Riflessioni sulle Scienze
di Alberto Viotto indice articoli
La mente e i computer
Settembre 2012
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Dove sono le chiavi?
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Dimenticato
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Fare bene ogni cosa
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La teoria computazionale della mente
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Il disegno dei computer
Dove sono le chiavi?
Giunte sulla porta di casa, molte persone attraversano spesso momenti di autentico panico: dove sono le chiavi? Le ricerche nella borsa continuano per un po’ di tempo e poi, nel 99,99% dei casi le chiavi saltano fuori – ovviamente c’erano, ma non sapevamo dove fossero.
Altre persone tendono sempre a dimenticare qualcosa di essenziale: il portafoglio, i documenti, il fazzoletto, il cellulare, l’abbonamento alla metropolitana, gli occhiali. Quando si deve partire per un viaggio spesso la domanda che ci si fa non è “ho dimenticato qualcosa?”, ma “che cosa ho dimenticato?”, dando per scontato che è impossibile che tutto sia andato liscio. Quando al mare si va in spiaggia la lista delle cose da portare si modifica: olio solare, asciugamano, occhiali da sole, bottiglia d’acqua, qualcosa da leggere. Anche qua, però, quasi sempre si dimentica qualcosa.
Non sarebbe meglio gestire le cose in modo “sistematico”, mettere sempre le chiavi nello stesso posto, farsi una lista delle cose da portare per ogni circostanza, una per quando si va al lavoro, una per quando si parte in vacanza, una per quando si va in spiaggia? Apparentemente sì, ma le cose non sono così semplici, come si vedrà nel seguito.
Dimenticato
Tipicamente ci dimentichiamo sempre di fare qualcosa, di pagare una bolletta, una multa, di andare ad uno spettacolo a cui tenevamo particolarmente. Dopo avere pagato con la carta di credito a volte ce ne andiamo senza firmare e, peggio, lasciando la nostra carta di credito al commerciante che ci deve correre dietro per consegnarcela.
Tendiamo, inoltre, a fare sempre gli stessi errori: se una volta sbagliamo una svolta per andare in un certo posto, è probabile che la volta successiva ripeteremo l’errore. Compriamo libri che poi non ci piaceranno, ma ogni volta ci caschiamo e prendiamo un libro dello stesso genere. Persone intelligentissime fanno errori stupidi e sono assolutamente carenti nella gestione delle attività più minute. Inutile chiedersi come abbiamo potuto sbagliarci così e giurare a noi stessi che non faremo più gli stessi errori.
Fare bene ogni cosa
Perché non evitare questi irritanti contrattempi cercando di rendere più “sistematico” il proprio comportamento? Ad esempio, facendosi una lista delle cose da prendere in ogni circostanza o delle azioni da compiere quando si deve pagare un conto?
Non lo fa nessuno, e non funzionerebbe. Se cerco di farmi la lista delle cose da fare, devo gestire una entità in più, la lista, che facilmente diventerà non aggiornata quando, ad esempio, aggiungerò un nuovo oggetto alle cose che devo portare con me quando vado in città. Cercando di seguire le nuove regole che mi sono imposto perderò un sacco di tempo, aumenterò lo stress e rischierò lo stesso di commettere errori o dimenticanze.
La teoria computazionale della mente
Per un computer, anche il meno potente, sarebbe molto semplice adottare questi accorgimenti e non commettere mai questo genere di errori. La mente umana, però, non si comporta in modo “sistematico”, come fa un computer. La nostra visione del mondo non è “cartesiana”, “ortogonale” come spesso immaginiamo possa essere, ma caotica, sghemba, suggestionabile.
Una delle più importanti teorie sul funzionamento della mente umana, la teoria computazionale della mente (1), parte invece dall’idea che la mente umana funzioni in modo molto simile ad un computer. Secondo Steven Pinker, uno dei più maggiori studiosi di neuroscienze cognitive, questa teoria … ha risolto problemi filosofici millenari, ha impresso la spinta iniziale alla rivoluzione del computer, ha posto i problemi significativi delle neuroscienze ed ha fornito alla psicologia un programma di ricerca straordinariamente proficuo (2)
Non voglio certo sminuire l’importanza di questa teoria, ma, in certe cose (come la gestione degli elenchi delle cose da fare), un computer si comporta in modo molto diverso dall’essere umano standard. La relazione tra la mente umana e il computer secondo me è un’altra.
Il disegno dei computer
I computer assomigliano alla mente umana perché sono stati disegnati da essere umani, in base all’unico modello che avevano. In effetti tutte le operazioni di base di un computer, che corrispondono al set di istruzioni della sua unità centrale, possono essere effettuate da un essere umano: sono semplici manipolazioni di numeri, addizioni, sottrazioni, operazioni logiche di base, come OR (che vale 1 se almeno uno dei due operandi vale 1) oppure AND (che vale 1 se entrambi gli operandi valgono 1). Sono tutte operazioni che un essere umano può fare in un secondo o poco meno: il punto è che un computer ne può eseguire miliardi al secondo.
Un essere umano potrebbe comportarsi come un computer, ma non lo fa mai: ci metterebbe troppo tempo, si scoccerebbe, cercherebbe scorciatoie. Alla fine un essere umano si comporta inevitabilmente in modo caotico, non sistematico, come ci possiamo rendere conto ogni volta che non troviamo le chiavi di casa.
Alberto Viotto
Se qualche lettore trovasse questo articolo interessante o ne volesse discutere, all'autore farebbe piacere ricevere delle e-mail all'indirizzo: alberto_viotto@hotmail.com
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NOTE
1) http://en.wikipedia.org/wiki/Computational_theory_of_mind
2) Steven Pinker, Come funziona la mente, pag 85, Oscar Saggi Mondadori
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