Scrittura e vita, simbiosi perfetta
di Matilde Perriera
Recensione del libro Lusingar m'è dolce di Enzo Di Giovanni
Febbraio 2023
Nell’era del TUTTO E SUBITO, il tricolon “pazienza, costanza, tempo” pare diventato un’astrazione. Fagocitati dalla quotidianità, non si ha più la disponibilità a scoprire il valore apotropaico di una poesia che, con la magia dei suoi versi, aiuti a cogliere la verità nascosta dietro le apparenze. Alla luce di tali riflessioni con viuzze inaccessibili a un genere letterario ritenuto obsoleto, appaiono ben spesi i 10,00€ per LUSINGAR M’È DOLCE, in cui spicca la predisposizione artistica di Enzo Di Giovanni. Il biologo clinico sollecito, competente, solerte, che ha speso la propria vita effettuando test per la diagnosi e/o la prevenzione delle malattie e per la ricerca, nella sua maturità, si è abbandonato alla trepida auscultazione del proprio cuore. Il suo IO, appunto, con le sue creazioni poetiche, ha spalancato all’improvviso, agli occhi del lettore spesso distratto dalle proprie incombenze, una porta di comunicazione intensamente rivelatrice.
L’autore, molto legato alla moglie e ai figli a cui ha dedicato il libretto, con le sue poesie, riesce a spandere, sin dall’incipit, la sua anima fanciulla facendo sentire la voce del suo cuore sensibile e generoso.
LUSINGAR M’È DOLCE confessa la propria origine sin dalla prima composizione in cui, a raggio costantemente ampliato, si passa dallo “sciamar dell’api”, all’inquietudine dei bimbi, che anelano a scoprire i misteri del “diventar grande”, alla “fanciulla” che sollecita “il ragazzo imberbe” … Protagonista ne è, in sostanza, quell’attrazione senza la quale la vita diventerebbe una “barca che, se non va, s’arena” in balia del gelido raziocinio. Nel libro, poi, con lo scorrere delle 41 pagine, si snodano temi sempre diversi capaci di esprimere emozioni, di catturare sensazioni, di stemperare i dolori o prolungare i piaceri e, da ciascuno, è possibile intravedere qualcosa di nuovo nel consueto. Ed ecco L’AMORE, a cui si risponde “per legge naturale per disegno sovrano”… , LA MORTE, come quella “di una giovine recisa come corolla al vento” o di “una cara mamma che ripercorre della vita tutte le fasi”… , LA NATURA, talvolta antropomorfizzata mentre fa sentire i “trastulli di bimbi” o stravolta da un clima spietato a causa del quale “la campagna langue o il fuoco lambisce verdi canneti” … , LA MEMORIA, “che il tempo fa tacere“ perché conserva le più recondite tracce di un’epoca… , L’UNIVERSALITÀ DEL DOLORE, sia pur con la titanica e resiliente volontà di superare gli ostacoli da parte di giovani donne affaticate intente a “spingere pesanti carrozzine”, di emigrati pronti a “varcar lo stretto per cercar lavoro, di vecchi tristi e stanchi incerti del domani”, di “un clochard” concentrato “a rovistar nei cassonetti del benessere”… E tutti a gestire la propria esistenza iniziata “nell’incoscienza, in una fredda sterile sala” e conclusa “in una gelida cappella di commiato”. I versi di Enzo Di Giovanni, così, fondono passato, presente, futuro e, nel connubio di infinito e quotidiano, si sprigiona l’io dell’analista che, scavandosi uno spazio al proprio mondo interiore, fa risalire a galla l’eco di esperienze giovanili sempre vive. Vi sono ricordi, quindi, “che raccontano e conservano un humus fatto di sguardi limpidi, di soffi al cuore, di rossori improvvisi, di sfrenate allegrie e dei primi lancinanti dolori”(1).
In questa musica dell’anima, ben riuscita anche l’immagine di copertina, che lascia spazio a varie esegesi. La raffigurazione allegorica del puttino dalle ali maestose rappresenta la POESIA per eccellenza che, personificandosi, trova spazio nell’arida quotidianità? O è la codificazione implicita di grandi STORIE D’AMORE a lungo accarezzate o vanificate da accidenti esterni? O, più intimamente, si può interpretare come l’iconografia di un altissimo potere umanizzante che, “per disegno imperscrutabile”, si è trasfuso in “una bimba di nome Federica” e nello “splendore immenso” di Alberto Filippo? Difficile la risposta perché, di fronte agli aneliti del cuore commosso di Enzo Di Giovanni, i mille perché ne razionalizzerebbero le sfumature, come se si volesse gettare il sole in mare per raffreddarlo. Enzo Di Giovanni, probabilmente, ha volutamente lasciate aperte le risposte e, a parere della scrivente, ha compiuto una scelta oculata. Il lettore, insomma, deve sempre essere libero di dare un’interpretazione personale su un’opera d’arte. Il fruitore del messaggio, infatti, potrà scintigrafare autonomamente quanto esaminato solo se riuscirà a trovarvi impulsi che sollecitino la propria anima e la trasformino in un momento concreto di crescita spirituale.
Matilde Perriera
NOTE
1) Postfazione di Beppe Cino, cfr. Lettera all’autore.
Enzo Di Giovanni, Lusingar m'è dolce - Armando Siciliano Editore, 2022.
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