patrizia Moschin Calvi - indice articoli
La Fratellanza Universale è una legge cosmica
Di Filiberto Zarattini
Dicembre 2014
Tutte le cosmogonie e le religioni postulano, all’inizio della manifestazione, una Causa unica la cui dinamica è soggetta ad un complesso di fatti meccanici che obbediscono tutti alla stessa legge e che, attraverso una lunghissima serie di trasformazioni, sono destinati a sfociare in un’unica meta.
Tale affermazione può sembrare azzardata per chi si sofferma ad osservare solamente il fenomeno ma, focalizzando l’attenzione sul numero, non è difficile scoprire che la vita che opera dietro alle forme è, negli strati più profondi, unitaria.
Se questa consapevolezza non è presente all’inizio, diventa invece sempre più chiara durante il processo evolutivo, motivo per cui l’unità, e perciò la fratellanza universale, ne emerge come una legge cosmica, che fa di tutto l’universo un unico essere vivente che sta vivendo momenti diversi della sua complessa esistenza, non solo nelle singole galassie e sistemi solari, ma anche in ogni singola forma di ogni pianeta in cui è presente la vita.
E proprio la conoscenza e l’intuizione di questa legge dovrebbe fare di noi, aspiranti teosofi, i più convinti assertori della fratellanza universale ed impegnarci a fondo affinché tale verità emerga nella coscienza di ogni essere umano e faccia di tutti gli abitanti della terra un’unica famiglia.
Se di ciò si è pienamente consapevoli sui piani spirituali, ben pochi ne sono convinti sul piano materiale, e sono proprio questi che costituiscono, in seno all’umanità, il nucleo della fratellanza universale e si adoperano affinché tale verità illumini la coscienza di tutti.
Anche se tale nucleo è composto da persone tra di loro sconosciute, tuttavia funziona come centro di coscienza unico quale riflesso, sul piano umano, di quel centro universale interno su cui gravita tutta la manifestazione.
Siccome il nucleo di un qualsiasi organismo mirante alla realizzazione di valori universali deve incorporare l’assoluto di tutti i valori che tende ad esprimere, così quello della fratellanza universale non può essere che l’espressione di tali valori, anche se fisicamente i suoi componenti si trovano distribuiti nello spazio e nel tempo.
Nella manifestazione, dall’atomo all’universo intero, tutto gravita intorno ad un nucleo centrale che dirige i singoli organismi, sia macro sia microscopici, secondo leggi ben precise, miranti a creare e a conservare un’armonia tendente a realizzare un ordine ove prima esisteva il caos. Questo perché soltanto nell’ordine e nell’armonia l’Assoluto può esprimere i propri valori e attributi, essendo esso l’ordine e l’armonia assoluti. Perciò non è nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo che l’Assoluto può esprimere il massimo delle proprie peculiarità, ma nella perfetta armonia, che la vita tende a realizzare in tutte le forme che la esprimono, per mezzo dell’evoluzione.
Il perenne succedersi di micro e macroforme sta ad indicare che tale perfezione non è stata ancora raggiunta.
Anche se le forme sono praticamente infinite ed ogni forma è conservata dal proprio nucleo, tuttavia non esiste un numero infinito di nuclei, ma un unico nucleo, di cui ognuno di essi non è che l’espressione provvisoria operante su piani e scale diversi.
Come in alto così in basso, insegna il Trimegisto; parafrasando questo aforisma possiamo dire “come nel macro, così nel microcosmo”, che per noi non può essere meglio rappresentato che dall’uomo stesso.
L’uomo è un’unità attorno ad un nucleo centrale, l’Ego, che lo regola in tutte le sue operazioni, anche se la sua coscienza ne è consapevole solo in minima parte.
Infatti noi ignoriamo completamente ciò che avviene in ogni nostra molecola, in ogni nostra cellula, in ogni nostro tessuto, in ogni organismo, anche se la risultante di tutte queste attività arriva alla coscienza dell’io come senso cenestesico di benessere o di malessere, sentendoci così vivi ed operanti in un organismo, che è il nostro corpo, come in un’unica entità.
Ciò è possibile perché tutti gli elementi operanti in qualsiasi organismo tendono ad un unico fine, renderlo cioè partecipe della vita in misura sempre maggiore.
Però la vita in esso rappresentata è tanto più piena quanto più ognuno di essi riesce ad esprimere il massimo della propria potenzialità, in armonia con la manifestazione degli altri elementi.
Perciò quell’essere umano il cui organismo psicofisico fosse composto da elementi esprimenti il massimo della loro potenzialità ed in perfetta armonia tra loro potrebbe esprimere, su tutti i piani di manifestazione, i massimi valori dell’esistenza.
La vita è unitaria in tutte le sue manifestazioni e ripete le stesse leggi e gli stessi schemi in tutte le forme da essa create, con una dinamica che varia secondo il piano in cui essa opera.
Infatti, possiamo osservare come in natura il centro di ogni forma sia subordinato a quello che lo sovrasta immediatamente, cosicché l’attività di ogni atomo viene regolata secondo i superiori interessi della molecola, quella della molecola da quelli della cellula, quella della cellula da quelli del tessuto, quella del tessuto da quelli dell’organo da esso costituito, quella dell’organo da quelli dell’organismo cui esso appartiene.
Perciò gli interessi dell’uomo devono essere subordinati a quelli dell’umanità e quelli dell’umanità terrestre a quelli dell’umanità del nostro sistema solare ecc., finché si arriva all’umanità cosmica, o uomo cosmico degli occultisti medievali, che noi non potremo neppure immaginare, se pensiamo che Giordano Bruno riteneva il cosmo intero un unico essere vivente ch’egli chiamava “l’animal santo, sacro e venerabile”.
Ma, siccome noi apparteniamo all’umanità terrestre, ogni nostra azione deve essere subordinata agli interessi di questa, perché ciò fa parte delle leggi che governano la manifestazione. Quindi non dobbiamo mai stancarci di ripetere che la vita è sempre unitaria, anche se le forme in cui essa si esprime sono infinite e che ogni singolo uomo deve tendere coscientemente verso questa unità, pena la sofferenza, l’incompiutezza, il caos ecc.
L’uomo, fin dal suo primo apparire sul nostro pianeta, fu portato a realizzare inconsciamente questa unità, formando gruppi etnici sempre più numerosi fino alle moderne nazioni che tendono ad organizzarsi, tramite l’ONU, in un organismo mondiale. Se ai nostri giorni l’ONU è scarsamente operante, ciò è dovuto al fatto che esso è stato creato più dalla reciproca paura dei suoi componenti, che dal desiderio di una fraterna collaborazione, non avendo ancora scoperto la maggioranza degli uomini che essi sono tutti fratelli e che la fratellanza è un fatto naturale, non un ideale religioso o filosofico, anche se lo scopo di tutte le religioni e di tutti i sistemi filosofici dovrebbe essere quello di rendere edotti gli uomini di questa semplice verità.
Non per nulla gli ispiratori e i fondatori della Società Teosofica hanno dato la precedenza, ponendolo come primo scopo, alla creazione di un nucleo di fratellanza universale dell’umanità, senza distinzione di razza, credo, sesso, casta o colore. Se questo nucleo esiste ed è operante sui piani invisibili, è compito degli appartenenti alla Società Teosofica di crearne uno vivo ed operante che ne sia il riflesso nel mondo visibile.
Ritengo quindi che il nostro massimo dovere sia quello di far conoscere a tutti che gli uomini sono fratelli per legge naturale e che, finché non accetteranno questa legge, non vi potrà mai essere pace né benessere su questo pianeta.
Solo quando saremo riusciti a rendere consapevoli tutti i rappresentanti dei popoli di questa verità potremo affermare di avere costituito, nel nostro pianeta, non un nucleo di fratellanza universale, ma il nucleo della fratellanza universale, perché unico e perché relativo a tutto il genere umano. Ma, per poter realizzare il primo scopo, dobbiamo prima propagandare e rendere operante il secondo e cioè “incoraggiare lo studio comparato delle religioni, delle filosofie e delle scienze”, perché solo dimostrando che non esiste contraddizione tra la vera religione, la vera filosofia e la vera scienza - essendo ognuna di queste veicolo di un’unica verità operante su piani diversi e perciò esprimendosi con domande diverse - potremo persuadere gli uomini a smettere di combattere tra di loro e a cercare invece di realizzare con lavoro unanime questa verità su tutti i piani di vita.
La storia dell’umanità non è che una sequela di guerre e di rivoluzioni motivate da visioni incomplete, e perciò contrastanti, degli scopi della vita; visioni di solito derivanti da errate interpretazioni degli insegnamenti religiosi.
Se qualcuno, all’affermazione che la fratellanza è una legge universale e perciò operante su tutti i piani della manifestazione, volesse obiettare che non si può così spiegare la feroce lotta per la vita che esiste soprattutto nel regno animale, potrei rispondere che la dinamica mediante la quale questa legge si esprime nei regni inferiori e subumani è diversa da quella che opera nei regni superiori. Non essendovi nelle singole forme di quelli autoconoscenza e perciò neppure consapevolezza, la legge opera dall’esterno, cioè con la forza, e non dall’interno, per libera scelta come nell’uomo.
A livello dell’anima-gruppo il principio della fratellanza universale è presente e operante ma, siccome l’anima-gruppo esercita sulle forme che la esprimono solo un controllo meccanico, opera in modo che le forme di ognuna di esse non soppiantino, distruggendole totalmente, quelle delle altre anime-gruppo perché, se ciò avvenisse, verrebbe rotto l’equilibrio naturale e la vita sul piano fisico non sarebbe più possibile per nessuno.
Ed è proprio per la conservazione di tale equilibrio che nel regno animale esiste la lotta per la vita, lotta però che esiste soltanto a livello delle forme e non nelle rispettive anime-gruppo che di essa si servono per scopi ben precisi. Ma nell’uomo, in cui ogni anima possiede soltanto un unico strumento fisico che governa dall’interno, la lotta è un controsenso, perché anima e corpo costituiscono un’unica entità, la consapevolezza della fratellanza universale che esiste a livello dell’Ego deve manifestarsi anche su quella dell’io, quale strumento dell’Ego nel mondo delle forme.
La tecnica di cui si serve la vita prima del regno umano è di assorbimento; con l’uomo invece inizia l’irradiazione.
Infatti l’atomo si forma captando e costringendo elettroni a girare intorno all’orbita del proprio nucleo; la molecola costringendo i rispettivi atomi ad unirsi; la cellula imprigionando, organizzando le molecole per i propri scopi; gli organismi semplici costringendo colonie di cellule a vivere insieme; gli organismi composti organizzando gli organismi più semplici che servono al loro scopo e così di seguito per tutta la scala zoologica, in cui l’inferiore viene sempre sacrificato e integrato dal superiore, che l’arricchisce di un ritmo o qualità nuovi. L’ontogenesi riassume sempre la filogenesi; ad un certo momento della scala evolutiva vediamo che la lotta per la vita diviene sempre meno feroce, fino a scomparire completamente nell’uomo che ha realizzato la sua umanità.
La legge della Fratellanza Universale costringe le forme ad unirsi prima per forza, poi per amore.
Perciò la cosiddetta lotta per la vita è la tecnica usata dalla vita stessa per realizzare nei regni inferiori questa legge, perché nel cosmo tutto tende all’unità, anche se di essa non sempre si è consapevoli.
L’uomo, che non appartiene ai regni inferiori, deve liberarsi dai metodi ad essi specifici ed operare invece secondo principi più consoni alla sua natura spirituale, di cui deve rendersi edotto. La legge di fratellanza non è altro che la legge di armonia che governa l’universo ed essa opera non solo tra gli individui di uno stesso regno, ma tende anche ad armonizzare la coesistenza dei singoli regni perché, ove tale armonia non esistesse, la vita non potrebbe manifestarsi nella sua pienezza.
Nel regno animale osserviamo tre specie di animali: gli erbivori, i carnivori e gli onnivori.
I carnivori sono necessari sia al regno vegetale sia a quello umano, quanto gli erbivori stessi; infatti, impedendone la riproduzione all’infinito, permettono al regno vegetale di rinnovarsi continuamente e con esso si ottiene la sopravvivenza delle altre specie di animali, dell’uomo stesso.
Ma, se la legge di fratellanza richiede nel regno animale la cosiddetta lotta per la vita per i motivi dianzi esposti, nel regno umano tale lotta non ha più motivo di esistere, perché l’uomo non è un animale superiore, come pretendono le dottrine materialistiche, ma segna l’origine di un nuovo regno, anche se il suo corpo proviene dal regno animale.
Perciò, se la lotta per la vita è la dinamica con cui la legge della fratellanza si esprime nel regno animale, la collaborazione ed il mutuo soccorso devono costituire la dinamica di tale legge nel regno umano, ove il superiore deve sempre aiutare l’inferiore ed il più forte proteggere il più debole.
Finché l’umanità non diventerà consapevole di questa verità e continuerà a regolare i suoi rapporti su principi validi soltanto per i regni inferiori, non vi potrà mai essere pace sulla terra.
È compito quindi di tutti gli uomini che hanno realizzato tale consapevolezza e perciò in modo particolare di tutti i membri della Società Teosofica insegnare, con la parola e con l’esempio, che la Fratellanza Universale non è che la realizzazione di una legge cosmica che governa la manifestazione Soltanto con tale realizzazione il caos, cioè la lotta ed il disordine, diventerà Kosmos, cioè ordine, armonia, pace per tutti gli esseri, ma pace attiva, cioè pace scaturita da un’armonia costituita minuto per minuto, ora per ora, e non passività, stasi, come spesso alcuni intendono la pace.
Allora soltanto avremo la pace, come opera e risultato della giustizia; perché ogni elemento come ogni individuo, occuperà in questo dinamismo universale sempre il suo giusto posto.
Penso che coloro che costituiscono il vero nucleo della Fratellanza Universale, cioè i Maestri, mirino alla realizzazione di una pace attiva, dinamica, perenne, tendente verso un punto omega, meta finale di tutta la manifestazione, perché la vita tende all’unità e ritengo che la Fratellanza Universale segni la realizzazione, sul piano umano, di questa legge cosmica.
Filiberto Zarattini
Filiberto Zarattini, medico, è stato un insigne studioso e teosofo.
Conferenza tenuta il 24 Aprile 1967 a Perugia, al 53° Congresso Nazionale della S.T.I.
Tratto dalla rivista “Alba spirituale”, rassegna mensile della Società Teosofica Italiana, giugno 1967.
“Imparate; quindi, bene le dottrine del Karma e della Reincarnazione, ed insegnate, praticate, promulgate quel sistema di vita e di pensiero che solo può salvare le razze che verranno. Non lavorate solo per la Società Teosofica ma, attraverso di essa, per l’Umanità” (H.P. Blavatsky, Five Messages).
Letteratura teosofica (Edizioni Teosofiche Italiane)
La letteratura teosofica, ricca di spunti e di riflessioni, può molto aiutare il Lettore nel suo percorso spirituale, fornendogli nuove conoscenze, entusiasmanti prospettive ed una visione tollerante e non dogmatica.
La Teosofia (sapienza divina) infatti non è un insieme di regole o dogmi e neppure una religione o una filosofia; è piuttosto una via alla consapevolezza interiore che si basa essenzialmente sul metodo dell’osservazione (che conduce alla dimensione meditativa) e sulla maieutica (che è strettamente connessa alla ricerca della verità). Proprio per questo i testi teosofici sono in grado di parlare alla ragione dell’essere umano, ma anche al suo cuore. Obiettivo delle Edizioni Teosofiche Italiane (Casa Editrice ufficiale della Società Teosofica Italiana) è oggi quello di mettere a disposizione dei lettori una serie di opere qualificate; guardando poi al futuro numerose saranno le novità editoriali, vuoi per la ristampa di opere esaurite vuoi per la pubblicazione di numerose novità.
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