Sul Sentiero II
L'aspirante e l'alchimia Interiore
di Bianca Varelli
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PARTE PRIMA - LA VITA UNA
“Tutto è Mente”
Già nella prima metà del ventesimo secolo l’osservazione dell’universo “mentale” di J. H. Jeans (1877-1946) sembrava coincidere con l’intuizione dei mistici, confermando il detto di Virgilio: “Mens agitat molem”:
“…l’universo ci incomincia ad apparire più come un grande pensiero che come una grande macchina; l’apparente oggettività delle cose è dovuta alla loro esistenza nella Mente…la Mente non appare più come un accidentale intruso nel regno della materia, ma incominciamo a sospettare che dobbiamo considerarla piuttosto quale il Creatore e Reggitore del regno della materia…l’antico dualismo tra la Mente e la Materia sembra quasi sparire…risolvendosi in una creazione e manifestazione della Mente.” (J. H. Jeans, The Misterious Universe, 1930)
Ancora più esplicito è stato J.B. Haldane (1892–1964) un genetista di Oxford:
…il mondo materiale, che è stato considerato come un cieco meccanismo, in realtà è un mondo spirituale veduto imperfettamente e parzialmente. L’unico mondo reale è quello spirituale. La verità è che né la materia né la forza né alcun altro fattore fisico, ma soltanto la Mente conosce il fattore centrale dell’universo… (J. B. S. Haldane, The modern Review)
Einstein ha elaborato la teoria del “campo unificato di energia”, nella quale si afferma che una sola energia è creatrice di tutte le forme della materia e che, pertanto, tutto ciò che esiste nella differenziazione è la manifestazione di una sola energia creatrice originaria indifferenziata; e Jung riteneva che:
Siamo parte di una memoria collettiva alla quale tutti noi ricorriamo; inconsciamente siamo tutti collegati con ogni altra cosa ed ogni altro essere…
In tempi ancora più recenti il concetto dell’unità dell’universo viene sempre più confermato dalla teoria dell’olomovimento di David Bhom (1980); dall’ipotesi olografica del cervello di Karl Pribam (1971) e dalla causalità morfogenetica di Rupert Shaldrake (1981).
Il biologo inglese Rupert Sheldrake, fisiologo delle piante britannico, nel suo libro “A New Science of Life”, propone l’idea che i sistemi siano regolati, oltre che dalle leggi della fisica, da campi organizzativi invisibili che egli chiama “campi morfogenetici” (da morphè, forma e génesis , essere generati); tali campi sono riconosciuti da una parte della comunità scientifica con i termini di noosfera”, “mente estesa” o campi di informazione. Questi campi sono conosciuti anche con altre definizioni come: Matrix, Cronaca di Akasha, Anima Mundi, Anima collettiva o Inconscio collettivo (C.G. Jung):
La realtà prima è lo spazio in quanto monumentale, originale fondamentale campo di in-formazione e di energia: e noi ne facciamo parte. Siamo una variazione al suo interno, strutture sovrapposte in questo campo. Tutta la vita lo è. Tutto il cosmo lo è. Siamo parte di un ologramma, un ologramma della biosfera e attraverso questo ologramma comunichiamo. Ed è accessibile. (E. Laslo, Notiziario della Buona Volontà Mondiale, giugno 2006)
Esiste pertanto un’unità fondamentale tra l’uomo e l’Universo e una Coscienza-energia che agisce nel Tutto (cfr. anche Peter Russell, Il risveglio della mente globale): l’universo è un intero in cui tutte le parti sono collegate tra di loro:
Il mondo è un tessuto i cui fili sono costituiti dall’etere; noi vi siamo tessuti con tutte le creature. Ogni cosa sensibile proviene dall’etere, che contiene tutto; ogni cosa è etere cristallizzato. Il mondo è un immenso tappeto; noi possediamo il mondo intero in ogni respiro poiché respiriamo l’etere in cui ogni cosa è costituita, e poiché “siamo” l’etere. (Frithjof Schuon, Comprendere l’Islam)
Bianca Varelli
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