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Sutra del Loto

Riflessioni sul Sutra del Loto

di Rev. Nisshin   indice articoli

 

La rabbia dentro di noi

Gennaio 2013

 

Il Sutra del Loto: Il re dei SutraSpero di trovarvi in buona salute e sereni.

Nel Sutra del Loto si fa grande enfasi del mondo Saha. Come sappiamo il mondo Saha è il mondo in cui noi viviamo, quest’epoca in cui tutto sembra sfuggire al controllo. Perché il Sutra dovrebbe tenere quest’epoca in così alta considerazione? Uno degli insegnamenti fondamentali del Sutra è la via del Bodhisattva, che ci viene presentata come unica strada verso la salvezza. Per comprendere l’importanza del Sutra del Loto è necessario comprendere le numerose parabole e storie contenute: pensate, sono molte, addirittura ventisei. Ogni parabola racconta come, usando uno stratagemma, il protagonista della storia riesce ad aiutare il malcapitato o malcapitati di turno. Mi rendo conto che l’epoca in cui viviamo non invogli certamente ad avere atteggiamenti compassionevoli, tuttavia non ci si chiede di stamparci un sorriso in faccia e opporsi al degrado dei sentimenti come si opporrebbe un santo, ma di vivere la vita cercando di non avere un atteggiamento ostile nei confronti del mondo. Ma come riuscirci? Il Buddha ha detto:

 

Non sarete puniti per la vostra rabbia, ma sarà la vostra rabbia a punirvi!”

 

Personalmente ritengo che l’unico modo per non avvelenarci il sangue, ogni volta che riteniamo di aver subito un torto, è quello di “addestrarci” e metterci nei panni di chi ci ha fatto il torto. Tengo a precisare che ho parlato di addestramento. Chiunque di noi abbia fatto nella vita un minimo di sport sa che la funzione dell’addestramento è quella di spostare i nostri limiti, portandoci a fare cose che altrimenti non saremmo in grado di fare. Questo mondo, il mondo Saha appunto, è davvero un’ottima palestra per addestrarci! Purtroppo però quando ci si trova in momenti che non ci permettono di avere la lucidità necessaria per riconoscere l’occasione, ecco che ci sentiamo, quindi ci troviamo, immersi in un ambiente ostile.

 

Questo triplice mondo non è come viene percepito da chi lo abita.”

 

Dovremmo sempre tenere a mente questi versi del 16° capitolo “La durata della vita del Tathagata”. È comune opinione che sfogarsi aiuti, o addirittura sia necessario per non stare male ulteriormente. Nella realtà infatti le volte che perdiamo il controllo, abbiamo l’impressione di stare meglio. Questo accade unicamente perché lo sfogarci in realtà stanca e di conseguenza, avendo meno energie, la nostra rabbia non trova alimentazione per proseguire la sua corsa. In realtà lo sfogo non fa altro che mettere in scena la nostra rabbia. “Chi fa la voce grossa fa soltanto sentire che sta male” si sente nel film “I cento passi”. Bisogna semmai imparare a capire quando la rabbia sta raggiungendo i livelli di guardia. Come? Con l’ addestramento. L’essenza del Buddismo è la consapevolezza ed è proprio la consapevolezza che ci aiuta a crescere. Per consapevolezza intendo essere consapevoli di cosa avviene dentro e fuori di noi. Ci conosciamo e quindi sappiamo i percorsi della nostra testa: conoscendoli e prendendoli in tempo, se davvero lo vogliamo, riusciremo senza dubbio a fermarci. Ad ognuno di noi sarà capitato di vivere periodi in cui tutto va a gonfie vele e altri in cui tutto sembra crollarci addosso. Quando siamo in periodi “sì” viviamo sollevati da terra: nulla riesce a toccarci veramente, sperimentiamo naturalmente quella strana sensazione di beatitudine che ci porta a sentire un sentimento“amorevole” verso tutto e tutti, verso il mondo che ci circonda, e ci comportiamo di conseguenza. Il contrario succede quando invece viviamo periodi in cui tutto ci innervosisce, quando anche il sole ed il canto degli uccelli ci disturba; allora basta che qualcuno ci sfiori ed ecco che abbiamo delle reazioni inaspettate, in alcuni casi addirittura violente. Da questo dovremmo comprendere che chi si comporta“male” lo fa essenzialmente perché sta “male”. Esercitarci nell’“arte della compassione” significa cercare di comprendere bene questo punto. Alla luce di questo dovrebbe essere più facile comprendere chi si comporta in un determinato modo. Quindi, rimproverereste uno zoppo perché non sa correre veloce? Allo stesso modo dobbiamo tutti comprendere che chi agisce in un determinato modo lo fa solo perché sta male! Tutti noi sappiamo cosa vuol dire star male. La prima Nobile Verità, espressa nel primo sermone del Buddha è:

 

Esiste la sofferenza”

 

Non dimentichiamo che il Buddha l’ha chiamata la Prima Nobile Verità. Bisogna comprendere questo grande insegnamento, per trovarci davvero sul sentiero tracciato dal Buddha e sperimentare i benefici della fede. Quando c’è rabbia dentro di noi perdiamo di fatto la libertà. Un vecchio adagio buddista racconta di un uomo su un cavallo al galoppo; un passante chiede all’uomo dove sia diretto e questo gli risponde: “Non lo so, chiedilo al cavallo!”. La rabbia è come un cavallo al galoppo e noi siamo l’uomo che lo cavalca. Conquistiamoci davvero quindi la nostra libertà cercando di addestrarci ad essere e rimanere in noi. Come? Facendo attenzione a vivere una vita più responsabile, cercando di essere realmente, e non solo fisicamente, dove ci troviamo. E’ dovere di ogni discepolo del Buddha essere attento, perché dietro ad ogni momento o episodio, e purtroppo quasi sempre in quelli negativi, si nasconde una grande e vera occasione di trasformazione e crescita!

 

   Rev. Nisshin

 

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