Spiritualità del Mondo
Massoneria teosofica. Simbolismo, Sacralità, Esoterismo, Reminiscenza, Profanità.
di Vincenzo Tartaglia indice articoli
Accogliere la Luce massonica attraverso progressivi stati di coscienza
- Ottobre 2017
Usiamo ripetere che il Lavoro massonico “non finisce mai!”. Come smentendo se stessi, troppi Fratelli, frenati dallo scetticismo e dal materialismo, si ostinano poi nella conoscenza della Massoneria storica, limitata nel tempo e nello spazio. Essi in effetti negano la possibilità di una vita ultraterrena, dunque non concepiscono una coscienza diversa da quella che assiste un individuo durante le ore di veglia; altresì vedono la loro Istituzione molto simile a tante altre che, sorte sul nostro pianeta per umana volontà, sono pure quaggiù destinate ad estinguersi.
A causa della loro limitata visione dell’esistenza, quei Fratelli, poco affini alla Luce ritualmente richiesta nella Cerimonia di Entrata, non riescono a cogliere il fulcro del pensiero massonico: l’aspetto spirituale ed invisibile della Luce e del Fuoco, ossia l’Illimitatezza e la Trascendenza. In altri termini il Fratello, il cui Spirito è ancora dormente nell’Eternità e non ancora si attiva in lui, si ritrova nell’incapacità di capire il senso nascosto di questa espressione: la Costruzione massonica è senza inizio e senza fine, dunque è illimitatamente perfettibile. Significa che il Lavoro iniziatico non può esaurirsi sulla Terra.
Il riconoscere l’illimitatezza della Costruzione coincide con l’ammettere nell’uomo, costruttore per naturale disposizione, un “ciò” che sia esso stesso illimitato, e di cui però il materialista Fratello nega l’esistenza e non avverte intimamente la presenza: quel ciò, è la sovrasensibile entità spirituale-animica (Ego). Poiché questa vive nell’Eternità, oltre i tempi e gli spazi scientificamente concepibili, non è esperibile attraverso lo stato di coscienza che ci accompagna dal risveglio fino al cadere nel sonno (quando l’anima entra e vive nella sfera astrale, affine alla sua natura).
Se quindi un Fratello è incapace di sviluppare uno stato di coscienza superiore a quello che assiste ordinariamente i comuni individui, di certo non può stabilire contatti con il mondo sovrasensibile (sopra di noi e intorno a noi) e dovrà perciò negarne la realtà. A chi invece (elevando il livello di Conoscenza e superando la coscienza ordinaria) ad esso si avvicina, questo mondo appare tanto reale quanto lo è l’universo sensibile per coloro che lo percepiscono sensorialmente e lo spiegano razionalmente.
Il fatto che i Lavori massonici vengono svolti in 3 distinte Camere principali (Maestro, Compagno, Apprendista), indica che la Costruzione iniziatica necessita di 3 principali livelli di Conoscenza, ognuno confacente (… così dovrebbe essere) al Grado gerarchico del Fratello, quindi allo stato di coscienza al quale egli si è elevato lavorando su se stesso. Esprimendomi metaforicamente e prendendo a riferimento la figura piramidale, dico che gli individui vivono prevalentemente sotto la base della simbolica Piramide: precisamente nell’oscura parte inferiore che, direttamente a contatto con il sottosuolo, rimane per così dire fuori dalla Piramide.
Tale condizione si confà all’uomo comune, assistito dalla coscienza più bassa e meno illuminata. Egli è tenebroso nell’anima, e indifferente alla Luce: essendo ancora inadatto all’Iniziazione dovrà attendere, vivendo intanto nella pancia del volgo…
Essere accolto nell’Istituzione è dunque assimilabile alla condizione di chi, come ribaltandosi, passa dalla base inferiore (esterna ed oscura) della Piramide alla base superiore, interna, sulla quale la Luce riflette fiocamente i suoi raggi adattandosi alle limitatissime capacità ricettive del neofita, nel nostro caso l’Apprendista Libero Muratore. E’ la condizione che dà, a questo Fratello, la possibilità di ascendere alla Luce attraverso la conoscenza della Scienza Muratoria ed elevando gli stati di coscienza.
Il Lavoro iniziatico rafforza non l’io terreno che agisce egoisticamente e platealmente, bensì l’Ego, l’eterna entità spirituale che opera per il collettivo bene evitando, possibilmente, il clamore e la visibilità. Sicché l’autentico Libero Muratore si distingue invisibilmente, poiché invisibile è lo Spirito e invisibili sono parimenti gli atti spirituali! Corporalmente l’illuminato Massone non si isola affatto dalla comunità, pur appartenendo spiritualmente ad un altro mondo: essendo all’interno della Piramide luminosa, si differenzia tuttavia dai comuni e pur rispettabilissimi cittadini che vivono nella base inferiore di essa, ammassati nell’oscuro sottosuolo.
Idealmente collocato sulla base piramidale interna, che riceve la Luce, l’Apprendista appartiene invece ad una realtà “chiusa” (recintata), riservata a individualità particolari, elette. Quel Fratello dovrà pertanto meritare tale privilegio, e la fiducia concessagli: dovrà mostrare umiltà, perseveranza nel Lavoro, autocontrollo, entusiasmo non plateale, capacità di limare i propri convincimenti e di sbollire gli intimi sentimenti, e molto altro ancora…
Il Compagno d’Arte vive non alla base interna, ma nelle pareti interne della Piramide ideale: comincia a sognare l’apice, la Luce, il vero Sole; la sua coscienza è in grado di produrre immagini, simboli, desideri via via più definiti, non prettamente materiali ma adeguati a chi si è appena elevato sulle cose terrene ed ha assunto una certa volatilità nell’anima. In verità il Compagno vive una condizione oltremodo instabile, difficile da controllare: è costretto a combattere contro le oscure forze avverse sprigionate dall’elemento terra, tutt’uno con la base piramidale inferiore!
Sicché nel Compagno è da vedere l’espressione dell’anima che, una volta incarnata, si espone e deve resistere alle continue tentazioni del corpo e delle forze fisiche in genere. Il sognare e l’immaginare sono il suo sostegno, magari la salvezza. I sogni e le immagini non sono tuttavia quelli che disordinatamente irrompono in noi dall’esterno, confondendoci e turbandoci: debbono invece affiorare dalla Saggezza acquisita tramite l’Iniziazione, quindi dalla coscienza che viene progressivamente accesa lungo il cammino.
Il Maestro Libero Muratore è l’Adepto che vive sulla parte elevata delle pareti piramidali; necessita di una coscienza spirituale, creativa, capace di produrre non soltanto cose ma anche esseri, e di manifestarli nello spazio. Egli è infatti, nello Spirito, l’immagine del Grande Architetto, dunque come Lui ha attitudine a creare.
Il Venerabile vive sulla punta piramidale: necessita della coscienza sintetica, unificata, totalizzante, oltremodo chiara.
Il Maestro delle Cerimonie “è” invisibilmente nella NOTTE. Questa precede il Giorno (Fiat Lux): ossia il manifestarsi del Grande Architetto. Si avvale della Coscienza cosmica che accompagna la contemplazione dell’Essere Supremo. La Conoscenza del Maestro delle Cerimonie va oltre la Conoscenza Esoterica trasmissibile (Compasso che si apre dall’alto), e il suo Regno ha similitudine con il Sacro Triangolo oscuro idealmente immaginabile al di sopra della Piramide tronca.
Sono lontani dalla Scienza Muratoria i Fratelli che fanno riferimenti alla Costruzione illimitata pur negando l’anima, lo Spirito e l’oltretomba, ossia la trascendenza a cui allude il “+” massonico. Oltre la Camera di Apprendista è infatti quella di Compagno che precede la Camera di Maestro, al di sopra della quale è la NOTTE sempre oscura, mai totalmente conoscibile. Significa che oltre la vita terrena (Camera di Apprendista), che si addice all’uomo corporeo, è la vita adatta alle anime (Compagni); e che oltre questa è la sfera degli Spiriti (Maestri), sovrastata dall’ILLIMITATO, il divino SPIRITO (Maestro delle Cerimonie).
Già l’elevazione dalla Camera di Apprendista alla Camera di Compagno configura il passaggio da questa esistenza terrena (che richiede la coscienza di veglia) a quella impalpabile, la quale si confà a stati di coscienza decisamente più affini al sogno che alla veglia. Ciò dice che la via che conduce ai Misteri inizia lasciando il mondo oggettivo dell’evidenza, per quello soggettivo dell’immaginazione e del desiderio: è un temporaneo passaggio attraverso il regno della Penombra. E’ infatti impossibile saltare, direttamente, dal buio dell’ignoranza alla Luce della Conoscenza teosofica: è necessario che il Fratello attraversi il nebuloso mondo intermedio, quello del dubbio che lo preparerà alla Verità, alla Luce che acceca e al Fuoco che brucia chi preparato non è.
La coscienza è dunque simile ad un individuo dubbioso… sospettoso… intimidito…; essa avanza a passi lenti e controllati, come si addice a chi è appena avviato sul cammino dell’Iniziazione. In verità l’avvicinamento alla Luce massonica non è assimilabile al “camminare” naturale che tiene l’uomo in contatto con la Terra e con le cose terrene, impermanenti, le quali ostacolano l’accesso all’immortalità, fine ultimo dell’Iniziazione. Se questa richiede lo sgrezzamento e l’alleggerimento di tutto ciò che nell’uomo è corporeo, “terroso” e pesante, significa che c’è una fase in cui, dopo aver lungamente camminato a testa in giù per osservare e conoscere le cose materiali necessarie al corpo, l’iniziando deve sollevare lo sguardo al Cielo e involarsi verso la Teosofia, nutrimento spirituale degli dèi.
La Conoscenza teosofica è dunque uno spiccare il volo verso gli Immortali, in un spazio soggettivo, secondo tempi parimenti soggettivi.
Acquisire la capacità di non subire la rigidità del tempo, ma di crearlo a propria immagine, esige l’elevazione della coscienza: se questa venisse meno, l’iniziando perderebbe la fertile immaginazione produttrice di immagini e sogni significativi, e precipiterebbe nella pessima condizione di chi disordinatamente dà sfogo alla sua fantasia…
Dico che il volo del sognatore incosciente assomiglia al maldestro e ridicolo stato dell’ubriaco, che barcolla invece di camminare!
Ovviamente il neofita continua per un certo periodo a “camminare”, ad inseguire le cose terrene alle quali si sente ancora legato e da cui vorrebbe, almeno a parole, allontanarsi. Tuttavia sarebbe per lui meglio se camminasse sempre meno, dato che la sua meta è il Cielo. Occorre osservare che l’iniziando dotato, pur continuando a vivere nel mondo materiale ed evolvendo con esso, ad un certo momento comincia a percepirlo diversamente: lo vede dall’alto, in maniera “ariosa”, tanto spiritualizzato quanto egli stesso lo è; ne coglie il lato misterioso, che fino allora aveva soltanto potuto in certi momenti immaginare e sognare.
Quel Fratello dotato inizia a capire che per avvicinarsi alla Luce dovrà imparare a guardare la Terra con una coscienza più elevata e raffinata; si rende conto che il suo passaggio quaggiù è non più di un momento, un lampo che si spegne immediatamente dopo essersi acceso. L’umana esistenza è in effetti un susseguirsi di lampi ancora più brevi, e sono gli stati di coscienza che accompagnano la nostra esperienza conoscitiva, senza fine: la Costruzione massonica, che ha la base sulla Terra, si slancia infatti nel Cielo infinito.
Possiamo affermare che l’uomo corporeo, “viandate” sulla Terra, in quanto entità incorporea è un “angelo” per il resto della DURATA.
L’iniziando deve liberarsi, come di un abito vecchio, della coscienza che assiste la ragione quando si attiva nella conoscenza delle cose terrene. Il Libero Muratore che non conquista tale libertà si confonderà tra i comuni cittadini, quale che sia il Grado da lui conseguito:
ha “bussato” e gli hanno aperto…; ha “provato” ed è stato accolto…; ha mosso qualche passo, ed è tornato indietro…
Il termine più appropriato per descrivere l’aspirazione dell’uomo alle cose celesti, e il conseguimento di esse, è “Iniziazione”: negli eletti, questo termine accende l’immagine della verticalità, del ritorno dell’anima all’Inizio, al Principio, al Cielo, al Sole produttore di Luce e Fuoco. Non passo dopo passo siamo dunque condotti alla Scienza Muratoria, ma volo dopo volo, dato che questa divina Scienza è per sua natura affine all’aria: passare dal camminare al volare, dal constatare all’immaginare, significa elevare lo stato di coscienza. E siccome la Costruzione massonica è illimitata, parimenti gli stati di coscienza dei costruttori lo sono: il costruire incoscientemente genera disordine; l’incoscienza e il disordine non sono però ammessi nel Tempio, poiché non rientrano nel pensiero massonico.
Gli stati di coscienza sono invero più numerosi delle stelle, nel firmamento! Queste però fanno parte della quantità e del tempo, pertanto sono numerabili. Al contrario, le variazioni della coscienza non riguardano la corporeità bensì l’anima; soprattutto lo spirito (Ego), potenzialmente infinito similmente allo Spirito del Grande Architetto (Luce-Fuoco), del quale è un “raggio” ed una “fiamma”: il raggio porta la Sapienza, la fiamma invece l’Amore.
Lo SPIRITO assume tutte le forme possibili ed è in ogni condizione di vita, in alto come in basso. Presiede a qualsiasi nostro movimento e cambiamento: il nostro parlare, per esempio, è un momento dello spirito umano. Non è la bocca che crea le parole e decide di proferirle, ma soltanto le concretizza per conto dello spirito pensante; similmente non è l’orecchio, che ascolta e decide di ascoltare. Lo SPIRITO prende la forma del pensiero e del desiderio, e trasmette a questi la capacità di mutare. Sicché pensando a qualcosa o desiderando qualcosa, l’uomo si trasforma interiormente; la sua stessa coscienza ondeggia con queste mutazioni continue: essa è suscettibile di tali e così numerosi cambiamenti, che sarebbe impossibile seguirli e definirli appropriatamente!
Per quanto possa sembrare regolata, scientificamente spiegabile, enunciabile, descrivibile, in verità la vita scorrevole è come immersa nelle nebbie e assomiglia piuttosto ad un sogno disordinato, pauroso e lontano dal Vero! L’Iniziazione porta ordine nei sogni, e per loro tramite anzi avvicina gli iniziandi alla vera Luce, alla Beatitudine concessa a chi ha sviluppato la divina Coscienza che armonizza i contrasti ed unifica ogni cosa.
Se l’unica coscienza fosse quella adatta a vivere sulla Terra, allora la Costruzione massonica finirebbe durante questa esistenza, che in ogni momento mostra infatti l’illusorietà e il triste deperimento di esseri e cose! Sennonché, preposti alla ricerca del Vero e dell’Eterno, dobbiamo pur supporre nell’uomo una facoltà inesauribile atta a produrre “mattoni” duraturi, utili per la Costruzione sulla Terra; sulla Luna; sul Sole splendente; sul SOLE infinitamente oscuro. E’ anche giusto affermare che, nell’ascesa iniziatica, l’anima deve diventare “argentata” come la Luna, “dorata” come il Sole, infine nera come il SOLE: tramite la coscienza lunare l’iniziando sogna, immagina, costruisce desideri; tramite la coscienza solare realizza sogni e desideri, e concretizza le immagini.
… imploso il Sole ed oscuratosi, l’Uomo-Spirito si ritrova nella NOTTE: è “bendato” come lo fu sulla Terra; è immerso nella Coscienza cosmica; è ancora ignorante, al pari del neonato sulla Terra…
L’Iniziato ha acquisito la facoltà di sognare quando vuole, o meglio quando lo ritiene necessario per il suo benessere spirituale e per il bene della comunità: egli riesce a controllare i suoi sogni. Poiché l’anima, per natura sognatrice, si rigenera proprio sognando, s’impone al Maestro Libero Muratore di educarla. Ciò sarebbe possibile, se questo Fratello trasformasse il sognare in Arte e Scienza divine: se l’anima fosse lasciata al suo naturale sognare, darebbe infatti sfogo ad ogni desiderio, persino a quelli più riprovevoli!
E’ dunque l’anima (Compagno), l’iniziando entro di noi: è essa che spinge un individuo ad entrare nell’Istituzione massonica, per imparare a sognare saggiamente e realizzare i sogni: l’Istruttore dell’anima è lo Spirito (Maestro Libero Muratore).
Ai fini della sua realizzazione iniziatica, il Fratello deve mostrare la giusta disposizione a ricevere anzitutto l’Acqua: è una “prova” che deve superare solo ritualmente, ormai…. Il superamento di questa prova attesta la capacità dell’iniziando di passare dalla coscienza ordinaria, della quale necessitiamo sulla terraferma, ad un livello superiore di coscienza: infatti l’acqua è più sfuggente e meno controllabile, rispetto all’elemento terra. In effetti la coscienza ci rende liberi e forti, per cui, se non ci assiste in ogni momento, diveniamo schiavi degli elementi con i quali conviviamo: dobbiamo allora raccogliere le forze per dominare l’acqua, l’aria, il fuoco.
Se non saremo dominatori degli elementi, finiremo con l’essere schiavi della loro furia cieca (apparentemente).
Percorrendo il cammino iniziatico l’uomo sviluppa la potenza spirituale che gli permette di asservire appunto le terribili forze elementari, tanto furiose che non risparmiano nessuna creatura. Quanto più avanziamo dunque nella conoscenza e sviluppiamo la coscienza, tanto più possibilità abbiamo di vincere quelle forze: la coscienza protegge ed ammaestra gli esseri senzienti.
Anche agli animali dobbiamo riconoscere la capacità di apprendere e sviluppare la coscienza, per difendersi dagli elementi e poter sopravvivere evitando le sofferenze (alle quali sono tutt’altro che insensibili).
Quando un cane annusa qualcosa, non si avvale forse di qualità acquisite e perfezionate nel tempo? E mostrando timore e sofferenza, o gioia e piacere, non rivela la sua spiritualità e con questa la capacità di “memorizzare” le sensazioni, e di selezionarle al fine di evitare le spiacevoli? Deve pur esserci una facoltà che, ancora inattiva nelle pietre ed appena albeggiante nei fiori, è attiva negli animali e permette loro di scegliere la compagnia che li aiuti a vivere più felicemente: l’attitudine a scegliere, manifesta la capacità della conoscenza e della coscienza di operare unitamente. Tale collaborazione arricchisce, fortifica e stabilizza l’uomo, attutendo in lui il sentimento tiranno della paura: in effetti non temiamo lo sparire del sole, nella consapevolezza che ci sarà un’alba…
Se non riconosciamo ai simboli massonici la funzione di custodire, e rivelare all’eletto i misteri riguardanti l’uomo; se altresì neghiamo all’uomo la capacità di perfezionare gli stati di coscienza, per quale motivo continuiamo a parlare di Lavoro illimitato, di “cammino” senza fine, d’infinita perfettibilità dell’individuo, di Costruzione infinita? Anzi, perché invece di tacere straparliamo, rischiando di confondere coloro che più di noi sono versati nell’ascolto?
Vincenzo Tartaglia
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