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Riflessioni sul Senso della Vita

Riflessioni sul Senso della Vita

di Ivo Nardi

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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Gabriele Mandel Khan

Agosto 2009

 

Gabriele Mandel Khan (Bologna, 1924), docente universitario, scrittore, pittore, psicologo. Corsi di Laurea in linguistica, lettere classiche, psicologia, medicina e chirurgia; tre specializzazioni, dottorato di ricerca in archeologia. Diploma di violino e specializzazione di flauto. Laurea Honoris Causa dell'Università Statale di Konya (Turchia), che successivamente ha dedicato al suo nome la Biblioteca della Facoltà di Lettere. Membro fondatore e membro del Consiglio direttivo dell'Università internazionale islamica Averroes di Córdoba (Spagna); già docente di entipologia alla Facoltà di Architettura di Torino; già docente di Storia dell'Arte e direttore dell'Istituto di Discipline artistiche all'Università IULM di Milano; è direttore della Facoltà di Psicologia all'Università Europea del Lavoro di Bruxelles (Belgio) è vicario generale per l’Italia della Confraternita Sufi Jerrahi-Halveti www.gabrielemandel.net
[NdA] Gabriele Mandel Khan scompare a Milano il 1 luglio 2010.

 

1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?

La felicità è un sentito episodico, determinato da una circostanza esterna all’individuo che lo prova, e perciò avvertito dal “carattere”. La felicità pertanto, essendo un fatto episodico determinato da una circostanza esterna all’individuo, è un sentimento positivo transitorio. Di ben altra importanza invece, e ben più desiderabile, è la serenità, determinata da una evoluzione dell’essere e dal raggiungimento di una consapevolezza globale, pertanto avvertita dalla “personalità”. Quindi vivo le varie “felicità” come circostanze transitorie ma tendo alla serenità il cui stato, una volta raggiunto, è eterno.

 

2) Professor Mandel cos’è per lei l’amore?

Per intenderci occorrerebbe anzitutto determinare i giusti valori di quei simboli che usiamo per dialogare: le parole. Inizierò quindi col dire che tutti gli esseri umani nascono per vivere sentimenti legittimi (i quali attengono alla realtà del mondo fenomenico): rabbia, amore, allegria, affetto e spontaneità, relazione sessuale, ambizione, tristezza, paura. A causa di un sistema di ricatto, agito dall’esterno sull’individuo nella sua giovanissima età, questi sentimenti legittimi si trasformano nei rispettivi sentimenti illegittimi (che non attengono alla realtà del mondo fenomenico): rovello, rancore, falsa allegria, indifferenza e noia, impotenza o frigidità, presunzione, depressione, fobia.
Quanto all’amore, sentimento legittimo, esso viene spiegato a seconda di varie valenze e varie teorie: 1) pulsione di secondo livello per il mantenimento della specie (la pulsione sessuale); 2) attrazione di componenti chimiche il cui insieme varia da individuo a individuo (in questo caso l’amore dura un massimo di otto mesi e lascia poi posto all’affetto, che è un sentimento più individualmente inconscio e quindi più forte); 3) coronamento di un ideale inseguito per ristabilire una situazione affettiva infantile (di unione, di famiglia, di protezione materna, eccetera). – Questo solo per iniziare a parlarne; poiché le tre grandi pulsioni dell’inconscio a terzo  livello (Arte, Fede, Civismo) possono trovare loro espressione e manifestazione anche attraverso l’amore (accade ai poeti).

 

3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?

Viviamo nel mondo fenomenico. Dio ha, per l’Islàm, 99 attributi, o Nomi. Uno di questi è “il Creatore”. Solo Dio crea, un artista trasforma e nulla più. Per intenderlo con i limitati sensi umani, diciamo che Dio crea con l’azione e con il pensiero. Con l’azione crea l’energia, che non è materia (un atomo è “quanta” di energia, ma non è materia); e con il pensiero coordina l’energia in modo che ne escano gli elementi (la tavola di Mendeleiev: un positivo e un negativo, due positivi e due negativi, tre positivi e tre negativi..... otto positivi e otto negativi, e abbiamo elio, litio ossigeno.. idrogeno) e le materie costituite da unioni di atomi (H₂O = acqua). Così, noi stessi e il mondo fenomenico in cui viviamo è tutto fatto di energia, ossia di positivo e negativo, quindi tutto è positivo e negativo: bene e male, giorno e notte, salute e malattia, vita e morte, dolore e gioia... e così via.
D’altro canto il dolore è un male necessario. Se una appendice infiammata non mi facesse male, non mi farei operare e degenererebbe in peritonite portandomi alla morte. Sta a noi capire questo esemplare campanello d'allarme. D'altronde il vero male è l'ignoranza, poiché in definitiva noi "siamo" ciò che abbiamo imparato ad essere. D'altronde, come ho detto prima,  lo stato da raggiungere "imparando" è la serenità.

 

4) Cos’è per lei la morte?

La conclusione della vita terrena, il momento in cui le quattro parti che costituiscono l’essere umano, una spirituale (anima), due materiali (psiche e corpo), ed una globale (l’ambiente), già collegate in un tutto sinergico per vivere, si scindono. La psiche, il corpo e l’ambiente (gabbia dell’anima), semplici espressioni dell’energia, rimangono indifferenziatamente nel mondo fenomenico, che è solo un vano riflesso dell’Essere, e l’anima (goccia di quell’oceano infinito che è Dio) torna, se è rimasta pura, a quell’oceano, e se si è contaminata rinasce in altro corpo per purificarsi.
Il punto è giusto questo: e dopo la morte, quale è il destino dell’anima?. Secondo me, essa non può tornare nell’Oceano infinito che è Dio se si è inquinata, poiché quell’Oceano infinito è puro. Deve disinquinarsi, pagare il male compiuto durante la vita, e quindi rinascere ancora per purificarsi, scontare, pentirsi, operare bene. Credo quindi nella reincarnazione, come d’altronde il quaranta per cento dei veri sufi; e interpretiamo alcuni passi del Corano come indicazione delle rinascite. D’altronde per il Corano il vero Paradiso è il ritorno in Dio: non esiste un luogo specifico, come appunto leggo dal Corano che definisce il Paradiso “una parabola”.

 

5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?

E’ tutto indicato in ciò che ho detto nelle risposte sopra scritte. La vita del sufi è la realizzazione più piena del Sé, la Via ottimale, completa. Così entra consapevolmente in congiunzione con Dio e realizza se stesso.

 

6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?

Tutti lo abbiamo, sì: vivere. E per che cosa si vive? Per realizzare il divino che è in noi e per adorare Dio quale nostro creatore, colui che ci mette a disposizione tutto ciò che occorre per riuscire, ma regalandoci il libero arbitrio chiede che si sia noi, liberamente, a realizzarlo. Poi egli giudicherà le nostre azioni.

 

7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?

Penso che una bottiglia da un litro può contenere solo un litro di liquido, non di più. Se è piena di acqua, potremo metterci vino tanto quanta acqua siamo disposti a buttar via. Così oggi abbiamo il computer, la televisione, il cellulare, cose che non aveva il Rinascimento. Ma il Rinascimento aveva Leonardo, Raffaello, Michelangelo, e noi non li abbiamo. Ogni periodo sulla terra è una bottiglia da un litro.

 

8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?

Oh, per riconoscerli, siamo ben in grado di riconoscerli, ma accettarli... A quanto cose dovremmo rinunciare per riconoscere e allontanarci dal male: non seguire i fuochi fatui della politica, dell’arrivismo, dell’egoismo, del potere, e la sete di denaro.... Ma quando è mezzanotte non impreco per il fatto che al buio non vedo: accendo una lampada.  
Dunque: la sofferenza nel mondo è dovuta all'ignoranza, ma quella del genere umano è dovuta anche all'egoismo, alla rapacità, alla malvagità dei potenti, e soprattutto alla devianza psichica. Una devianza che il modello sociale del periodo attuale incentiva ad oltranza, in un progresso a spirale nel quale il mondo va precipitando. Per fortuna ci sono i poeti, i mistici, gli "uomini di buona volontà"; c'è quindi un lato positivo luminoso che, come nei tempi bui del Medioevo, farà sopravvivere il Bene e ci porterà (come disse Dante) «di fuori dal pelago alla riva».

 

9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?

Prima la magia, con cui l’essere umano spiegava e realizzava tutto; dalla magia la religione (del pari); dopo la religione la filosofia (del pari); dopo la filosofia la scienza (del pari).... Ma sono creazioni umane, scaturite dalle tre pulsioni inconsce di terzo livello: Arte, Fede, Civismo; non abbracciabili nel loro assoluto e quindi di volta in volta burocratizzate nel tempo e nello spazio: l’Arte nelle varie correnti artistiche (romanico, gotico, rinascimento, arte cinese, arte islamica, ecc); La Fede burocratizzata nella varie religioni; il Civismo burocratizzato nei vari Codici (Giustinianeo, Napoleonico, Italiano attuale, Giapponese attuale, ecc). In definitiva noi siamo sulla Terra per cercare, non per trovare. Cercare è il nostro destino.

 

10) Qual è per lei il senso della vita?

Viverla! Al meglio, secondo coscienza, cercando, studiando, e poi il Senso della vita (e la sua Verità) si manifesteranno sempre più, da soli.


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