Riflessioni sul Senso della Vita
di Ivo Nardi
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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Paolo Bancale
Gennaio 2013
Paolo Bancale a diciassette anni termina il liceo classico e frequenta per quattro anni l’Accademia Aeronautica uscendone ufficiale pilota da caccia. Dopo alcuni anni per impegni universitari passa alla LAI-Alitalia, dove a ventisei anni diventa comandante di quadrimotore. Ha frequentato a Roma le facoltà di ingegneria, economia, giurisprudenza e filosofie dell’India e dell’Estremo Oriente. Ha tenuto lezioni presso le università di Roma e di Trieste. In campo aeronautico ha creato e diretto due compagnie aeree: la Aerolinee Itavia e la Aertirrena, è stato titolare di uno studio di consulenza aeronautica internazionale e per oltre tre decenni ha fatto cultura con dieci riviste da lui create e dirette, e oltre cento dibattiti internazionali. Ha fondato la Religions Free - Fondazione Culturale per la NonCredenza: www.religionsfree.org
Dal 2011 cura su Riflessioni.it la rubrica "Religioni? Il mondo di NonCredo".
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?
Un mare di lacrime caldissime che prorompono da un insieme di stomaco-mente-cuore che ti parla e ti dice :”Piangi, evviva! la persona che tu ami è salva, vai, abbracciala e amala ancora, è andata bene.”
2) Cos’è per lei l’amore?
Il collante, il cemento dei miei sentimenti e dei miei pensieri che me li rende all’altezza di viverli.
3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?
A parte quella fisica, ovvia, derivante per esempio da un tumore o da una frattura, il resto, il dolore esistenziale, psichico, del sentimento, viene, come lo ha stupendamente intuito Siddharta il Buddha, dal nostro “attaccamento” a ciò che già ben sappiamo essere “impermanente”, cioè non eterno ed a cui attaccarsi significa fatalmente prima o poi soffrire.
4) Cos’è per lei la morte?
La vita non è una cosa ma un processo che ha, per definizione, per costruzione e inevitabilmente, un inizio e una fine: quest’ultima noi la chiamiamo morte.
5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?
Qui le risposte possono essere un miliardo: ognuno ha, o può avere, o ha il diritto di avere la sua, di tentare il proprio percorso , ed anche, ovviamente, di cambiarlo in itinere.
6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?
Progetto? E’una parola grossa che implica filosofia, escatologia, epistemologia. Per quanto mi riguarda io non ho un progetto ma solo una vita da vivere soffrendo il minimo e amando il massimo.
7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?
Non sono affatto un ammiratore di Ayn Rand, però ho visitato l’impervia isola, sperduta nell’oceano pacifico cileno, dove Robinson Crusoe visse volontariamente da solo oltre quattro anni ed ha potuto anche esservi felice, e in più pensiamo ai tanti eremiti, anacoreti, mistici, artisti e intellettuali che cercano la solitudine, la perseguono e ne sono felici: perché allora dire che la nostra vita non avrebbe scopo senza la presenza degli altri? Qui riscomodiamo la parola “progetto” della domanda n° 6. (Che poi sul pianeta siamo una moltitudine è cosa scontata).
8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?
Ce lo ha detto Confucio e ce lo ha adombrato il Buddha, entrambi 2500 anni fa: “non fare ad altri ciò che non vorresti che fosse fatto a te”.
9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?
L’amore e la ragione.
10) Qual è per lei il senso della vita?
Amare, e amare è dare: più si trascende il proprio io e più ci si proietta verso gli altri, più la vita scorre bene come su una strada senza scalini.
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