Riflessioni sulle Scienze
di Alberto Viotto indice articoli
La semplicità per una vita migliore
Luglio 2014
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Quanto costa telefonare?
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La lotta tra marketing e clienti
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Il caso del costo di ricarica
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La domanda e l’offerta
Quanto costa telefonare?
Quanto costa un minuto di telefonata da un cellulare? A vedere le offerte delle compagnie telefoniche, circa 1 centesimo di euro (ad esempio la Wind propone l’optional Noi Tutti Extra, 1 € al mese per 100 minuti di chiamate verso qualsiasi operatore, la Telecom l’offerta “minuti Extra”, 5 euro al mese per 400 minuti di chiamate). Se però si telefona senza avere attivato una di queste offerte, o si sfora il tetto previsto, il prezzo è ben diverso. Con Wind, ad esempio, la tariffa “normale” è di 18 centesimi di euro al minuto.
Il prezzo varia di diciotto volte se si telefona senza particolari accorgimenti! Questo fa parte di una strategia più generale, che tende a mantenere i clienti più attenti che potrebbero passare alla concorrenza, facendoli pagare relativamente poco, e d’altra parte cerca di fare i massimi profitti con i clienti disattenti, che non hanno tempo di scegliere con cura.
La lotta tra marketing e clienti
La maggioranza delle persone sta abbastanza attenta, cerca una tariffa adeguata e controlla spesso la propria situazione, quante telefonate e quanti messaggi ha effettuato e quanto manca al raggiungimento della soglia, a volte rinunciando a chiamare per non superarla. D’altra parte l’azienda ha svolto studi approfonditi per elaborare i suoi piani tariffari non lineari, si deve sobbarcare dei costi amministrativi aggiuntivi per gestirli, ha dovuto investire in pubblicità.
Perché si deve perdere tanto tempo? Tutto questo lavorio porta qualche beneficio, qualche aumento della ricchezza globale? No, è solo lavoro inutile, una perdita di tempo per tutti. Se le tariffe fossero più semplici, con un prezzo uniforme per le chiamate, ci sarebbe un beneficio generale. Detratti i costi del marketing, probabilmente si pagherebbe per ogni minuto di conversazione poco di più di quanto si paga adesso con la tariffa più conveniente. L’azienda farebbe gli stessi guadagni, gli utenti farebbero le stesse telefonate e si sarebbero evitate tante attività inutili.
Il caso del costo di ricarica
Fino al marzo del 2007 la maggior parte degli operatori di telefonia mobile imponeva un “costo di ricarica” ogni volta che si pagava in anticipo per le telefonate. Il costo era di due-tre euro, relativamente poco in percentuale per chi ricaricava cifre elevate ma una notevole penalizzazione per chi ricaricava cinque o dieci euro per volta, come spesso facevano i ragazzini o i consumatori più deboli. Inutile dire che per le compagnie telefoniche l’effettivo costo di gestione della ricarica era molto più basso, per cui questo balzello rappresentava a tutti gli effetti una componente della tariffa.
Nel marzo del 2007 il cosiddetto “Decreto Bersani” impedì alle compagnie telefoniche questa pratica(1). La norma era molto positiva, ma non perché così si abbassasse il costo globale delle telefonate, come assurdamente pensavano le unioni dei consumatori: ovviamente gli operatori telefonici aumentarono le tariffe per coprire l’incasso che era venuto a mancare. Il vero beneficio era che si rendevano più semplici e lineari le tariffe, senza costi nascosti che gli utenti tendevano a sottovalutare.
La domanda e l’offerta
Il prezzo globale di un bene o servizio non può essere imposto dallo Stato, ma è determinato dalla legge della domanda e dell’offerta. Se si impedisce di fare pagare per una certa componente del prezzo, è inevitabile che le altre componenti aumentino. La norma semplicemente imponeva di suddividere il prezzo globale in modo più equo e più semplice.
Ogni azienda deve poter fare i prezzi che vuole, se sono più bassi avrà più clienti e più ricavi ma meno margini. Se c’è concorrenza questo meccanismo funziona molto bene. Il punto è che i prezzi dovrebbero essere semplici ed uguali per ogni cliente.
Nelle attuali tariffe ci sono complicazioni inaudite, piani tariffari poco convenienti ma abbinati ad offerte mirabolanti, che ad esempio raddoppiano il valore della ricarica (ma con costi delle telefonate doppi), rilevanti agevolazioni per chi proviene da un altro operatore, l’’autoricarica” o cose del genere. Questo assurdo gioco non dovrebbe essere permesso, come si è vietata la pratica di addebitare gli inesistenti costi di ricarica.
Alberto Viotto
Se qualche lettore trovasse questo articolo interessante o ne volesse discutere, all'autore farebbe piacere ricevere delle e-mail all'indirizzo: alberto_viotto@hotmail.com
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NOTE
1) www.repubblica.it/2007/03/sezioni/economia/tariffe-cellulari
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