Riflessioni sul Senso della Vita
di Ivo Nardi
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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista ad Alessandro Martire
Gennaio 2012
Alessandro Martire vive e lavora a Firenze, dove collabora come docente presso l’Università degli Studi. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, svolge un master europeo in antropologia e biologia umana. Attratto dalla cultura delle popolazioni aborigene del nord America, nel 1982 visita alcune riserve del Sud Dakota, fra le quali Pine Ridge e Rosebud e instaura rapporti di fraterna amicizia con alcuni membri tribali. Iniziato ai sacri riti Lakota nel 1999 viene nominato membro onorario della Nazione Lakota Sicangu Sioux di Rosebud come riconoscimento per il lavoro giuridico, sociale e politico svolto in Italia per la difesa dei diritti delle popolazioni indigene americane. Alessandro Martire fa parte della Commissione Internazionale dell’ONU in qualità di avvocato della Nazione Lakota Sioux di Rosebud.
E' fondatore e Presidente dell’Associazione Wambli Gleska e dal gennaio 2011 curatore della rubrica: Riflessioni sui Nativi Americani su Riflessioni.it
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?
La felicità, per me, è apprezzare ogni momento della vita, in un susseguirsi di morte rinascita, apprendendo da ogni passaggio il senso della vita stessa, non esiste una morte od una vita, ma una successione di stati spirituali ognuno dei quali trova insegnamento e memoria dal precedente.
2) Professore Martire cos’è per lei l’amore?
L'amore, è donarsi per gli altri senza interesse alcuno per la continua evoluzione della creazione.
3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?
La sofferenza, è parte della vita stessa, morte e rinascita, gioia e consapevolezza di quella piccola parte dell'eternità dalla quale si deve apprendere per una continua evoluzione: la trasformazione dell'io e del nostro spirito porta inesorabilmente alla sofferenza, ma essa è esperienza ed allo stesso tempo conoscenza.
4) Cos’è per lei la morte?
Per quanto mi riguarda, avendo seguito la via spirituale dei Lakota dal 1982, per me la morte è il naturale percorso o "divenire" del mio cammino all'interno del cangleska wakan ovvero del sacro cerchio della vita e della morte. Non vi è inizio, solo un continuo divenire dove vita e morte si susseguono in una trasformazione perenne e continua.
5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?
Il tempo è il movimento dell'eternità, della quale la vita e l'uomo ne è spettatore. Può diventarne egli stesso parte attiva interagendo in ogni momento dello scorrere di questa eternità, sta a noi decidere in quale modo e con quali obbiettivi prendere parte di questo cosmico divenire, decidendo di voler lasciare traccia e memoria con le nostre azioni. Ogni uomo può divenire ciò che sogna, l'importante è sognare ...bene.
6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?
Il progetto esistenziale dipende dai nostri sogni e dalle nostre speranze, colui che smette di sognare, smette di sperare.
7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?
L'evoluzione dell'uomo dipende dall'interazione col suo genere e con le altre forme di vita, dipende dall'uomo conoscere i suoi limiti e rispettare ogni altra forma di vita al fine di una armoniosa convivenza su questa madre terra e per una evoluzione del genere umano in armonia con ogni altra forma di vita.
8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?
Buono e non buono sono due concetti che sono parte l'uno dell'altro, non esiste il bene senza il male, non esiste il buono senza il cattivo, così come esiste il giorno e la notte, il sole e la luna, l'uno è complementare all'altro, sta a noi equilibrare ogni energia e forma di interazione affinché il buono ed il positivo sia sempre in equilibrio con la parte oscura di ogni esistenza. Non esiste il male se non esiste il bene e viceversa, ma questo riequilibrio siamo noi a doverlo creare e mantenere.
9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?
Le religioni, le filosofie e le spiritualità sono creazioni dell'uomo. La spiritualità universale può essere l'unica forma di armonia fra ogni forma della creazione, la spiritualità non ha Dio, profeta o libro scritto, noi Lakota non parliamo di DIO noi parliamo a Dio. La nostra spiritualità vede la forza della creazione in ogni manifestazione della vita.
10) Qual è per lei il senso della vita?
La vita è una breve parentesi all'interno della quale il Grande Mistero wakan tanka ci pone come custodi del più sacro dono, la vita, facendoci conoscere, comprendere ed apprezzare cosa essa sia e quale sia la sua sacralità, siamo noi che dobbiamo comprendere questo dono attraverso un cammino iniziatico - conoscitivo - che porti ad un susseguirsi di morti e rinascite utili al nostro spirito di evolversi. Solo la via iniziatica può portare a questa consapevolezza interiore e spirituale.
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