Riflessioni sulle Scienze
di Alberto Viotto indice articoli
Piange il consumatore
Marzo 2013
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Il latte dello zio Pino
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Ecologia
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Le pompe di benzina
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Consapevolezza dei consumatori
Il latte dello zio Pino
Spesso al supermercato ci si trovano davanti due confezioni di latte molto diverse. Una è spartana, c’è scritto soltanto che contiene latte, la quantità, la zona di mungitura, le caratteristiche principali (percentuale di grassi, contenuto di calcio, eccetera). L’altra invece è un tripudio di immagini e slogan. E’ molto curata, con effetti grafici sofisticati. Non contiene del volgare “latte”, ma il “latte dello zio Pino”, che i consumatori dovrebbero conoscere bene: alla televisione vengono spesso proposti dei filmati pubblicitari che descrivono la fattoria e l’amore che lo zio Pino ha per il suo lavoro. Ogni mattina all’alba si alza, accarezza amorevolmente le sue mucche e le munge con dolcezza.
In realtà lo “zio Pino” non esiste, ed il contenuto delle due confezioni è esattamente identico. Il latte arriva dalle stesse fattorie, gestite con gli stessi criteri. Una delle due confezioni, però, costa il doppio dell’altra: è chiaro, si deve pagare l’attore che impersona lo zio Pino, il regista del filmato pubblicitario, gli esperti di marketing che hanno ideato tutto questo e tante altre cose ancora.
Che cosa dovrebbe fare secondo voi un consumatore accorto? Io compro il latte che costa la metà, ma molta gente compra contenta il “latte dello zio Pino”. E poi si lamenta che la vita costa troppo, che non riesce ad arrivare alla fine del mese e che i prezzi sono troppo alti.
Ecologia
Oltre al prezzo più alto, c’è un altro aspetto negativo per il “latte dello zio Pino”. Il cartone che lo contiene è molto più elaborato del necessario, più spesso (per dare al cliente l’impressione di un oggetto di maggior valore) e con molti più coloranti. In altri termini, richiede più risorse per essere prodotto, per essere trasportato e per essere smaltito. Contribuisce, nel suo piccolo, ad aumentare il volume di rifiuti che sta rischiando di seppellire la nostra civiltà.
Le pompe di benzina
Anche la benzina ed il gasolio in vendita nei vari distributori che incontriamo sulle strade sono esattamente uguali tra loro. Il prezzo all’ingrosso è determinato per tutti allo stesso modo, e spesso la stessa autobotte serve impianti con marchi diversi. Che senso ha, allora, tutta la pubblicità sulle benzine? Avrete notato che, ormai, non si esaltano più le proprietà del prodotto, che tutti sanno essere uguale a quello degli altri venditori: si “vendono” immagini, suggestioni e spesso si promettono i premi più disparati con le raccolte a punti. Tutto questo ha un costo elevato, per cui c’è una notevole differenza di prezzo tra i distributori “griffati” consigliati dalla pubblicità e che offrono ogni genere di premi ed i distributori più spartani.
Personalmente faccio sempre il pieno nell’orario di chiusura, quando si deve pagare al self service e rifornirsi da soli senza ricevere i “bollini” per regali inutili ed il prezzo è ancora inferiore: spendo molto meno e non devo preoccuparmi di gestire le tessere per i premi (che comunque non controbilancerebbero il mancato risparmio). Mi aspetterei che tutti facessero così e che negli orari normali i distributori fossero deserti: invece sono sempre pieni di gente che non si cura di pagare di più. E che, naturalmente, si lamenta che la vita costa troppo e che in particolare la benzina è carissima.
Consapevolezza dei consumatori
Il marketing è una scienza che ha come obbiettivo la manipolazione delle menti dei consumatori, per spingerli ad acquistare dei beni a prezzi più alti del loro effettivo valore. Se ci riesce, però, la colpa è in buona parte dei consumatori stessi, che si lasciano abbindolare in tutti i modi possibili. Se ci fosse una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori, tutti potrebbero vivere un po’ meglio. Ed il “latte dello zio Pino” non lo comprerebbe più nessuno.
Alberto Viotto
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Di chi la colpa? Ahimè, è nostra, perché compriamo i prodotti pubblicizzati; se la pubblicità non facesse aumentare le vendite i produttori smetterebbero di tormentarci. Un rapido esame dei meccanismi del marketing ci può aiutare ad immunizzarci."
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