Scrittura e vita, simbiosi perfetta
di Matilde Perriera
Sullegomanìa…
come sconfiggerla?
Marzo 2015
SULLEGOMANÌA … L’onnipotenza semantica del codice lingua impone di conferire un nome a una disposizione che, annotata nella vita di tutti i giorni, è circoscrivibile come figura antropologica del benessere. SULLEGOMANÌA … Non è possibile liberarsene improvvisamente lanciandola dalla finestra, bisogna farle scendere le scale a un gradino per volta e percorrere le strade tortuose della propria esistenza con occhi nuovi e comprensivi capaci di esaminare criticamente anche atteggiamenti culturali che ci si porta sempre dietro. Ed ecco il casus belli, la circostanza che ha offerto il pretesto per un dibattito tra gruppi eterogenei. La voce SULLEGOMANÌA è sgorgata dalla radice greca di συλλέγο - sullègo -, che significa raccogliere, e μανία - mania -, che richiama il simpatico chiodo fisso di cui spesso ci si nutre; l’espressione si identifica con la tendenza a collezionare tutto, rischiando, magari, di alterare l’armonia di un ambiente fine ed elegante. L’analisi non è rivolta, quindi, alla reale e particolare predilezione verso soggetti relativi a uno specifico genere, microfusione, cristalleria, argenteria, porcellana, cineseria, Swarovski …, ma si appunta sull’inconscia azione di fruire degli articoli posseduti, siano essi animaletti, vasi, bicchieri, penne …, creando un insieme atematico che trasforma in un bazar “proprio quel tavolino tanto prezioso intarsiato in noce massiccio”. Per definire tale inclinazione, si ricorre solitamente a “oniomanìa”, ma erroneamente perché il sostantivo, più distintamente, si riferisce alla spasmodica corsa agli acquisti di chi indirizza il proprio interesse momentaneo a qualcosa che attiri l’attenzione, senza che essa, in seguito, risulti realmente efficiente. La “Mania della collezione fine a sé stessa” ha una morfologia simbolica nel “Vittoriale”, la dimora di D’Annunzio a Gardone; il “sacrario” scade spesso, infatti, in una serie di cimeli sparpagliati per stanze e corridoi. Nella sola stanza da bagno blu, per esempio, sono raccolti circa 900 oggetti, dalle mattonelle persiane, ai pugnaletti arabi, agli avori, alle coppe d’argento, ai vasetti di ceramica, alle miniature di vetro, alle statuette di porcellana, o, sulla scrivania della “stanza della Zambracca”, in cui, accanto alla testa dell'Aurora di Michelangelo, signoreggia uno straordinario assortimento di manufatti, dal completo da scrittoio Mario Buccellati ai quarzi rosa e verdi, ai libri, alle teche d’argento, alla testa di un’aquila d’argento firmata Renato Brozzi, a … SULLEGOMANÌA … Ancora inesistente nelle fonti ufficiali, non ha pretese di autorevolezza, ma, sicuramente, vuole sottolineare come, in una casa curata nei particolari, sia necessario selezionare più che raccogliere; la diffusione ha finora incontrato difficoltà formali, ma la battaglia lessicografica aspetta di vincere la guerra e far prevalere il piacere della ricchezza verbale. Non ci si può lasciare abbattere dai ping pong telematici che, già avviati sin dal 2002 tra varie case editrici e tante testate giornalistiche, hanno sempre fatto registrare gli stessi riscontri sfavorevoli, né si può condividere l’idea secondo cui, ancora nel 2015, l’Italia sia il Paese dei circoli viziosi, dei cavilli che, con iperboliche perifrasi, rasentano quell’αδύνατον – adùnaton – ben delineato dai paradossi più estremi ... Tra le complicanze invalidanti, moltissime le contraddizioni … “L’immissione di nuove parole nel vocabolario non serve se essa non è comprovata dall’uso effettivo da parte di più autori … Prima di utilizzare i neologismi, si aspetta, in genere, che siano i testi classici come i dizionari e le enciclopedie a registrarli … Una locuzione non ancora usata, se non è registrata dai motori di ricerca Internet o da giornalisti e parlanti comuni, non sarà mai presa in considerazione né dai romanzieri né da dizionari o enciclopedie … Per formalizzare nuovi significati, se ne deve prima trovare il riscontro in glossari propri di un ambito di riferimento peculiare e limitato a un argomento ... Un dizionario non si legge dall’A alla Z come un racconto, ma lo si consulta e, di conseguenza, una proposta linguistica, se non è codificata dall’uso, morirà sul nascere” … Ci si uniforma, in linea di massima, a talune confutazioni oggettive pervenute dalle varie redazioni contattate, perché, purtroppo, molto spesso, un dizionario non si consulta nemmeno … Nessuno ha più dubbi e si ha terrore delle tante certezze di cui molti si gloriano … “Ah, l’uomo che se ne va sicuro e l’ombra sua non cura“(1), il poeta degli “Ossi di Seppia” aveva proprio ragione!!! Le remore incongruenti, tuttavia, rinforzano le ali potenziando la voglia di andare avanti e, in ogni caso, ora che il problema si è riscontrato, se ne deve trovare una risoluzione. SULLEGOMANÌA … Il termine de quo è stato plasmato dopo ampie riflessioni e riceve ormai, per scherzo o per reale condivisione, un discreto consenso tanto da essere entrato nella quotidianità e in tutti i motori di ricerca. Qualcuno, a questo punto, noterà che, in un bellissimo appartamento, si accavallano, l’uno accanto all’altro, decine di soprammobili di grande pregio che riempiono senza arredare e che, soprattutto, non lo rappresentano più? Qualcuno noterà che tanti particolari, porte, pavimenti, tappeti, gingilli, quadri, cuscini, tende, … splendidi di per sé, ma assemblati in maniera confusa e con accostamenti di colore stridenti, pur tollerati dal neosincretismo contemporaneo, cozzano tra di loro e spengono la luce di un’abitazione? Qualcuno penserà finalmente alla SULLEGOMANÌA o, comunque, sentirà la necessità di definire il concetto o di spingersi in un’avventura memorabile, da cui potrebbe uscire fortemente segnato e pronto a “ri-conoscersi” ? O si dovrà accettare che una sterile ostinazione condanni il suggerimento all’oblio? NO. “Δὸς μοι ποῦ στῶ καὶ κινῶ τὴν γῆν” … “Da ubi consistam et terram caelumque movebo”(2) … Basta un punto d’appoggio per far muovere la Terra e il cielo … Il confronto dialettico, prima o poi, consentirà ai glottotecnici di riaprire il dialogo e darà nuova linfa alle riviste di arredamento; l’obiettivo è quello di correre su binari paralleli “conciliando le esigenze strumentali dei prodotti con il piacere estetico che essi potrebbero o dovrebbero procurare”(3), dando valore non alle cose in sé ma all’effettivo potenziale per il contesto in cui inserirle. Mettersi in discussione e riflettere un po’ di più, dunque, quando, da turisti distratti e frettolosi, si scelgono, con grande entusiasmo, i piccoli-grandi souvenir che fanno a pugni tra loro; essi, è vero, si apprezzano “per le diverse possibili relazioni che intrattengono con un soggetto, ossia per i valori che ciascuno inscrive nell’oggetto”(4) e, con la mente e con il cuore, “continuano a far navigare per anni verso casa, verso fuori”(5), ma, poi? Se non fanno parte in modo integrante della struttura, bisogna eliminarli … Che altro dire? Nulla di più, “alea iacta est”(6).
Matilde Perriera
NOTE
1) Eugenio Montale, non chiederci la parola, 1923
2) Archimede di Siracusa, 1° postulato sull’equilibrio della leva, c.a 205 a.C
3) Gianfranco Marrone, La società degli oggetti, 2002
4) Gianfranco Marrone, Ibidem
5) Mario Soldati, 1935
6) Caio Svetonio Tranquillo, De vita Caesarum, 49 a. C.
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