Spiritualità del Mondo
Massoneria teosofica. Simbolismo, Sacralità, Esoterismo, Reminiscenza, Profanità.
di Vincenzo Tartaglia indice articoli
L'arcobaleno, autobiografia della Terra. Il misterioso Sette
- Ottobre 2016
Nei colori dell’arcobaleno dobbiamo vedere le sette rivelazioni dello Spirito: i gradini, attraverso i quali il divino scende negli uomini e l’umano ascende agli dèi. Ciascun colore ha la sua specifica proprietà di assorbire la luce; analogamente ogni uomo, secondo lo stato di coscienza che gli è proprio, ha la capacità di accogliere la divinità, l’elemento divino, e di elevarsi immaterialmente (in propizi momenti) oltre le condizioni terrene. Dobbiamo vedere l’individuo completo come un settenario, un essere-arcobaleno formato da 7 princìpi: siamo entità umane e divine insieme, capaci di vivere tra Cielo e Terra.
Il colore a cui si addice pienamente tale condizione duale è il verde, che infatti è collocato nella parte centrale dei 7 colori: possiamo definire il verde, il colore per eccellenza “animico” poiché, similmente all’anima, è tra l’alto e il basso, il mondo superiore e quello inferiore, tra la sfera spirituale e quella fisica. L’anima e il verde hanno per così dire una doppia esistenza: sono immanenti e trascendenti. La parte superiore, che trascende le condizioni terrene, tende ad illuminarsi e a tornare al Cielo; pertanto ha relazione con l’uomo immortale (Ego), con l’Ercole divino che attraverso le fatiche supera la “terrosità” della sua umana natura. Invece la parte inferiore, che subisce le leggi terrene, tende ad oscurarsi ed a scendere: ha relazione con l’uomo mortale (il signor Tizio…il signor “tal dei tali”).
Tra l’ultravioletto e l’infrarosso, è immaginabile e intuibile la divina condizione che rimane sempre sopra di noi: è la Trascendenza irraggiungibile; sono gli infiniti mondi occulti che dopo ogni ciclo si rimescolano, anzi si “riabbracciano” per ricomporre l’UNO: dico la MADRE NOTTE che volta a volta riprende nel Grembo infinito tutto ciò a cui ha dato la Vita. Sicché l’aspetto più reale, più perfetto e divino dell’arcobaleno è esattamente quello invisibile che sfugge alla conoscenza sensoriale-razionale: è l’aspetto al quale corrisponde, architettonicamente, l’apice invisibile della Piramide di Cheope. Questa infatti è tronca, e la sua parte (triangolo) occulta è solo intuibile ed immaginabile da individui particolari, deiformi, notevolmente creativi, audaci scrutatori e visitatori del Buio, prodigiosi interpreti dell’Incomprensibile.
…la base di una piramide è per tutti; le pareti sono per gli eletti; l’apice è per gli Iniziati, che hanno raggiunto la Conoscenza del Sé Superiore… Ma l’apice invisibile è per chi cerca l’AMORE, oltre la Conoscenza: è la NOTTE dopo ciascun Giorno; la TENEBRA che riassorbe via via la Luce.
Se il nostro Pianeta ospitante non parla e non scrive e non comunica alla maniera umana, non significa che a noi, suoi figli secondo la carne, vuole tener celate la storia e l’evoluzione che lo riguardano. Esso anzi mostra il suo carattere e persino i momentanei umori tramite le innumerevoli e molto variabili espressioni del mondo minerale, del vegetale, dell’animale e dell’umano. Tramite l’arcobaleno, la Terra ammonisce l’uomo:
“ Non potrai conoscere il mio passato e la mia natura, finché il mio linguaggio sarà a te incomprensibile: dovrai impossessarti delle 7 Chiavi della Conoscenza, ognuna girante in un senso e in quello opposto! Seguendo un senso ti avvicinerai alla Verità, alla Luce spirituale, al Cielo; seguendo l’altro senso, incontrerai illusioni e materialità… Una progressiva purificazione ti sarà necessaria, ed a tale scopo dovrai più volte tornare sulla Terra. Qui, è il tuo divino istruttore e purificatore: la sofferenza.”
I colori sintetizzano gli splendori della Creazione, da una parte; dall’altra evocano la natura divina dell’uomo, il quale, avendo in se stesso il Bello, grazie alle forze dell’affinità lo cerca sia tra le meraviglie terrene che ultraterrene. Attraverso i nostri sensi l’arcobaleno arriva alle anime, poiché il suo reale destinatario non è l’uomo visibile, in carne ed ossa, bensì l’entità incorporea plasmata divinamente. Dunque nell’apparire e scomparire dell’arcobaleno è ravvisabile il desiderio dello SPIRITO di manifestare ciclicamente il suo Splendore, e l’amore per gli uomini: privata del Bello e della meraviglia, della Trascendenza, dell’immaginazione e della capacità di sognare, l’anima abbrutisce e diventa simile ad un volatile che perde le ali…
L’arcobaleno risveglia l’anima; accende il fuoco della meraviglia e dell’amore, negli uomini: ciò affinché possano avanzare più sicuramente sul cammino della purificazione, della divinizzazione e dell’immortalità. Essendo un moto interiore dell’anima, la meraviglia è infatti cosa divina e divinizzante. Possiamo pertanto affermare che l’arcobaleno mette alla prova gli uomini: coloro che sono toccati dalla bellezza dei suoi colori, mostrano riconoscenza e fedeltà al Creatore; alimentano nelle loro anime il desiderio d’incontrarLo.
Ammirando l’arcobaleno, l’uomo spirituale rivive intimamente le condizioni del “Principio”. In quelle condizioni, l’Artefice Universale si manifestò immaterialmente come Suono e Luce (Colori) allo Spirito assonnato di Adamo affinché, seppure incoscientemente, provasse amore per la Creazione. Immaginiamo le parole silenziose del Creatore, al primo uomo:
“…Tramite colori e suoni stipulo un patto: non mi nasconderò a te per tutto il tempo in cui il Bello, non il solo pane, sarà il tuo nutrimento…”
L’arcobaleno riaccende nell’anima la reminiscenza delle sette condizioni di vita che l’uomo, al pari della Terra, ha dovuto attraversare: dalla più antica alla più vicina; dalla più spirituale e divina, alla più materiale. Considerati nell’insieme, nella coessenzialità che li unisce, i 7 colori esprimono armonia e pace e fratellanza; ci ammoniscono sulla necessità di simile armonia. In tal senso l’arcobaleno è assimilabile ad una famiglia di 7 fratelli, ognuno guidato da una determinata intelligenza ed illuminato da uno stato particolare di coscienza: ciascun fratello è necessario, in quanto portatore di esperienze e conoscenze acquisite personalmente, tribolando e faticando tanto.
Che un individuo si allontani o venga allontanato dal contesto sociale, è quindi cosa innaturale: immaginiamo un colore che sotto i nostri occhi, d’un tratto, si stacca dall’arcobaleno e si oscura! E chi fra noi invidia la sorte del biblico Giuseppe, venduto dai fratelli…? I 7 colori che si manifestano uniti, nel Cielo, sono di certo un incoraggiamento per coloro che sperano nell’armonia tra razze, popoli, culture, religioni. Tuttavia, così affratellati e sospesi come sono, questi stessi colori pure sollecitano gli uomini a guardare oltre le cose materiali, che ci dividono e ci trattengono sulla Terra. La fratellanza è invero una conquista graduale dell’anima umana, ed è un premio alla sua audacia e all’umiltà: è una condizione elevata, leggera, celeste, ariosa; è cosa divina, più che umana; non cammina e non saltella, ma vola…
Chi dunque pratica l’altruistico amore e sostiene l’unione pacifica, è come se dicesse:
“Ammirate l’arcobaleno! La sua armonia sia gioia e vita, per voi: fate che i suoi colori risplendano nei vostri cuori! Creare divisioni e differenziazioni, caos e odio in noi e tutt’intorno, è come soffermarsi su un colore trascurando gli altri…”
Poiché la Terra è in funzione dell’uomo, pure con l’uomo evolve. Dunque i 7 colori raccontano e rivelano le condizioni materiali, animiche e spirituali attraverso le quali la Terra e l’uomo sono passati e dovranno ancora passare perché un Ciclo si concluda, nell’attesa che un ulteriore Ciclo ancor più spirituale abbia inizio.
Purificando gli stati di coscienza arriviamo alla conoscenza non soltanto della Terra astronomica che appare, ma anche dei suoi 6 “fratelli” invisibili, animici e spirituali, che non si mostrano materialmente e non possiamo conoscere per mezzo dei sensi e del raziocinio. Diversamente detto: tramite la coscienza ordinaria è impossibile percepire la componente spirituale-animica della Terra, dell’uomo, dell’arcobaleno e di ogni altra cosa tangibile.
Un colore visibile può perdere oppure accrescere la sua vividezza, la vitalità: esso appartiene alla sfera del divenire, delle mutazioni, della dualità, della vita-morte; dunque rientra nel mondo delle illusioni. Sicché il vero Arcobaleno incorporeo, appartenente all’Eternità, non è nei cieli. Esso è sempre esistito; mai cesserà di esistere; mai sarà inesistente: è quello invisibile che vive nella realtà dello Spirito, e si mostra a chi ha sviluppato la divina proprietà di leggere ed intendere le infinite pagine del MISTERO, scrutando nell’immaterialità del BUIO. Qui è lo SPIRITO: l’ottavo COLORE inguardabile; il PADRE imparziale di tutti i colori.
In qual modo lo Spirito umano, che chiamiamo Ego, vede dunque l’arcobaleno nel cielo? In verità, non lo vede affatto: l’incorporeo sfugge agli occhi fisici; il corporeo, o lo spazio oggettivo esterno, è inesistente per lo Spirito. Al posto dell’arcobaleno nello spazio, l’Ego vive interiormente, grazie alla sua divina essenza, la Verità e l’Armonia e la Beatitudine, le quali hanno il colore dell’AMORE: tutti i colori e nessuno! In effetti l’Arcobaleno vero e spirituale non ha colori; è Calore: è l’Invisibile, Onniforme ed Onnipresente FUOCO che brucia nella DURATA senza consumarsi…
Vincenzo Tartaglia
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